La sala di lettura

Roberto Barni
Roberto Barni

Ricordiamo che il 29 gennaio potremo commentare tutti Verso Nord, di Willy Vlautin.

murders rue morgue titleLe facoltà mentali che definiamo analitiche, sono, di per sé, poco suscettibili di analisi. Le apprezziamo unicamente nei loro effetti. Sappiamo fra l’altro che, per chi le possiede in misura straordinaria, costituiscono sempre una fonte di vivissimo godimento. Come l’uomo forte esulta delle sue doti fisiche, dilettandosi di quegli esercizi che chiamano in causa i suoi muscoli, così l’analista si compiace di quell’attività mentale che incipit. Egli trae piacere da qualsiasi occupazione, anche la più banale, purché metta in azione il suo talento. E’ appassionato di enigmi, di rebus, di geroglifici, nel risolvere i quali da prova di acumen che può apparire soprannaturale a un’intelligenza comune”.
Sono queste le frasi iniziali di quello che viene considerato il primo romanzo poliziesco della storia della letteratura occidentale. È il 20 aprile del 1841 quando sul Graham’s Lady’s and Gentleman’s Magazine di Filadelfia viene pubblicato un racconto intitolato The murders in the Rue Morgue. L’autore è, all’epoca, già conosciuto, ma non da tutti apprezzato: il suo stile, la sua storia personale, i suoi argomenti suscitano l’avversione del pubblico. Stiamo parlando di Edgar Allan Poe, che in seguito fu considerato come uno dei padri fondatori della letteratura Americana, il cui valore fu riconosciuto solo dopo la morte avvenuta in circostanze misteriose a soli quarant’anni. 
Poe con questo racconto getta le basi di un nuovo genere letterario, quel romanzo poliziesco che ebbe ed ha ancora immensa fortuna. Poe per primo crea la figura del risolutore di enigmi, non ancora il detective, che solo grazie alle sue facoltà analitiche risolve il più classico dei crimini: l’omicidio in una stanza chiusa. A Charles Auguste Dupin, il personaggio uscito dalla sua penna, si ispireranno in molti: Arthur Conan Doyle, col suo ben famoso Sherlock Holmes, e Agatha Christie, per citarne alcuni.
Non tutti sanno però che lo stesso Poe si ispirò, per dare vita al suo personaggio, a Eugene Francois Vidocq (1775-1857), criminale incallito ingaggiato dalla polizia Parigina come spia e in seguito divenuto egli stesso poliziotto. Famoso per aver risolto casi controversi, fu accusato addirittura di averne “confezionati” ad arte per dare lustro alla sua squadra investigativa.
Dupin, oggi poco conosciuto, è la voce stessa della verità. Come i suoi epigoni, ad esempio Sherlock Holmes, afferra l’evidenza come appare, senza sovrastrutture e pregiudizi, basandosi solo su osservazione e logica. Poe/Dupin srotola e dipana l’indistricabile con una logica ferrea e giunge alla conclusione del caso.
Anche qui il genio indiscusso e visionario di Poe porta alla soluzione bizzarra e paradossale, ma decisamente originale, degli assassinii.
Da rileggere.

“Fried chicken just tend to make you feel better about life”, she wrote

octavia spencerSe vi chiedessi a bruciapelo chi è Jessica Fletcher, sono sicura che molti saprebbero darmi una risposta precisa e senza indugio, molti cercherebbero di ricordare di chi si tratta, associando il nome ad un volto, forse solo i più giovani sarebbero un po’ spiazzati. Comunque nella quasi totalità dei casi la risposta prima o dopo arriverebbe: ma sì, certo! é la “signora in giallo”.

La “signora in giallo”, dal nome della serie televisiva (in inglese il titolo è Murder, she wrote, mutuato da Agatha Christie) che ci ha tenuto compagnia ininterrottamente dal 1984 al 1996 e che grazie ad alcune reti televisive ancora oggi fa capolino nelle nostre case. Il personaggio è un’inossidabile ex insegnante di inglese, interpretata da Angela Lansbury, che fu scelta perché Jean Stapleton e Doris Day rifiutarono la parte.

