Chiacchiere del lunedì

Delphine Boël, The Golden Rule blabla
Delphine Boël, The Golden Rule blabla

Parlavo con quel tono un po’ noioso che solo le mamme riescono ad avere quando trattano con i figli temi scottanti: il tema era quello dell’alcool e dei guai che procura. Sembra – dicevo – che sia divenuto uno dei pochi veicoli di socializzazione tra i giovani (in verità anche fra persone di mezza età). Mia figlia mi ha guardato e poi, senza scomporsi, mi ha risposto con una frase da poco letta sul computer: “siccome pensiamo che lo scopo della vita sia la felicità, si beve e ci si droga perché ci accontentiamo anche di una felicità artificiale”.

Lo scopo della vita è la felicità. Ma la felicità è un atto di volontà e non di sottomissione. Si è lottato e deriso contro i tabù, i sensi di colpa derivanti da una certa educazione tradizionale e poi abbiamo impostato le nostre vite in modo tale da renderci schiavi di un modo artificiale di imporci la felicità.

Intanto questa settimana arriva il martedì grasso, che nel calendario precede il giorno delle Ceneri, il primo giorno di Quaresima. Di martedì grasso era permesso qualsiasi divertimento: semel in anno licet insanire, si diceva, una volta all’anno si può far pazzie. Magari l’alcool in eccesso riserviamolo proprio per quel giorno lì.E liberiamocene durante il resto dell’anno.

Chiacchiere del lunedì

Prova mafalde

A Carnevale ogni scherzo vale. Vero, però siamo già in Quaresima e tutto quello che ho sentito questa settimana non era uno scherzo. Devo ricapitolare? Abbiamo cominciato con le dimissioni del Papa, per poi passare agli esperimenti nucleari della Corea del Nord. Nel mezzo a tutto ciò abbiamo trovato scandali e colpi di scena più o meno miserabili dei politici italiani, con un gran finale dato dai meteoriti caduti su sei città degli Urali, in Russia, che sono esplosi e hanno fatto un migliaio di feriti.

Vi ricordate il titolo del film  “Fermate il mondo voglio scendere”, beh ad un certo punto mi veniva proprio di dire così. Cosa aspettarsi d’altro? Lo choc da notizie è stato piuttosto forte e ancora non riusciamo bene a comprendere la portata di alcune di esse. Senz’altro quella sulle meteoriti è stata la notizia che è piaciuta di più in casa mia. Le figlie hanno esclamato: “vuoi vedere che in Russia sono nati dei Supereroi?”. Mentre sul nucleare ho preferito soprassedere, tanto era grave e pesante la notizia, sulle dimissioni del  Papa non sono riuscita a far capire loro la novità incredibile di questo gesto. Mi sono resa conto che le mie adolescenti sono più attente alla possibile  nascita di Supereroi attraverso il contatto con meteoriti, che non alle implicazioni delle dimissioni del Pontefice sulla chiesa e sul ruolo del papato.

Anche i miei figli sono stati catturati dalla possibilità di un’invasione aliena piuttosto che dalla gravità delle notizie italiane! Si potrebbe a lungo dibattere sulla “insostenibile leggerezza dell’essere” di queste nuove generazioni, ma in fondo le capisco. Che noia questa campagna elettorale! Che scenari difficili queste dimissioni del papa! C’è da perderci il sonno… Per fortuna questa settimana ci ha salvato San Remo… non dalla noia, ma dalla pesantezza. Il festival è finito, ci ha divertito, porterà i soliti strascichi di polemiche varie, insomma tutto secondo il copione. Ed ora? Niente paura, se non consideriamo le elezioni italiane della settimana prossima, possiamo sempre sperare che la notte degli Oscar ci possa dare un fremito! Non so voi, ma se devo proprio rimanere sveglia preferisco lo spettacolo Hollywoodiano alle proiezioni ed agli exit poll.

Comunque in attesa che “altro” accada godiamoci questo pezzo della Lucianina nazionale!

Finito Carnevale é tempo di Quaresima!

Baccalà in umido… e siamo già in Quaresima, quel tempo che per i cristiani è un periodo di preparazione ai misteri pasquali.

Quest’anno le settimane quaresimali (5) sono vicinissime al Natale, che sembra appena passato, poiché la Pasqua è molto “alta”, come si dice, e cadrà il 31 di marzo.

Dicevamo della Quaresima, tempo di conversione e purificazione per antonomasia, celebrato fin dall’antichità.

Vorremmo porre l’accento su “purificazione” che comprende non solo la purificazione dell’anima, ma anche quella del corpo.

Nella nostra bella Italia, infatti, terra di ghiottoni ed edonisti sono nate le migliori e più succulente ricette “di magro” che conciliano proprio questa necessità di “purificazione” del corpo con il precetto dell’astensione da cibi grassi e carni che la tradizione quaresimale richiede.

