
Si è riaperto da poco il Museo di Picasso a Parigi. Un’occasione da non perdere per chi ancora non lo conosce, ma anche per chi aveva l’abitudine di visitarlo prima che venisse chiuso per i lunghi restauri. Il museo, che ha sede nel Palazzo Salè (XVII secolo), nel quartiere Marais, ora è più grande di prima. Però l’impressione che ho avuto, visitandolo, è che non fosse cambiato poi molto da come lo ricordavo. Grazie al cielo, e non poteva essere altrimenti, si possono ancora ammirare le luci bellissime e le sedie di Diego Giacometti, fratello designer di Alberto Giacometti. E poi, ovviamente, c’è Picasso con tutto il suo mondo. Una volta entrati nelle sale, le sue opere vi avvolgeranno. Picasso è stato un artista per tutta la vita figurativo, esplorando però ai limiti del possibile tutto ciò che si potesse fare con la pittura e con la scultura.

Ha attraversato tutte le fasi dell’arte in un percorso personale intenso e lungo una intera vita: nel museo troverete le sue prime esperienze pittoriche spagnole, la scoperta del colore nei primi viaggi a Parigi, il contatto con Braque, il cubismo, il suo passaggio in Italia e poi il surrealismo, la scultura fatta con tutto e poi le opere di ceramica. Vi troverete opere di arte africana da lui collezionate e alcuni studi per Les demoiselles d’Avignon, una delle sue opere più celebre del 1907. Vi sono i ritratti e le sue fotografie, così come i quadri della serie dei baci, fatti con bocche popolate da denti affilati. Troverete anche quadri della sua collezione: Cézanne, Degas, Seurat, Rousseau il Doganiere, Modigliani.

In questo museo incontrerete, insomma, tutta la vita di Picasso, e su richiesta è possibile anche consultare una biblioteca specilizzata sull’artista. Insomma, un vero gioiello per la Francia che ebbe l’intelligenza di permettere agli eredi di Picasso di pagare le tasse di successione con le opere d’arte, in modo da realizzazione di questa raccolta pubblica.
La riapertura è stata un gran segno positivo e, senza guardare alle polemiche sui tempi della burocrazia e sui costi, vorrei segnalare un lato che ho trovato nonostante tutto carente: mi riferisco all’aspetto più museografico. Dovrebbe infatti essere migliorata l’accoglienza al visitaotre. Sarebbe, ad esempio, assai utili migliori e più frequenti pannelli esplicativi, per meglio seguire le diverse fasi del lavoro di Picasso, per sapere chi fossero i personaggi principali del suo lavoro, oppurecome costruì la sua collezione personale. Emblematica è la sedia tratta da uno dei suoi studi, posta in mostra con i penneli e i colori dell’artista, sicuramnte per incuriosire il visitatore, ma senza una vera spiegazione che aiuti a collocarla nella storia dell’artista stesso, rendendola così pienamente parte del percorso espositivo. E’ certamente vero che le audioguide nel museo non mancano, ma una visita senza di esse è priva di ogni sostegno alla lettura dell’artista.
Comunque ciò che conta è che le opere ci sono. Spero che un allestimento espositivo migliore sia solo questione di tempo. La vista vale assolutamente la pena.