La più importante delle rivoluzioni

Luigi Rossi, All'ombra una piacevole lettura, al sole di tramonto, 1891
Luigi Rossi, All’ombra una piacevole lettura, al sole di tramonto, 1891

Quando la lettura ha acquistato un carattere privato, personale che ha consentito di aprire una finestra sul mondo e di scoprire cosa accade oltre l’orizzonte quotidiano?  Quando abbiamo permesso il dilagare di grandi mondi e di grandi storie all’interno delle private mura di casa, fino dentro l’anima? Quando la lettura si è tramutata da dovere in puro piacere?

Questa lenta rivoluzione si è svolta nel silenzio delle case e delle scuole senza clamore e senza lotta durante tutto il diciannovesimo secolo. Proprio nell’Ottocento infatti la lettura grazie alla diffusione della stampa e alla reperibilità del prodotto “libro” accompagna e scandisce ogni momento della vita. Non solo, con una maggiore alfabetizzazione, finalmente è consentito a molti di accedere a scritti, lettere di carattere personale che in precedenza potevano essere accessibili solo attraverso un tramite.

La lettura prende forme differenti, generando reazioni e umori che variano dalla gioia al dolore, dall’interesse al rifiuto, dalla malinconia alla felicità. Esce dalle aule si svolge ovunque: seduti in poltrona, sulle rive di un lago, davanti a un caffè, sempre suscitando nuove emozioni, che si tratti della lettura delle parole della Bibbia o dei romanzi che offrono distrazione o riflessione.

Anker, La liseuse

A testimoniare questa rivoluzione silenziosa alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate, nel Cantone Ticino, si è aperta a fine ottobre una mostra singolare, che durerà fino al 24 gennaio: Leggere, leggere, leggere! Libri, giornali e lettere nella pittura dell’Ottocento. Qui il curatore Matteo Bianchi ha raccolto una serie di dipinti individuati sia nei musei sia nelle collezioni private che raccontano il divenire della lettura una occupazione personale e privata. Fra tutte le opere esposte spiccano quelle del pittore elvetico Albert Anker che offre “una galleria indimenticabile di tipi umani: scolari, ragazze che si pettinano o lavorano a maglia e intanto leggono, bambini che si affacciano con sguardi incuriositi al foglio stampato, segretari comunali concentrati nel confronto con documenti ufficiali, ma anche anziani che leggono la Bibbia o il giornale”.

Una dimensione umana particolare e privata della lettura che viene sviluppata attraverso una copiosa carrellata di opere di artisti svizzeri e italiani dell’Ottocento, che spaziano dalla necessità dell’istruzione al piacere del testo.

 

Un parco letterario per Hermann Hesse

Casa rossa“Era passata la mezzanotte e Klingsor, di ritorno da un suo giro notturno, stava sul piccolo balcone in pietra del suo studio. Al di sotto di lui si sprofondava a picco il vecchio giardino pensile, un groviglio pieno d’ombra di fitte vette d’alberi, palme, cedri, castagni fiori di Giuda, faggi sanguigni, eucaliptus allacciati da piante rampicanti, liane e glicine. Al di sopra degli alberi splendevano come pallidi specchi le grandi foglie metalliche delle magnolie, e tra il fogliame i giganteschi fiori bianchi come neve, dischiusi a metà, grandi come teste umane, lividi come la luna e l’avorio, dai quali, penetrante ed alato emanava un acuto profumo di limone”.

Il pezzo è tratto da uno dei romanzi bervi più autobiografici di Herman Hesse, sconosciuto ai più, scritto nel 1920, L’ultima estate di Klingsor. Chissà se Herman Hesse vedeva e sentiva ciò che è qui descritto, dalla sua abitazione di allora, Casa Camuzzi a Montagnola, in Canton Ticino, nel sud della Svizzera. Certo è che quando nel 1932 si trasferì, sempre a Montagnola, nella Casa Rossa, una villa fatta costruire appositamente per lui dal ricco amico zurighese Hans Bodmer, essa rispondeva ad alcune sue basilari necessità.

hesse in giardino

 

Innanzitutto la possibilità di coltivare il giardino, sua grande passione; luoghi abbastanza arieggiati e luminosi per poter scrivere, certo, ma anche dipingere. Un impianto di riscaldamento che alleviasse i dolori dovuti all’artrosi e infine l’esistenza di due appartamenti separati uno per lui e uno per la sua terza moglie Ninon. Il giardino di questa abitazione era un luogo privilegiato e profondamente amato dal premio Noel, e proprio parte di questo giardino viene oggi minacciata da un progetto immobiliare che prevede la costruzione di 9 ville e una palazzina nell’area del parco sottostante la costruzione.

casa rossa 2

Naturalmente si sono levate potenti opposizioni contro la licenza edilizia che il Municipio di Collina d’Oro aveva accordato, oltre ad una petizione, è stata addirittura presentata una mozione per creare il “Parco letterario Hermann Hesse” accorpando Casa Camuzzi, che ospita già il museo Hermann Hesse, e la Casa rossa con il suo giardino e le pertinenze.

 

Tutto ciò per fare in modo che la letteratura non rimanga solo “il viaggio di chi non può prendere un treno”, come diceva Francis de Croisset, ma che sia viva attorno a noi nella memoria degli autori che preferiamo.