Chiacchiere del lunedì

Delphine Boël, The Golden Rule blabla
Delphine Boël, The Golden Rule blabla

Vi sono momenti in cui gli obblighi derivanti dall’essere parte dell’umanità vengono prima di ogni altra considerazione. Soccorrere le centinaia di migranti che si gettano disperatamente verso le nostre coste, in mano a dei trasbordatori assassini, oscuri caronti criminali, fa parte di questi.

Obbligo viene dal latino ob-ligare: legare assieme. Un obbligo quindi non è solo un dovere nei confronti di qualcuno, ma anche un qualcosa che ci tiene uniti in un unico destino. Un’obbligo umanitario, poi, come quello di accogliere profughi moribondi, ci richiede di agire per rimanere a far parte dell’umanità, al di là di ogni egoismo.

Per questo fa tristezza leggere sui social media tanti commenti crudeli verso le tragedie che avvengono nel canale di Sicilia; è come se tanti italiani si dimenticassero della propria natura, lasciandosi andare a parole che suonano semplicemente disumane.

Fortunatamente ci sono anche coloro che si impegnano con ciò che hanno in atti di solidarietà meravigliosi. Sono loro – a Lampedusa, negli altri luoghi dove arrivano i migranti, sulle barche e sui mezzi di soccorso – che ci danno speranza in un mondo migliore e che ogni giorno ci ricordano la celebre ammonizione di Dante: “fatti non foste a viver come bruti”.

Chiacchiere del lunedì

Questa settimana è stato assegnato il premio Nobel per la pace all’Unione Europea. Appena avuta la notizia ho pensato: “questa poi non me la sarei proprio aspettata”. E poi mi sono chiesta il perché di questa scelta.

Così sono andata a leggere meglio le motivazioni e ho trovato questo: “Oggi il premio Nobel per la pace vuole premiare il contributo dato per oltre Sessant’anni dall’UE alla promozione della pace e riconciliazione della democrazia e dei diritti umani”.

La Ue ha risposto che per lei è un grandissimo onore ricevere questo premio e tra le tante osservazioni scrive che, in fondo, è un premio destinato ai 500 milioni di cittadini che vivono nella nostra Unione. Sul momento ho pensato che questo premio me lo sono meritato anch’io, ma poi qualcosa continuava a non quadrare nella mia testa. Certo questo premio arriva proprio nel momento giusto, per rafforzare quell’ Unione così fragile e legata più da interessi economici  che morali. Ma questo premio  come può nascondere alcuni pesanti fallimenti di questa Unione?  Penso all’intera gestione dei profughi e dei richiedenti asilo a livello europeo, dove non si è trovata una soluzione adeguata – tantomeno nel  nostro paese che è  terra d’approdo per gli sbarchi.

Ripensandoci bene, il Nobel per la pace se lo meritavano proprio loro, i “fuggitivi”, definiti anche “gli invisibili”, cioè tutte quelle persone disperate che scappano dalla violenza e dalle dittature dei loro paesi portandosi negli occhi gli orrori della guerra .

Sul tema degli sbarchi in Italia  e sulla nostra impotenza di accogliere al meglio chi soffre segnalo il bellissimo film Terraferma diretto da Emanuele Crialese premiato al 68esimo Festival di Venezia.