Non ci potevo credere, ma, calendario alla mano, mi sono dovuta arrendere. Sono passati già vent’anni dall’uscita del primo libro della saga di Harry Potter, la storia del mago più famoso del mondo, un miscuglio vincente di genio, puerilità, sfiga e predestinazione.
E dunque i cari inglesi cosa decidono di fare per celebrare il maghetto uscito dalla penna di J.K. Rowling? Allestiscono una mostra presso la British Library di Londra: Harry Potter: A History of Magic. Non una normale mostra, ma un modo maledettamente sottile e intelligente per avvicinare il grande pubblico, richiamato dal nome di Harry Potter, alla visione dei tesori della British Library. Infatti in questo frangente verranno svelati rari libri, manoscritti e oggetti magici conservati nella collezione della biblioteca, catturando le tradizioni del folclore e della magia che sono al centro delle storie di Harry Potter. Verranno esposti inoltre per la prima volta in assoluto le bozze originali e i disegni di J.K. Rowling e dell’illustratore Jim Kay.
I visitatori fra le altre opere potranno ammirare il manoscritto di George Ripley del XVI secolo che spiega come creare una pietra filosofale, potranno gettare uno sguardo a Sirius nel cielo notturno come immaginato dagli astronomi medievali e incontrare immagini colorate a mano di draghi, unicorni e una fenice che sorge dalle fiamme.
Insomma il paradiso dei bibliofili. Da non perdere!
Che voglia di supereroi c’è nell’aria vero? E’ capitato anche a voi di respirarla? Sembra risorta grazie alle storie del cinema, che ha favorito il ritorno alla fama di certi personaggi dei fumetti Marvel. Uomini e donne forti, con poteri soprannaturali che lottano per la giustizia. Per Natale è arrivato anche un libro fantastico in casa nostra: un manuale che ti spiega 101 modi per diventare supereroi (101 Things To Do to Become a Superhero.. or evil genius‘ di Richard Homes e Helen Szirtes – Bloomsbury) . Mi domando se questa moda è anche una conseguenza dei poteri soprannaturali di Harry Potter. Durante l’anno appena trascorso mi sono vista al cinema un figlio degli dei dell’Olimpo, Thor, Superman, Capitain America….e ho scoperto che il super eroe non è un desiderio solo dei più giovani, ma è un qualcosa dentro tutti noi. Lo spiega bene il bel film di Ben Stiller, I sogni segreti di Walter Mitty dove il protagonista si immagina di compiere imprese come il cavalcare le onde dell’asfalto della città o il gettarsi dal un grattacielo per salvare la sospirata amata. Il film è bello davvero. Alla fine il protagonista lo diventerà davvero un supereroe e non per le grandi azioni che compie, ma perché nella vita è riuscito a tenere fede alle poche cose che contano: l’amicizia, la famiglia e un lavoro svolto con competenza e serietà . E allora, pensando alla vita vera e non a quella immaginaria, mi dico che in questo giorni io un supereroe vero, non da fumetto, lo ho conosciuto. È Aitzaz Hassan, morto pochi giorni fa a 15 anni per salvare i suoi compagni di scuola, in Pakistan . Aitzaz, ha visto una persona sospetta avvicinarsi alla scuola e ha avvisato i suoi amici, che però non gli hanno creduto. Il ragazzo non si è perso d’animo: è andato coraggiosamente incontro allo sconosciuto, per impedirgli di avvicinarsi alla scuola. Lo sconosciuto era un terrorista kamikaze che, scoperto, si è fatto saltare in aria uccidendo l’eroico giovane. Tutti i compagni di scuola si sono salvati grazie al sacrificio di questo ragazzo eccezionale, che avrebbe voluto continuare gli studi e divenire un medico.
Abbiamo sempre avuto il desiderio di dare vita alle cose inanimate, un retaggio forse di quando eravamo bambini e riuscivamo a parlare e a dare voce agli oggetti.
Bill Viola, The Greeting, 1995
Massimo poi sarebbe poter far parlare le opere d’arte, dare voce a quel dipinto o a quella scultura che l’artista ha realizzato e ha bloccato nella materia.
In questo campo il cinema ha giocato un ruolo decisivo. Memorabile la cavalcata di Mary Poppins e Bert, quando entrano nel paesaggio disegnato con il gesso per terra. Egualmente sorprendenti sono le voci dei personaggi dipinti della quadreria della scuola di Hogwarts nella saga di Harry Potter. E che dire della visita animata che ci propone il museo di storia naturale di New York, nel film Una notte al museo! Oppure (ma la lista sarebbe lunghissima) della statua equestre di Garibaldi che nel film di Soldini Il comandante e la cicogna parla e discute con un altra statua?
La scuola di Hogwards, tratto dal film Harry Potter
Far parlare le opere d’arte ci aiuta ad immergerci in esse, nell’ambiente sociale e nel mondo culturale dal quale provengono. Insomma, serve ad avvicinarle maggiormente. Di questi tentativi ne sono stati fatti tanti. In questi giorni avevo tra le mani un libretto edito da Polistampa nel 2011, a cura di Maria Valbonesi, intitolato Donne di quadri. Il libro si compone di sedici dialoghi inventati tra figure di dipinti famosi. Così, per esempio, si può leggere il dialogo tra Salomè e Giovanni Battista, la cui testa finì sul piatto durante il banchetto per il compleanno di Erode (la scena è stata mirabilmente affrescata dietro l’altare maggiore del Duomo di Prato, nel XV secolo, da Flippo Lippi). Oppure leggere un dialogo dei due coniugi Lydig ritratti da Giovanni Boldini (1842-1931) nel quadro la Passeggiata al Bois de Boulogne. Le parole cercano di riportare l’atmosfera del tempo. Ad esempio : “ dove stiamo andando così in fretta?” chiede la signora “Nowhere, mia cara , nowhere- L’unico luogo verso il quale valga la pensa correre”risponde il marito .
Filippo Lippi, Danza di Salomè, dal ciclo di affreschi con storie di Santo Stefano e San Giovanni Battista, Duomo di Prato, 1452-1465
A volte capita invece che la fortuna voglia che a raccontarci l’arte del passato sia un’artista contemporaneo. In tal caso è ancor più bello: l’arte si somma all’arte e viene fuori qualcosa che difficilmente si può dimenticare. Mi viene subito in mente la famosa video installazione The Greeting, dell’artista Bill Viola. Tramite quest’opera Bill Viola ci ha permesso di avvicinare e incontrare nuovamente e in maniera diversa il quadro della Visitazione del Pontormo, di Carmignano. Il video ha la forza di far riaffiorare l’intensità e l’energia che sprigiona l’incontro tra Maria e Sant’Elisabetta e in questo caso le parole sono superflue.