Giallo di Natale

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Il freddo in questi giorni non manca. Se anche voi siete appassionati di trascorrere un pomeriggio in compagnia di un libro, magari anche con una buona tazza di tè fumante, per svagarvi con una lettura tranquilla in veste natalizia, vi consiglio il classico giallo di Natale proposto dalla Sellerio. E’ ambientato in un castello inglese e si intitola, appunto, Un delitto inglese. Il suo autore è Cyril Hare (1900-1958).41zrWJV0Z8L

Tra i personaggi non manca la figura del maggiordomo. Vi sono anche la dispensa dell’argenteria da tirare a lustro e la descrizione di una grande nevicata che impedisce agli ospiti sfortunati di lasciare il castello.

La soluzione del giallo non è  scontata e per un po’ indirizzerete i sospetti su tutti. Non sarà facile risolvere il caso: vi terrà con il fiato sospeso fino alla fine .

Buon divertimento.

Negli occhi di chi guarda

C’è uno scrittore i cui libri acquisto a scatola chiusa. Poi, tornata a casa, li metto sul comodino e prima di andare a dormire li leggo. Lo scrittore è il toscano Marco Malvaldi. Le sue storie mi mettono di buonumore e mi fanno fare sogni tranquilli.  Il suo modo di  commentare i fatti e le persone mi ricorda la mia terra, la Toscana appunto; certe volte mi sembra di ascoltare un compagno di scuola scapestrato o certe frasi piene di ironia, come quelle usate dalla mia povera nonna: “ sei sudicio come un bastone da pollaio” oppure “beota a non pensarci prima”. Mi viene in mente la sua descrizione di un personaggio, il carabiniere Melighetti, definito “rigido come un mormone in un’enoteca”. 9788838936845_0_0_0_75

L’ultimo suo libro che ho letto si intitola Negli occhi di chi guarda. E’ ambientato in Maremma in una proprietà chiamata Poggio alla ghiande. La storia è, come d’abitudine con Malvaldi, un giallo strutturato come un dipinto di persone molto diverse tra loro, con tante situazioni capaci di strappare la risata, come l’intermezzo dedicato alle email dell’architetto Khermes: veramente tutto da ridere. Non mancano anche alcune considerazioni sulla genetica e sull’arte contemporanea: della prima Malvaldi sembra un intenditore, della seconda un po’ meno.

I fantasmi dell’impero

mappa_Africa_Orientale_ItalianaOmicidi efferati, un complotto politico frutto di lotte per il potere, l’Abissinia (oggi Etiopia) occupata, amori più’ o meno fortunati e le velleità imperiali (e criminali) del Fascismo. Ingredienti per un giallo mozzafiato ambientato in quella che fu l’Africa Orientale Italiana, con un avvocato militare italiano impegnato in una missione strettissima e quasi stritolato da un gioco più’ grande di lui.  Un libro di tre amici – intitolato I fantasmi dell’impero – che hanno compiuto anni di ricerche per costruire una storia (di finzione) incentrata su tante storie individuali vere e su una conoscenza dei luoghi e delle istituzioni imperiali eccezionale. Leggendo il libro, ci si cala negli anni trenta e si viaggia fra Addis Ababa, Dessié, Macallé, Gondar, Bahar Dar; si attraversano la provincia del Goggiam e le montagne dell’Etiopia settentrionale. 51BdBPiVrSL._SY346_

Si incontrano le situazioni dell’impero: gli ascari, le scellerate bande di irregolari, i residenti italiani e i costruttori di strade, le città italianizzate (mi viene in mente il viale Mussolini a Addis, che oggi si chiama Churchill road), le camice nere in cerca di gloria, l’esercito. Si vive quella stagione della nostra storia in cui tanti italiani si recarono in Africa convinti di portare la civiltà, trovandosi invece sotto un’amministrazione che non esitava a usare ogni crudeltà, in virtù’ di puro razzismo e in barba alle regole del diritto internazionale umanitario. Tanti dei nostri eroici leader di allora oggi sarebbero solamente dei criminali internazionali, buoni per la corte dell’Aja. Il libro fa trasparire tutto questo in maniera molto intelligente, attraverso le storie dei singoli. Una bella storia e un monito: per quanto civili ci si senta, la barbarie è sempre dietro l’angolo.