Lo scrittore Emmanuel Carrère l’ho scoperto da quando vivo in Svizzera, attraverso il suo libro sulla storia del dissidente russo Eduard Limanov. Poi quest’estate ho letto una storia delle origine del cristianesimo: il Regno. La sua scrittura, il suo modo di farmi entrare nelle storie sue personali e degli altri, mi piace così tanto che quando pochi giorni fa ho trovato in stazione sugli scaffali un nuovo piccolo libriccino, dal titolo A Calais, l’ho comprato subito.
E’ il racconto di una visita di Carrère a Calais dove si trova un accampamento di disperati denominato Giungla: richiedenti asilo, migranti, rifugiati, vi attendono in condizioni precarie un passaggio per il Regno Unito.
Sapevo che mi avrebbe fatto vedere le cose con occhi diversi da quelli di un semplice reportage giornalistico. Così è stato: in quelle poche pagine mi ha raccontato anche della città di Calais e dei suoi abitanti, di come vivono questa situazione, alcuni con reazioni di rabbia, perché “non è facile ascoltare discorsi del genere senza provare una certa spocchia di classe, perché più che discorsi di malvagi sono discorsi di poveri , poveri di cultura oltre che di denaro”.
In questo libro ho trovato ritratta la complessità delle cose, la rabbia la disperazione, le menzogne ma anche, dentro alla cosiddetta giungla qualcosa “estremamente esaltante: un’energia una straordinaria fame di vita, quelle che hanno spinto tanti uomini e donne ad affrontare un viaggio lungo , travagliato, eroico , di cui Calis, che pure sembra un vicolo cieco, è solo una tappa”.
Quando ho finito il libro ho pensato: ci vogliono menti intelligenti, oneste intellettualmente, capaci di raccontarci le cose come stanno. Questa è l’unica cosa che ci può salvare in questo momento, così pieno di tensioni e minacce, come quella di Calais “tutti ammettono che nella città grava una minaccia …i pro migranti la temono, chi è contro la auspica, ma tutti si aspettano che da un momento all’altro una catastrofe farà saltare questo equilibrio precario”.
Grazie Emmanuel Carrere per averci riportato quello che i tuoi occhi hanno visto e che la mente ha capito.
Amo molto Carrere, e cerco subito “Calais”
Mi ritrovo nelle tue parole, con la disperazione di non trovare vie d’uscita…