Caffè dell’Etiopia!

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Caffè dell’Etiopia! Comprane una bella confezione: è davvero buono.

Siedo in uno dei tanti esercizi commerciali di Starbucks, tutti uguali, ma così comodi (è mattina presto e ho a disposizione una delle loro poltrone con tanto di tavolo da caffè e c’è Amy Winehouse nell’aria). Davanti a me c’è un cesto con caffè dell’Etiopia: l’origine è chiaramente indicata ed è venduto come un prodotto pregiato.

Eppure solo pochi anni fa Starbucks  non indicava l’origine di questo caffè e i produttori etiopici non godevano di un marchio che identificasse e promuovesse il loro ottimo caffè. Ciò è stato reso possibile da una causa legale sostenuta economicamente dalla Unione Europea.

In effetti un sacco di buone cose in Africa sono compiute da questa Unione Europea, che è un formidabile donatore e attore nella cooperazione  allo sviluppo. Attività economiche, scuole, ospedali, cultura e diritti umani. L’unione investe in tanti campi.

Lo fa con tutte le luci e le ombre della cooperazione, ma lo fa. E’ un partner sempre presente.

Quando si critica l’Europa perché non aiuta sulle migrazioni (o quando si spara a zero sulle istituzioni che hanno garantito pace e prosperità in un continente storicamente sempre attraversato da guerre), si dovrebbe pesare che nel mondo di oggi la pace e la sicurezza si ottengono anche investendo dove povertà e deprivazione creano spinte migratorie e conflitti di ogni genere. E questa Unione lo fa.