Côté Suisse

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Noi italiani ci avviciniamo all’anniversario della Liberazione, il 25 aprile. Già vengono pubblicate le storie degli ultimi sopravvissuti e sono tutte interessanti. Mentre le ascolto mi vengono in mente i racconti, uditi da bambina, di coloro che avevano vissuto la guerra. Tutti, senza eccezioni, facevano riferimento anche ai bombardamenti. Questi aerei che seminavano la morte avevano marcato la memoria dei nostri vecchi.

Di recente ho scoperto che anche gli Svizzeri hanno avuto il loro penare a causa dei combattimenti aerei durante la seconda guerra mondiale. Essendo un paese piccolo, stretto tra i belligeranti, la Confederazione veniva spesso sorvolata dalle diverse aviazioni militari, anche con conseguenze funeste. Inizialmente, furono gli aerei tedeschi a sconfinare regolarmente sui cieli elvetici, durante l’aggressione alla Francia e al Belgio. La cosa accadeva così di frequente che gli Svizzeri cominciarono ad abbatterli! Il che fece infuriare Hitler, il quale sottolineò come gli ineffabili vicini usassero anche armi tedesche per tirargli giù gli aerei. Il macabro Adolfo minacciò la Svizzera e approntò un piano di invasione che si chiamava Tannenbaum. Così gli svizzeri si decisero a lasciar correre, in materia di aerei, ma approntarono un micidiale piano di difesa incentrato su ridotti montani, capaci di tenere in scacco per moltissimo tempo un esercito invasore.

La guerra poi cambiò corso e fu la volta dei tedeschi ad essere bombardati, e così i cieli svizzeri cominciarono a essere violati anche da aerei alleati, che passavano per bombardare l’Italia o la Germania. E gli svizzeri di nuovo si arrabbiarono, con qualche abbattimento o costringendo gli aerei ad atterrare. Ma il più delle volte furono i piloti alleati che, colpiti durante la missione, decisero di scendere (magari col paracadute) sulla Svizzera, per evitare l’internamento da parte del nemico. Venne persino creata una speciale zona di internamento in un resort montano vicino a Lucerna. Il peggio fu che a volte gli alleati sbagliarono pure bersaglio! Capitò che bombardassero Zurigo credendolo Friburgo in Germania, o Sciaffusa e Basilea, scambiate per città tedesche.

Lezione per i nostri giorni: puoi startene bello chiuso nel tuo orticello, ma se vicino a casa tua qualcuno si mena e lo fa per troppo tempo, prima o poi ne buschi anche tu.

Battelli a vapore: la parata sul lago Lemano

Forse non l’avrei mai considerata molto interessante la parata dei battelli a vapore, se non mi fossi trasferita dall’Italia nei pressi del lago Lemano.  E invece, fin dalla prima volta che li ho visti, mi hanno affascinata e incuriosita, questi vecchi battelli con la ruota a pale laterali della Compagnie Generale de Navigation (CGN), fondata nel 1873.

Domenica  20 maggio si terrà una festa a loro dedicata. Saranno in cinque  e navigheranno lungo le coste, fermandosi ai porti di Losanna, Morges , Saint-Prex, Nyon, Rolle e Ginevra. Il battello più antico che vederemo sarà  il Montreux, costruito nel 1904, mentre il più giovane è datato 1927 e si chiama Rhone.

Chi volesse saperne di più e confrontare questi battelli ancora in servizio con il battello più antico conservato al mondo, potrebbe andare a visitare  il Museo dei trasporti di Lucerna.  Questo museo,vale una gita, sia per ciò che espone sia per vedere il suo edificio, costruito nel 2009 dallo studio di architettura Gigon e Guyer di Zurigo. Il museo è nuovissimo, molto originale con la sua facciata ornata da centinaia di ruote, cerchioni, volanti eliche e oggetti  di ogni tipo legati al mondo del trasporto.  “ Questo guazzabuglio di elementi riciclati rappresenta una sorta di omaggio alla mobilità meccanicizzata” ha affermato l’architetta Annette Gigon.

Ebbene, dentro al museo potrete  ammirare il piccolo Rigi, un battello che in origine aveva lo scopo di trasportare merci da Lucerna a Fluelen, tappa per i commerci tra Basilea e Milano. Diventato turistico nel 1863, trasportò  anche Thomas Cook in occasione del suo primo viaggio attraverso le Alpi svizzere.

Lasciamoci trascinare dalla corrente del lago e andiamo sulle sponde del Lemano ad ammirare i battelli di un’epoca che non esiste più. Per maggiori informazioni sulla parata potete guardare su www.cgn.ch