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Annette Messager, Histoire de robes, 1990

Siete rattristate per lo squallore della televisione pubblica italiana? Per come siamo state trattate, in quanto donne dell’est o dell’ovest? Per tirarvi su di morale, e mandare tutti a quel paese, vi consiglio di vistare la mostra di Annette Messager,  presso Villa Medici, a Roma. Francese, pluripremiata e conosciuta nel mondo dell’arte, Annette Messager rappresenta bene il mondo delle donne: da femminista convinta quale è, sa raccontarne in modo ironico e tagliente il ruolo nella società.

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Annette Messager, Villa Medici, Roma

Il suo lavoro è un assemblage di oggetti trovati, fotografie, collage. I suoi temi svelano molto spesso  l’intimità, le paure nascoste, i dolori delle donne. Come la serie “Histoire de robes”: una serie di vetrine contenenti eleganti abiti femminili sui quali erano con spillate delle piccole pitture o delle fotografie. Ogni vetrina era il un ritratto di una donna diversa.    

La mostra rimarrà aperta fino al 29 aprile, le opere si trovano negli spazi interni e nel giardino. Fra queste, troverete anche una curiosa carta da parati, con delle coloratissime farfalle: in realtà uteri multicolori svolazzanti. Le donne di Messager sono un po’ delle fattucchiere, mostri con dita fatte da matite appuntite, volti poco rassicuranti che potete starne certi nessuno italiano vorrà mai sposare.

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Annette Messager, Villa Medici

Come crescere forte mia figlia

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Chiamanda Negozi Adichie

Dovremmo essere tutti quanti femministi. Lo dice Chiamanda Negozi Adichie, la scrittrice  nigeriana di cui romanzi vendono in tutto il mondo (uno per tutti: Americanah pubblicato da Einaudi), in un bel libriccino di pochi anni fa. Per eliminare ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne dovremmo tutti quanti, uomini  donne, fare una sana iniezione di femminismo.

Io sono d’accordo con lei. E sono felice che abbia appena pubblicato un’altro libro con 15 consigli – sicuramente arguti, come è suo solito – su come aiutare le proprie figlie a divenire donne forti e indipendenti. Si chiama Cara Ijeawele, quindici consigli per crescere una bambina femminista. La forma è quella della lettera a un’amica che le chiede consiglio su come aiutare educare le proprie figlie. Non vedo l’ora di leggerlo.9788806234935_0_0_300_80

Spero che tante,  tante persone anche nella nostra Italia affetta da maschilismo (per me sinonimo di cretinismo) congenito, facciano altrettanto.

Le donne possono cambiare la storia

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Amelia Earhart, pioniera dell’aviazione

È nata una nuova tipologia di amici: gli amici cacciatori. Sono quelli che cercano nel web fatti, avvenimenti, foto e poi le selezionano e le condividono con te. A volte si tratta di  campagne di sensibilizzazione su temi sociali o politici da appoggiare, altre volte semplicemente di belle foto da ammirare o di barzellette su cui ridere. Io non sono una di loro, ma mi diverte seguirli perché mi ricordano la caccia alle figurine Panini di quando ero piccola.

Non sempre riesco a star dietro a tutto, lo confesso. Però può succedere che questi amici mi offrano anche l’occasione di vedere e conoscere cose  che mi incuriosiscono. Allora mi piace approfondire. Proprio questo week end, ad esempio, il mio amico Antonio mi ha mandato un file dal titolo foto storiche di donne. L’ho aperto, e mi sono ritrovata davanti a una carrellata di fotografie storiche in cui si vedono ritratte donne più o meno famose, che hanno contribuito a cambiare la storia. Ogni loro atto è servito  a portare avanti un rinnovamento nel movimento femminista. Ho guardato una seconda volta  queste foto a pranzo con mia figlia adolescente: anche lei si è appassionata ed è stata un bella occasione per parlare e discutere assieme del lungo cammino verso l’emancipazione intrapreso dalle donne.

Ora lo giro anche a voi e ringrazio chi ha fatto questa bella raccolta.

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… soprattutto donna

franca rame e dario foSi è spenta ieri a 84 anni Franca Rame, per i detrattori una “pasionaria”, per tutti gli altri una grande attrice impegnata in prima persona nella difesa dei diritti civili. Moglie del premio Nobel Dario Fo, ha speso l’intera sua vita per il teatro e dopo, aver vissuto in prima persona l’esperienza del ’68, si è gettata anima e corpo nell’impegno politico diventando un attivista femminista e realizzando pièces teatrali che ella stessa recitava. Donna che, come è stato detto, ha dato voce alle donne, anche in maniera forte ad esempio con il suo monologo Lo stupro, che racconta la sua personale esperienza della violenza sessuale subita nel 1973.

Ci è sembrato doveroso ricordarla qui, in un blog che fra le tante cose parla di “arte”, perché per quanto riguarda Franca Rame, nel bene o nel male, di arte si è trattato… per tutta la sua vita.