Paesi nuovi

Una nostra amica, Daniela, che si occupa di Politiche Giovanili-presso la Provincia di Pistoia- ha risposto al nostro Ci piace e oggi abbiamo deciso di postare la sua testimonianza.

“…anche a me piacciono i ragazzi, tutti e tanto.

E ora dopo il barbaro evento di Brindisi, vi voglio dire quanto e perché mi piacciono così tanto i ragazzi del Sud. Ne conosco a centinaia e molti di loro mi chiamano zia. Non è un fatto di parentela di sangue, ovviamente, ma è un legame altrettanto forte ed indissolubile perché fondato su principi e valori irrinunciabili e scelti per la vita.

Tutto questo passa attraverso un percorso che si chiama Albachiara, che su tutto il territorio nazionale conta sull’adesione di migliaia di ragazzi, centinaia di Scuole, di Associazioni e Pubbliche Amministrazioni. Albachiara ascolta e sostiene i ragazzi nei processi di cittadinanza attiva e di partecipazione e dal Sud, ogni anno, da 8 anni, arrivano al Campus di Albachiara centinaia e centinaia di ragazzi appassionati, forti con la voglia e la fermezza di riprendersi i loro territori, di mostrare a tutti che non hanno paura di vivere i loro valori, di essere protagonisti per costruire giorno dopo giorno, mattone su mattone PAESI NUOVI in cui il rispetto della legalità e dei diritti è sacrosanto.

Questi ragazzi sono legati alle loro tradizioni, non le rinnegano , anzi le riportano all’antico valore e cantano, e ballano e ti contagiano con la passione, quella vera che viene dal cuore per questo fanno paura, a chi sta nell’ombra e semina terrore, a chi è capace, non di vivere, ma di “campare” facendosi scudo e forza con la violenza e l’illegalità. I ragazzi del Sud hanno scelto la democrazia e la partecipazione.

….per questo e per molto altro mi piacciono – insieme a tutti gli altri  – i ragazzi del Sud”

… non ci piace

… non ci piace quello che Beppe Severgnini riportava sul Corriere della Sera di sabato 28 aprile a proposito del grado di preparazione delle nuove generazioni. Uno studio americano, condotto dalla University of Harvard, infatti ha tristemente accertato che, per la prima volta nella storia dell’uomo, le prossime generazioni avranno studiato meno di quelle dei padri. Per gli Stati Uniti ciò dipende da molteplici fattori, fra gli altri  il costo sempre maggiore degli studi che, al contrario di quanto accadeva nei decenni passati, non garantiranno migliori prospettive di lavoro anzi sottraggono tempo prezioso. Severgnini notava che anche in Europa la situazione non é migliore. In Italia poi l’incertezza sul futuro regna sovrana e i giovani continuano ad essere i più penalizzati. Le cose cambiano quando si guarda all’Asia: qui il progresso sociale e non solo, ha creato generazioni di studenti agguerritissimi e motivati che si sono sparsi per il mondo a macchia d’olio, supportati da genitori che finalmente possono concedersi il lusso di far studiare all’estero i propri rampolli.

La situazione dell’Occidente è decadente e dà la misura di quanto necessarie siano le politiche che riguardano i giovani. Nella storia dell’evoluzione i nostri figli sono più vecchi di noi, speriamo che dimostrino, al contrario di noi, un po’ più di saggezza…