
Ci sono artisti il cui lavoro necessita di essere esplorato come si potrebbe visitare una wunderkammer. Le opere, anche se tessono un’unica idea, sono presentate sempre in modo diverso. Rosemarie Trockel è fra questi. I suoi lavori infatti sono sempre diversi e rappresentano un mondo di relazioni. Non ci sono limiti nell’esprimersi lei è capace di usare ogni materiale o mezzo : la fotografia, il collage, i ritratti, il filo con il quale ricama o che usa per coprire forme abbozzate o divengono linee rigorose che disegnano le tele, la ceramica come esplosione di materia molto spesso specchiante o infine oggetti di uso comune.
Il suo lavoro riflette su temi quali l’identità, il suo essere donna , la storia della conoscenza, le tradizioni popolari ma anche la sua passione per la botanica, le forme animali, la mineralogia.

Quando vedi il suo lavoro non lo dimentichi ma ti richiede tempo e pazienza per assimilarlo. In questi giorni, chi fosse interessato, e fino al 26 febbraio, può andare a visitare una sua mostra a Torino presso la Pinacoteca Agnelli.
Per quel gusto che la caratterizza di ricercare e aprirsi al sapere umano non mi sono stupita quando ho letto che questa mostra dal titolo Riflessioni/Reflections è nata nella mente del suo curatore Paolo Colombo come un invito all’artista affinché potesse relazionarsi con le opere dei Musei di Torino. In mostra dunque vedremo cosa ha scelto e come ha costruito con il passato un ponte per le sue opere.
La critica Anne M. Wagner qualche anno fa intitolò un saggio sull’artista tedesca Trockel’s Wonderland. Penso fosse molto appropriato. Vi auguro buon viaggio nell’incredibile mondo di Rosemarie Trockel.
bella e intensa la mostra di torino…. forse un po’ nuda di spiegazioni…ma intensa