La sala di lettura

Roberto Barni
Roberto Barni

In attesa oggi di sapere chi sarà il vincitore del premio Nobel della letteratura vi ricordiamo la data del 23 ottobre dedicata a tutti i commenti sul libro di J.D. Salinger Il giovane Holden.

Se siete tra quelli che pensano che il libro sia un oggetto ormai sorpassato, non credo sarete interessati a questa nuova casa editrice svizzera, chiamata Clinamen, proprio come la parola usata da Epicuro nella sua fisica. La cosa più soprendente è che non è stata fondata da vecchi intellettuali in via di estinzione, ma da un trio di giovani molto motivati che intendono portare la lettura e il piacere del libro in ambiti diversi dalla libreria o dalla biblioteca.

Io li ho conosciuti per strada, a Ginevra; offrivano il caffè fuori un piccolo spazio espositivo chiamato Zabriskiepoint.

Chi si avvicinava era invitato a guardare dentro e a curiosare tra una serie di fascicoli, disposti in ordine alfabetico, contenenti racconti di autori diversi eprovenienti un po’ da tutto il mondo. Ogni visitatore poteva comporsi il proprio libro di racconti scegliendo quelli che più gli aggradavano, assieme a una copertina disegnata da giovani artisti (vi erano tre opzioni). Gli editori poi rilegavano il libro così composto sul momento, usando delle spirali ad anelli.IMG_4636

I giovani editori mi hanno spiegato che i racconti erano stari scelti da loro. In verità i testi includevano anche poesia e saggi. Una raccolta libera di pensieri. Insomma, ognuno poteva comporsi il proprio libro (e si poteva scegliere anche il colore della spirale!): non un libro qualsiasi, stampato in serie, bensì un libro fatto a mano; un pezzo unico composto come noi lo avevamo voluto.

Nei giovani una nuova speranza di unicità e lavoro artigianale.

Chi volesse conoscere meglio da vicino il lavoro di questa casa editrice può visitare il sito http://www.editions-clinamen.com

 

La sala di lettura

Roberto Barni
Roberto Barni

La nostra sala di lettura è ricca di buoni consigli su libri da leggere, ma vuole anche essere un modo per rispolverare il ricordo di libri già letti, che in un modo o in un altro sono stati formativi e importanti.

Per me uno di questi è Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar, scritto nel 1951, in cui l’imperatore in prima persona parla della sua vita, della sua storia che coincide inevitabilmente con quella di Roma, della sua filosofia di vita, impregnato com’era di quello spirito ereditato dai Greci che ancora oggi è alla base di tutto il pensiero occidentale.

Una figura tragica e poetica, umana e universale. Dove, meglio che in questo spazio riproporre un breve estratto in cui Adriano/Yourcenar parla dei libri?

“La parola scritta mi ha insegnato ad ascoltare la voce umana, press’a poco come gli atteggiamenti maestosi e immoti delle statue m’hanno insegnato ad apprezzare i gesti degli uomini. Viceversa, con l’andar del tempo, la vita m’ha chiarito i libri.

Ma questi mentono. anche i più sinceri. I meno abili in mancanza di parole e di frasi nelle quali racchiuderla, colgono della vita un’immagine povera e piatta; altri, come Lucano, l’appesantiscono, l’ammantano di una dignità che non possiede. Altri ancora, al contrario, come Petronio, l’alleggeriscono, ne fanno una palla vuota e saltellante, che é facile prendere e lanciare in un universo senza peso. I poeti ci trasportano in un mondo più vasto, o più bello, più ardente o più dolce di quello che ci è dato; per ciò appunto diverso e in pratica pressoché inabitabile. I filosofi  sottopongono la realtà, per poterla studiare allo stato puro, press’a poco alle stesse trasformazioni che subiscono i corpi sotto l’azione del fuoco o del macero: di un essere o di un avvenimento, quali li abbiamo conosciuti noi, pare non sussista nulla in quei cristalli e in quella cenere. Gli storici ci propongono una visione sistematica del passato, troppo completa, una serie di cause ed affetti troppo esatta e nitida per aver mai potuto esser vera del tutto; rimodellano questa docile materia inanimata, ma io so che anche a Plutarco sfuggirà sempre Alessandro. I narratori, gli autori di favole milesie altro non fanno che appendere in mostra sul banco, a guisa di macellai, piccoli pezzi di carne graditi alle mosche.

Mi troverei molto male in un mondo senza libri, ma non é lì che si trova la realtà, dato che non vi è per intero…”

Da, M. Yourcenar, Memorie di Adriano, p. 23, Einaudi, Torino, 1981

Il Tempo, il Transito e ciò che ne consegue

Ponete il caso, che siate una di quelle persone che per quanto amino il rigore, il metodo e la concretezza, non disdegnino  l’attimo di follia. Quello che  permette di fare il salto, con l’allegra e meravigliosa consapevolezza  che “si, ce la faccio”, e ti rendi conto, che in fondo,  era proprio così.

Ponete il caso, che per motivi magari non proprio totalmente  dipendenti  da voi, siate costretti a cambiare il ritmo del vostro tempo, e a ritrovarvi di colpo ad avere un po’ più di tempo, o semplicemente a poterlo ripartire in modo diverso.

Tempo – tic, tac –   non piu’ il tempo regalato al tram, al semaforo, alle code, alle mense, ma il tempo salvato per regalare alla mente lo spazio per fare collegamenti, bilanci e riflessioni.

Questi sono alcuni degli ingredienti che combinati, amalgamati e mescolati nelle giuste dosi, sono la migliore preparazione di base per chi è “in transito”.

E a proposito di collegamenti e riflessioni, così ad esempio, il giovane giallista e chimico Marco Malvaldi ci lascia una sua bellissima riflessione sull’analogia tra letteratura e chimica, tra il mestiere di scrittore e quello di chimico. Forse potevamo averla già dedotta dall’insigne esempio di  Primo Levi, ma sicuramente con questa sua  riflessione, Malvaldi ci fa venire voglia di leggere i suoi gialli.

Ci si rende conto, che per quanto dei mondi possano sembrare lontani, transitare dall’uno all’altro puo’ essere un attimo; e soprattutto, si rimane ammirati da come,  in quello spazio che ci porta da un approdo ad un altro, saperi ed emozioni si possano combinare tanto inaspettatamente quanto pregevolmente.

Continuando a riflettere sulle combinazioni, dall’approdo della chimica-fisica  si transita verso quello della gastronomia,  per arrivare alla formulazione di quella Gastronomia Molecolare –  solo apparentemente bizzarra combinazione –  che tanto ha acchiappato  scienziati e chef,  da farne addirittura una disciplina.

E così, combinazioni felici possono essere il risultato di transiti arditi ma talvolta necessari, e  che siano tra terre o tra saperi, poco importa. È certo, che  essi sono compiuti da chi, per natura o per contingenza, accetta di guardare ad approdi diversi, permettendo al tempo di cambiare il suo ritmo e ciò che ne consegue.