Scavando nei ricordi della mia famiglia e facendo qualche ricerca vorrei proporre oggi una ricetta “quaresimale” che utilizza un ingrediente principe della tradizione dei piatti di magro: il baccalà. Il baccalà per i pochi che non lo sanno, è merluzzo conservato sotto sale e si differenzia dallo stoccafisso, che è comunque merluzzo, perché quest’ultimo è essiccato.

Comunque per utilizzare sia l’uno sia l’altro è necessario “spugnarli” (come diceva la mia prozia salernitana) cioè farli “riprendere” lasciandoli sotto l’acqua fredda corrente almeno per un giorno prima della cottura.

1 chilo di baccalà “spugnato”,

farina,

mezzo chilo di pomodori pelati,

un cucchiaio di capperi,

aglio,

50 g di olive nere snocciolate

un mazzetto di prezzemolo,

olio d’oliva,

peperoncino,

sale.

Infarinare il baccalà e farlo dorare in abbondante olio d’oliva caldo (questa volta olio di oliva anche per la frittura perché il baccalà ha un sapore molto forte che ben si adatta al sapore forte della frittura con olio di oliva).

Preparare una salsetta con aglio soffritto nell’olio, versare il pomodoro sminuzzato e far cuocere per una decina di minuti.

Aggiungere poi il baccalà fritto, le olive, i capperi e il peperoncino.

Lasciare insaporire, cuocendo per circa 30 minuti a fuoco lento e poi cospargere con prezzemolo tritato.

La variante per avere un piatto completo è quella di aggiungere nel sughetto, dieci minuti prima del baccalà, mezzo chilo di patate tagliate a dadini.

Piatto antico, succulento e di magro.

A proposito del digiuno…

Può apparire bizzarra la scelta di inserire questo post nella categoria “che gusto c’è” dal momento che vogliamo trattare di un argomento che è all’opposto del cibo: il digiuno. Abbiamo deciso di inserirlo qui perché il digiuno può essere inteso non solo come un dovuto riposo fisiologico dell’organismo, che attraverso di esso si depura da tossine e veleni, restituendo un rinnovato gusto per il cibo, ma anche come una possibilità di controllo su se stessi per evitare di divenire schiavi del superfluo.

Sul digiuno desideriamo fare una riflessione che non si concentri sui motivi dietetici o pseudo tali che ci spingono a patire la fame abbracciando improbabili diete, ma neppure sul suo tragico contrario, la mancanza di cibo dovuta a povertà o carestia, e neppure sul digiuno come arma di contestazione o protesta.

Vorremmo focalizzare la nostra attenzione sul digiuno che attraversa trasversalmente culture e religioni ed è presente fin dalla notte dei tempi nella storia dell’umanità, senza dare giudizi sulla bontà o meno di questa pratica, ma semplicemente tratteggiandone i caratteri.

Partiamo dunuqe da una definizione che ne chiarisce il significato, con digiuno voglio intendere quella “astinenza temporanea totale o parziale dal cibo, per lo più per scopi religiosi e con diverse motivazioni” ( M. Schnedider, voce Digiuno, in Nuovo dizionario delle Religioni, Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo, 1993). Il digiuno infatti ha acquistato a seconda della latitudine delle popolazioni, delle loro credenze e della loro cultura, funzioni e significati differenti.

La prima e più antica è la funzione APOTROPAICA del digiuno, cioè attraverso la sua pratica si può tenere distante o addirittura annullare l’influenza maligna. Con il digiuno infatti ci si protegge da emanazioni dannose di cibi e bevande e con esso si riesce a scacciare la possibilità di rimanere vittime di eventi catastrofici.

Altra funzione del digiuno è quella CATARTICA: esso rappresenta la purificazione del corpo prima o dopo azioni particolarmente importanti. Ci sono poi la funzione ETICA – digiuno come sacrificio, espiazione o automortificazione – ed ESTATICA – digiuno come rafforzamento di quelle energie che mettono l’individuo a diretto contatto con la divinità. Infine il digiuno può essere la manifestazione esteriore del LUTTO, come accadeva tradizionalmente fra gli antichi egizi.

Ancora, esso può essere praticato in gruppo (il Ramadan) o da soli (per purificarsi dai peccati), in tempi e giorni stabiliti (la Quaresima) o in modo estemporaneo come atto di umiltà e penitenza. Infine, in molte culture e religioni, di fronte all’estremizzazione delle forme di digiuno si è giunti a consigliarne una “interiorizzazione” in forma di “preghiera attraverso il corpo”.

Che sia rituale, dietetico, disintossicante il digiuno da sempre è presente nella storia dell’uomo.