“La vera provincia italiana è diventata Facebook. È lì che trovi i risentimenti, i litigi, il livore, le zuffe, cioè l’aspetto meno edificante del paese”, così si esprime Edoardo Camurri, scrittore, giornalista, conduttore radiofonico e televisivo.
I social ci hanno resi liberi di esprimerci? Liberi di insultarci, di litigare, magari nascosti dietro ad un nickname, ma anche di raccontarci, di far sapere agli amici dove siamo, cosa pensiamo, cosa sentiamo.
Come al solito è sciocco demonizzare il medium, come al solito è questione di misura e intelligenza nell’uso delle risorse… perché comunque è di risorse che si parla.
Ciò che è difficile da buttar giù è la violenza, l’aggressività che trapela da tanti, troppi post. Sto assistendo attonita alla spirale di follia pura nella quale stiamo cadendo a proposito del prossimo referendum costituzionale. Tutti urlano si o no, le ragioni dell’altro non interessano, tutti siamo impegnati a insultarci vicendevolmente. Tutti mentono sapendo di mentire, tutti raccontano, postano, condividono bufale che in altro clima farebbero solo sorridere.
È verso un mondo che si azzanna e si lacera senza pudore che stiamo andando incontro?
Non ci sto! Sarò naif ma io sto con chi diceva “mettete i fiori nei vostri cannoni”. Forse è l’unico modo di spiazzare i violenti e i seminatori di zizzania!
Buona settimana!