chiacchiere del lunedì

Delphine Boël, The Golden Rule blabla
Delphine Boël, The Golden Rule blabla

È passato anche San Valentino: un’occasione per gli innamorati, ma anche per tutte quelle persone che invece lo hanno dedicato al V-day (da non confondere assolutamente con quello italiano di grillina memoria!) il giorno per manifestare contro la violenza sulle donne e sulle bambine nel mondo (vedi www.vday.org) attraverso attività varie: dal teatro ai flash mob danzanti.day

Abbiamo seguito le ore cruciali che stanno conducendo alla staffetta nel governo. Verso fine settimana abbiamo commentato la frase infelice del rampollo di casa Agnelli, John Elkann, sui giovani italiani e sulla loro presunta scarsa volontà di mettersi in cerca di un lavoro: e qui ci siamo arrabbiati e sentiti offesi pensando in fondo che il ragazzo non sa di cosa parla, perché non ha mai vissuto la realtà comune dei giovani d’oggi .

E ora, si apre la settimana con la musica: ha inizio il festival di Sanremo e l’enfasi sarà tutta concentrata sull’evento. Si commenteranno le musiche ma anche i vestiti, le battute e le gaffe dei presentatori. Sanremo è una parentesi che forse ci farà allentare la tensione, certo ma ci distrarrà dalle realtà del paese. Mentre tutte le edizioni passate si fondono e ci confondono perché alla fine sembrano tutte uguali, sappiamo che gli dedicheremo un po’ del nostro tempo. In verità, Sanremo fa parte della nostra quotidianità, ci consente di sentirci un po’ più italiani e, secondo una strana catena di emozioni legata a memorie e date, ci riporta sempre indietro verso la nostra gioventù.

Non sarà un grande un problema se non riuscirete ad assistere a tutte le puntate fiume di questa edizione, tanto si sa Sanremo è un po’ come le soap opere americane, se perdi qualche puntata la trama non cambia!

Pronti a ballare?

Vogliamo continuare questa settimana che si preannuncia triste e grigia mettendo un po’ di musica? Vi dispiace se ci dedichiamo a quella un po’ demenziale, tipo il motivetto che ti entra in testa e non ti abbandona più?

Allora parliamo della star del momento che canta la hit del momento… Mi riferisco a Psy, artsita coreano, che con il suo tormentone Gangnam Style ci sta facendo impazzire.

Affrontiamo però l’argomento seriamente, inannazitutto parlando del nuovo pop coreano, il cosiddetto K-pop (abbreviazione per Korean pop) che sta all’origine del Gangnam Style. Questo tipo di musica nasce alla fine del secolo scorso, al termine degli infiniti conflitti che avevano visto la Corea del Sud protagonista di indicibili sofferenze, quando questa eccezionale nazione decide di reinventarsi. Il nuovo livello di vita rende i coreani più propensi al divertimento. Nascono dunque, in un tessuto sociale in fermento,  a livello artistico, nuovi modi di esprimersi alcuni dei quali si rifanno alla tradizione occidentale, che però viene completamente reinterpretata in chiave neo-orientale, ovviamente non tutti allo stesso livello quanto a originalità e creatività.

Sulla scia delle boys bands occidentali nascono infatti boys bands coreane composte da innumerevoli cantanti e ballerini, funanbolici e istrionici.

Il magazine americano Rolling stone dà la seguente definizione di K pop  «il K pop è una miscela di musica occidentale alla moda e pop giapponese ad alta energia, che attacca le orecchie di chi ascolta con ganci ripetuti, si eprime a volte in lingua inglese, fondendo canto e rap ed enfatizzando le performance visive».

Torniamo a Psy, non più giovanissimo, conosciuto fino a questa estate come cantante, rapper, ballerino e produttore solo nell’ambiente coreano e definito oggi dal segretario generale dell’ONU Ban Ki Moon «un uomo che con la sua energia può aiutare ad uscire dalla palude della crisi mondiale». Mica male no? Il suo video su you tube è naturalmente virale ed é di oggi la notizia che è stato cliccato 805 milioni di volte. Da luglio, quando è uscito il suo motivetto, è stato ballato non solo in tutto il mondo, ma da tutto il mondo (persino il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, durante la sua campagna elettorale promise che lo avrebbe ballato privatamente a Michelle una volta rieletto alla Casa Bianca). Non si contano i flash mob che l’hanno utilizzata come colonna sonora!

Noi ve lo vogliamo mostrare ballato da un danzatore di eccezione, che con questo video ancora una volta ha sfidato il governo del suo paese, per sottolineare quanto sia importante la libertà dell’arte e dell’artista.

Vi presentiamo dunque Ai Weiwei che danza Gangnam Style di Psy. Godetevelo!