In carrozza si parte: fermata Biennali

Sentite ancora il caldo di Venezia, di quando andavate per padiglioni e mostre durante la 57esima Biennale d’arte, oppure avete ancora il ricordo piacevole delle birre bevute bighellonando tra le varie sedi della Documenta di Kassel? Chi ancora non è sazio d’arte e sogna un settembre di nuove visite non ha che da scegliere: c’è molto da vedere, in tema di biennali rassegne d’arte.

imagesIl primo appuntamento si è aperto ieri: è la Bienalsur, la prima biennale internazionale d’arte dell’America del Sud. Una esposizione complessa che riunirà  350 tra artisti e curatori, scelti dai cinque continenti. La biennale coinvolge sedi in 30 città (che vanno dall’Avana, a Tokyo, Quedah, Santiago del Cile , per arrivare fino a Marsiglia e  Berlino). Organizzata dall’università argentina Tres de Febrero,  espone le opere che provengono da 78 paesi. Il tentativo è quello di intraprendere un’iniziativa che in simultanea connetta opere di tanti artisti nel mondo.

Il clima politico invece sembra del tutto cambiato ad Istanbul, dove il 16 settembre si aprirà la XV Biennale d’arte curata dai due artisti  Elmgreen&Dragset.  Il tema dell’edizione sarà Il buon vicino, un approfondimento sui temi della convivenza e dell’altro, intesi con riferimento al tessuto cittadino, al quartiere e alla casa .

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Mappa di Instambul con i luoghi dove si terrà la Biennale si legge : collocata nel cuore di instambul si visita con facilità

Solo due giorni dopo a Mosca si aprirà la VII biennale di Mosca. La curatrice sarà la giapponese Yugo Hasegawa il titolo scelto sarà Foresta trascendentale. maxresdefaultLa foresta un luogo dove nascondersi, ma anche connettersi; foresta come microcosmo abitativo , come area limitata dove vivere assieme e potersi nascondere.

Il 20 settembre è la volta di Lione e della sua XIV Biennale. Il commissario è Emma Lavigne, direttrice del Centre Pompidou di Metz, mentre il titolo scelto è Mondi flottanti: prende ispirazione dal fatto che, praticamente, la città è nata sull’acqua, legata l’acqua come mezzo di trasporto e vita. La mostra sarà un percorso sensoriale e esperienziale che allargherà le nostre percezioni e concezioni del mondo. http://www.biennaledelyon.com.

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Mondi Flottanti, Biennale di Lione

Un settembre da far girare la testa, una panorama sempre più complesso e allargato che sembra voler sconfiggere ogni tentativo di alzare frontiere e barriere culturali. E dunque – riprendendo il tema della Biennale di Venezia che, ricordo, chiuderà solo il 26 novembre   VIVA L’ARTE VIVA.

Arte e vita – Arte che vive

Pierre Huyghe, Zoodram, 2004
Pierre Huyghe, Zoodram, 2004

Non sarà difficile per chi ama frequentare l’arte del XX secolo trovare una relazione stretta tra arte e vita. Far coincidere arte e vita è stato uno dei temi centrali del secolo scorso; gli artisti nel tempo lo hanno praticato in modo diverso cominciando dal en plein air degli impressionisti, per passare poi ai collage di Picasso e al colore sgocciolato di Pollock e arrivare fino agli happening di Fluxus, magari passando dall’orinatoio di Duchamp.   C’è un momento, però, nella storia dell’arte della seconda metà del XX secolo, in cui l’arte non coincide veramente con la vita, ma l’artista è interessato a dare vita all’opera d’arte. Mi spiego meglio: dagli anni Sessanta si assiste alla ricerca di una forma d’arte che sia essa stessa vita . Per me questo è il significato profondo dell’arte povera, una forma di arte che quasi promanava dall’energia della materia e che esprimeva la sostanza delle cose.

Interesse per le cose viventi, rendere l’opera d’arte un organismo vivente che viva la mutazione e il cambiamento: questo senz’altro è il lavoro dell’artista francese Pierre Huyghe che in questo momento ha una retrospettiva al Centre Pompidou a Parigi.

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Pierre Huyghe, Untitled, 2011

Egli esplora l’arte e le sue leggi, i segni del tempo e  i cambiamenti biologici delle cose. Chi infatti potrà visitare la sua mostra vedrà come il suo lavoro  è fatto di tanti materiali e tecniche diverse: ciò che cerca è lo stato in cui un’opera diventa un organismo in continua metamorfosi e cambiamento, quasi un mondo che si autogenera e varia nel tempo e nello spazio, indipendentemente dalla presenza degli spettatori. Colpisce ad esempio A Way in Untilled, una scultura di una donna sdraiata  con la testa coperta da un alveare di api.  La statua è diventata il luogo per le api, che si sono appropriate della forma e che ora vivono dentro essa. Oppure il lavoro Zoodram, acquari dove vivono invertebrati e ragni marini che l’artista ha scelto per i loro comportamenti e per le loro forme. Dentro gli acquari convivono con paesaggi insoliti: teste di muse, forme surreali di architetture. In mostra potrete anche imbattervi in un cane bianco con una zampa rosa . Si legge nel depliant della mostra: “ la mostra è aperta a delle forme di vita che normalmente sono vietate. Ragni e formiche tracciano le proprie linee negli spazi  acquatici dove trovano rifugio, delle api costruiscono i loro alveare e un cane circola”.

Pierre Huyghe, Centre Pompidou
Pierre Huyghe, Centre Pompidou

Dentro la mostra ti senti  in un mondo vivo e anche a te è richiesto di agire come nell’opera Atari Light, del 1999, dove il soffitto è programmato per trasformarsi in una scacchiera e il pubblico è invitato a giocarvi muovendo le pedine con dei telecomandi.

La mostra curata da Emma Lavigne è aperta al Centre Pompidou fino al 6 gennaio 2014, poi andrà al Ludwig Museum di Colonia  e poi al LACMA di Los Angeles.