
Mentre galleristi, collezionisti, consulenti e artisti si scaldano in vista dell’apertura di due fiere dell’arte contemporanea che si terranno quasi negli stessi giorni a Bologna e a Ginevra, ha inizio febbraio, una cara amica mi ha fatto notare che quest’anno al Sundance Film Festival, dedicato al cinema indipendente americano, è stato presentato un documentario sul mondo dell’arte contemporaneo dal titolo The Price of Everything, regia di Nathan Kahn . Il documentario è un’indagine sul sistema che ruota attorno all’arte e cerca di comprendere le implicazioni del legame tra successo, denaro e il desiderio di possesso. Il titolo è ripreso da una frase di Oscar Wilde nella commedia Il ventaglio di Lady Windermere , pronunciata da Lord Darlinghton: egli afferma che “ una persona cinica è colui che conosce il prezzo di ogni cosa ma il valore di niente”.
Il regista è partito dagli artisti – tra cui Jeff Koons, Gerhard Richter – e dal confronto che devono sostenere con il mercato dell’arte in una società come la nostra, dove tutto si compra e tutto si vende. I temi sono giusti per questi tempi e il documentario sembra molto promettente e pungente.