Le Suites per violoncello di Bach fra mistero e poesia

cello-suites-coverPer gli appassionati di musica classica e misteri esiste un saggio che catturerà non solo l’attenzione, ma anche il cuore.

Il volume risale a qualche anno fa, infatti è apparso in edizione originale nel 2009 e in traduzione italiana per i tipi del Saggiatore nel 2011.

Già il titolo incuriosisce e solletica gli appassionati di enigmi: Le suites per violoncello. Da Johann Sebastian Bach a Pablo Casals: storia e misteri di un capolavoro barocco, di Eric Siblin, giornalista e regista di documentari, critico di musica pop, ma sopratutto per nulla esperto di musica classica. Proprio questa sua umiltà intellettuale nei confronti della musica classica ce lo rende simpatico e ci avvicina al suo saggio. Infatti egli racconta in prima persona di come è stato folgorato dalla musica di Bach assistendo per caso a un concerto a Montreal. Come ogni neofita Siblin è un entusiasta e sulla scia del proprio entusiasmo decide di sciogliere alcuni nodi e gettare luce su alcune ombre che ancora gravano sulla storia di uno dei più prolifici e acclamati autori barocchi, quel J. S. Bach che in vita compose centinaia di Cantate sacre e profane, musica per orchestra, strumenti soli, organo e le 6 misteriose suites che sono al centro del suo racconto.

Siblin intreccia la storia di Johann Sebastian con quella di un esecutore eccezionale che ebbe anche la fortuna di ritrovare gli spartiti delle suites per violoncello di Bach, considerate perdute, in un negozio di libri usati di Barcellona nel 1898: Pablo Casals.

Da questa data le sorti e la fortuna delle Suites per violoncello saranno saldamente legate a quelle di Casals, anti franchista, anti fascista, fiero della sua patria, la Catalogna.

Siblin ripercorre la vita di Bach intrecciandola a quella di uno dei suoi maggiori interpreti, Casals appunto, e a quella dell’opera sua più conosciuta le Suites per violoncello. Egli ci fa scoprire passo passo le vicende dei due virtuosi e i misteri in cui sono immerse le note delle famose melodie.

Naturalmente nulla può essere scritto più di ciò che è emerso nel corso dei secoli… il quadro rimane sfocato nonostante lo sforzo di Siblin.

“La storia delle Suites per violoncello cambierà radicalmente nel corso del tempo, quando verrà alla luce nuovo materiale relativo ai tanti misteri di Bach… Musicalmente, il successo delle Suites dipende dalle loro capacità di sopravvivere e, se il passato è minimamente indicativo, i pronostici sono tutti in loro favore; resistenza ed eterna pertinenza sono intessute nella struttura profonda della musica”.

Per tutti coloro che si sono sempre chiesti perché le 30 variazioni composte da Bach su un’unica melodia siano state chiamate proprio Variazioni Goldberg….

Antiruggine e silenzio

SilenzioA Castelfranco Veneto, a Borgo Treviso 158, esiste un luogo che è stato una fucina, qui si lavorava il ferro, che con tenacia e sudore acquistava un’altra forma. Oggi la fucina non c’è più, ma è diventata spazio creativo di altro genere dove pensiero e idee prendono forma. È qui che spesso si esibisce Mario Brunello ed è qui che ha presentato il suo libro edito da Il Mulino, nella nuovissima collana della casa editrice “parole controtempo”, intitolato semplicemente SILENZIO. Brunello è fra i violoncellisti più amati e apprezzati non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo. Una delle sue caratteristiche è quella di voler portare la musica fuori dalle sale da concerto tradizionali, sperimentando così non solo nuovi schemi melodica, ma anche inusuali modi di comunicazione.

Il libro di Brunello è suddiviso come se si trattasse di una sonata, in quattro movimenti. Sonata: il silenzio nella musica degli uomini; Lied: il silenzio nella musica della natura; Scherzo: il silenzio nella musica delle cose; Finale: Tema e Variazioni. Il silenzio nella musica dei sensi. Al termine l’autore concede anche un Bis, in favore del rumore.

Brunello in questo volumetto di poco più di un centinaio di pagine, racconta cos’è il silenzio e quale parte importante ha non solo nella musica ma in ogni atto creativo.: “c’è un silenzio dell’ascolto e di conseguenza un silenzio di chi richiede di essere ascoltato, cioè da parte di chi ha creato l’opera e di chi deve farla vivere… è uno spazio da caricare, riempire di senso e di significato” (p. 45).

Elogio, dunque al silenzio, ma anche riscatto del rumore: “Il rumore diventa suono , in qualche maniera si nobilita, quando a provocarlo è un qualcosa a cui si dà un valore, un’attività che si ama o che c’entra con la passione”. Un rumore quando è isolato nel silenzio, è un evento che in genere crea interesse e sveglia la curiosità” (p.117).

Brunello afferma altrove, a proposito delle 6 suite di Bach: “un silenzio, per me, è un luogo che ha una sua presenza, agli occhi e alle orecchie. Sta lì, con la sua personalità. A me interessa soprattutto un tipo di silenzio, il silenzio in cui è nata la musica. Lui mi lascia entrare e io lascio che mi segni, in qualche modo: mi adatto a lui e poi inizio a suonare. Così il mio suono si sistema in quel silenzio, e in quel silenzio accade Bach…”

Come non dargli ragione?

 

 

 

 

Bach e il Nastro di Möbius

Matematica e MusisicaBach Variazioni GoldbergSpesso si parla della connessione fra musica e matematica.

Lorenz Mitzler, allievo di Bach, nel 1738, dopo aver creato a Lipsia la società segreta delle « Scienze Musicali », affermava che « la musica è il suono della matematica ».

Già Pitagora aveva creato la « Scala Pitagorica » per la classificazione dei suoni, sulla quale si basò per fondare la sua teoria cosmico-musicale secondo la quale l’armonia universale era data dall’armonia che le sfere celesti producevano nel loro ciclico movimento. Ne conseguiva che la musica era il miglior modo per sviluppare l’armonia anche nell’animo umano.

Il rapporto fra matematica e musica è sempre stato molto stretto, ma solo nel nostro secolo  strumenti prorpiamente matematici hanno offerto spunti per cambiare il modo stesso di comporre musica, inoltre entrambe le discipline condividono anche molti aspetti comuni quali un particolare tipo di linguaggio, che deve essere appreso e non è intuitivo, un certo livello di tecnica, che senza il supporto di un pizzico di genialità non garantisce risultati eccelsi.

Tuttavia una delle cose che maggiormente accomuna le due discipline, e che non è prerogativa assoluta né dell’una né dell’altra, è l’applicazione mentale che esse presuppongono per quanto riguarda la creatività e l’organizzazione della materia.

Detto ciò vorrei concentrarmi non su un autore contemporaneo, che comunque ha alle spalle secoli di sperimantazione musicale, ma su un classico della musica di tutti i tempi. Parlo di Bach. Navigando in internet mi è capitato per puro caso di accedere al file che ho postato in basso, che dà l’idea di quanto la stretta connessione fra matematica e musica sia sempre presente e facilmente intuibile. Si tratta di un canone inverso, cioé un pezzo breve che può essere suonato in entrambe le direzioni. Un « divertissement » abbastanza tipico ai tempi di Bach che ne dimostra l’abilità e la genialità.

Chi ha realizzato il filmato è riuscito a dimostrare visivamente ciò che abbiamo fin qui esposto, il mio invito è quello di goderselo magari durante la pausa caffé !