Certo succedevano tutte a lei, e il piccolo e pittoresco paese di Cabot Cove, idealmente piazzato in un bucolico angolo della costa del New England, naturalmente inesistente, vantava un indice di criminalità al quale neanche i bassifondi di New York potevano anelare.

Per quante serate e pomeriggi la gentile signora, diventata brillante scrittrice di libri gialli di successo, ha risolto l’immancabile omicidio settimanale con l’aiuto di un suo parente (in genere nipoti) o di un amico o di un socio d’affari!? È vero, forse troppi, eppure il successo è stato planetario!

Gli episodi seguivano uno schema abituale: la signora Fletcher si trovava ad incontrare una cerchia di amici o parenti fra i quali c’era un individuo sgradevole contro il quale qualcuno della cricca aveva pronunciato velate o palesi minacce. L’antipatico di turno si ritrovava assassinato e un amico o un congiunto della scrittrice veniva accusato di omicidio, in quanto principale sospetto. Ma niente paura la scrittrice dopo una breve e arguta investigazione scopriva sempre il vero assassino.

E siamo andati avanti così per oltre un decennio, 264 puntate! quindi potrete capire il mio sgomento nell’apprendere che l’americana NBC voleva resuscitare il personaggio!

Ma la vera e gradita sorpresa di questo remake è la protagonista. Infatti i panni dell’investigatrice Fletcher verranno vestiti da un’attrice alla quale ci siamo affezionati, e molto: Octavia Spencer, che ha ottenuto un Oscar per la parte della mitica Minny Jackson nel film The help, un concentrato unico di forza e vulnerabilità, che risolveva i problemi della vita dicendo che “il pollo appena fritto tende a farti sentire meglio” .

Dunque sebbene non sia proprio fan della “signora in giallo”, aspetto con ansia il pilot della nuova serie per dare una chance al personaggio e per affezionarmici ancora una volta.

Vedremo!

Chiacchiere del lunedì

… metti una sera a cena con delitto

Grazie, grazie a tutti coloro che hanno partecipato e contribuito con allegria alla cena con delitto organizzata sabato scorso. La cena è stata per noi una doppia occasione, incontrare tanti italiani che abitano come noi in Svizzera e realizzare una raccolta fondi per sostenere il Centro San Giuseppe di Addis Abeba in Etiopia. Il centro San Giuseppe è un luogo per assistere e sostenere tante famiglie povere di Addis Abeba. Il Centro garantisce fra le tante cose un supporto scolastico ai bambini, un’assistenza sanitaria e avviamento al lavoro per le fasce più povere della città.

La serata è stata per me ed Enrica la prima occasione di un incontro fuori dalla rete e mi sono convinta che se il blog è un bellissima opportunità di scambio ancor più  bello è parlarsi e incontrarsi  di persona.

L’obiettivo è stato raggiunto… tanti vecchi e nuovi amici riuniti insieme hanno reso questo evento indimenticabile! 

Il pretesto del delitto tratto da una storia di Agatha Christie ci ha fatto divertire. Abbiamo visto persone disposte a giocare e pronte e fare di tutto per stare bene e far divertire gli altri: così rispettosissimi italiani si sono trasformati in palme, barche, vicari, modelle, miliardari in carrozzina e tanti altri personaggi disegnati dalla penna della giallista. Abbiamo visto morti improvvisati che “galleggiavano all’orizzonte” sui tavoli e scanzonati ragazzi a pesca o in bicicletta così in un’atmosfera esotica e fatta di colpi di scena abbiamo trascorso una serata memorabile.

La serata è trascorsa in un attimo, anzi quasi troppo velocemente.  E per la bella atmosfera che si è creata vi vogliamo ancora una volta ringraziare di cuore, tutti! Vi faremo avere notizie dal Centro San Giuseppe, e chi di voi voglia collaborare ancora al benessere di bambini e mamme di Addis Abeba ci può contattare, vi daremo tutti gli estremi per continuare questa bella cooperazione!