
Tra arte visibile e arte udibile intercorre una connessione sinestetica? Cioè possono le percezioni provenienti da due sensi (l’udito e la vista) mescolarsi? Può uno stimolo uditivo, il suono, provocare una reazione chiara e delineata di un altro senso, la vista?
Mozart ad esempio vedeva nella musica, in ogni singola nota, colori differenti.
Kandinsky da parte sua voleva “rendere visibile l’invisibile” rinnovando l’arte in modo che divenisse pura fusione sensoriale esplorando la relazione esistente fra suono e colore. Egli giunse a usare termini musicali per descrivere le proprie opere e le definì “composizioni” e “improvvisazioni ” in cui il suono veniva fissato sulla tela attraverso il colore.
La mostra promossa dalla Fondazione Prada, Art or Sound che si aprirà il 7 di giugno a Venezia a Palazzo Correr, può aiutare, se non a rispondere a quegli interrogativi, a trovare una via per comprendere il rapporto che intercorre fra arte visibile e udibile.
“Concepita come un’indagine attraverso il passato e il nostro presente, Art or Sound ha l’obiettivo di analizzare lo sviluppo di un dialogo produttivo e articolato. Affronta le problematiche del rapporto tra arte e suono e degli aspetti iconici dello strumento musicale, nonché del ruolo dell’artista musicista e degli ambiti in cui arti visive e musica si sono incontrate e confuse… Il progetto analizza lo sconfinamento tra produzioni artistiche e sonore, tra musica e arti visive, con l’idea di evidenziarne il costante scambio, senza ricercare inutili classificazioni” (Repubblica online, 10 marzo 2014).
Il percorso espositivo partirà dal Seicento per giungere ai giorni nostri attraverso gli strumenti musicali creati con materiali impropri o preziosi, per passare alle scatole musicali, ai dispositivi con suoni e luci dell’Ottocento, agli Intonarumori di Luigi Russolo
L’ultima parte della mostra sarà dedicata alle ricerche recenti per le quali sono presenti artisti come Christian Marclay, Janet Cardiff, Martin Creed e Doug Aitken, Anri Sala, Athanasios Argianas, Haroon Mirza, Ruth Ewan e Maywa Denki.