Il mugnaio, la luce perpetua e le logiche dell’economia

Vi raccontiamo oggi una bizzarra vicenda tutta svizzera, il cui inizio risale a 655 anni fa.

La vicenda si svolge a Mollis, un ridente villaggio del Canton Glarona. Qui nel 1350 un mugnaio, tale Konrad Müller, commise un omicidio. Il colpevole si salvò per il rotto della cuffia facendo voto, a mo’ di espiazione, di alimentare in eterno una luce perpetua che donò alla chiesa locale. Egli impegnò se stesso e i futuri proprietari dei suoi averi, a prendersi cura di questa fiammella votiva e a provvedere ad essa bruciando l’olio proveniente dai suoi noci. Dal 1350 dunque nella chiesa di Mollis arde la luce perpetua a sempiterno ricordo del pentimento del mugnaio assassino…

Oggi le cose sono un po’ cambiate… Innanzitutto di noci non ce ne sono più, inoltre il nuovo proprietario di quello che il fu il fondo di Müller non è assolutamente d’accordo nel versare la somma annua di 70 franchi a compensazione delle spese di manutenzione della luce perpetua nella cappella di Mollis. L’attuale proprietario del luogo in cui erano piantati i noci infatti si rifiuta di sottostare all’imposizione siglata nell’atto notarile risalente al 1350, tanto più che non si tratta affatto dell’espiazione dei suoi peccati!

Per ricomporre il litigio fra proprietario del fondo e chiesa locale il parroco, documenti d’epoca alla mano, ha fatto ricorso presso il tribunale cantonale.

Come andrà a finire questa antica vicenda lo deciderà un moderno tribunale, ma voi cosa avreste fatto? Avreste continuato ad alimentare un’antica tradizione o anche voi, come vorrebbe il nuovo proprietario, avreste spento la luce perpetua in nome di moderne logiche economiche?