Dunkirk, o meglio, Dunquerque: il film; è nelle sale adesso! Da piccole, studiando la storia, leggevamo di questo episodio della seconda guerra mondiale con ammirazione: questi inglesi, sconfitti sul terreno dalla travolgente e velocissima avanzata tedesca attraverso i Paesi Bassi e la Francia del nord (non a caso quello stile di combattimento si chiamo’ guerra lampo), ammassati in una sacca in riva alla Manica, riescono ad uscirne raggiungendo l’Inghilterra! E ci riescono facendo leva sul senso civico di ordinari cittadini che prendono la barchetta e attraversano quel tratto di mare, dove noi italiani nemmeno faremmo il bagno in estate, per salvare i connazionali chiusi fra terra (il che significava le divisioni tedesche) e mare. Ne hanno fatto un mito, gli inglesi. E ne hanno ben donde: ma dove lo trovi un popolo con questo spirito di abnegazione? E che dire dei soldati sulla spiaggia? Ma ci pensate: quelli si mettono in fila per raggiungere le barche e lo fanno ordinatamente! Niente casino: passo prima io, passi prima tu. Quelli stanno in fila. Ma non hanno paura? Ce l’hanno eccome; ed è proprio questa paura la cifra del film. Si sente la paura del combattimento, dello stare in fila aspettando un bombardamento, del navigare su una barca temendo il siluramento. La paura dell’aviatore che finisce il combustibile ma si sacrifica per proteggere i compagni. La paura dell’essere sotto il fuoco. Paura spessa, brutta, schifosa, quello che si prova quando le cose vanno male davvero. Paura nuda e pura, che non lascia adito a commenti. Mentre guardi questo film ti immedesimi nei personaggi: speriamo di uscirne vivi, ti dici. E alla fine ammiri la forza di volontà di chi seppe resistervi per ribaltare, in ultimo, le sorti di un conflitto quasi perso. Meno male che c’è stata Dunquerque: oggi si vive in un Europa libera.
Splendido post, come sempre! 🙂