È abbastanza difficile definire esattamente cosa sia CHEAP, poiché è un soggetto ricco di sfaccettature diverse
Si tratta di una associazione di Bologna il cui scopo principale è promuovere la Street Art come “strumento di rigenerazione urbana e indagine del territorio”. Per fare ciò ogni anno dal 2013 a Bologna viene organizzato un festival di street art “che prevede un’open call internazionale e una selezione di ospiti chiamati a lavorare su progetti site specific, modulati sul paesaggio urbano e periferico di Bologna”. CHEAP è soprattutto un progetto collettivo, in cui il contributo di quanti vi partecipano costruisce il Festival in ogni singolo spazio.
Quest’anno il festival si terrà dal primo al 10 maggio e come sempre scopo della rassegna sarà quello di intervenire “creativamente sulle periferie cittadine, coinvolgendo le Amministrazioni locali nella ricerca di spazi di proprietà collettiva che diventano così la base d’intervento per la realizzazione di progetti site specific ad opera di street artist italiani e internazionali invitati direttamente dall’Organizzazione del festival”.
Oltre agli street artist veri e propri il festival coinvolge una serie di altri autori quali fotografi, illustratori e grafici, che avranno l’opportunità di cimentarsi “con una forma d’arte che coinvolge in effetti diversi linguaggi espressivi, trovando poi nel contesto urbano la sua naturale collocazione”
“Gli organizzatori hanno scelto di utilizzare gli spazi affissivi in disuso del comune. Portando avanti quindi uno dei cardini tematici del festival, ovvero la reinterpretazione e la riqualificazione della iconiche bacheche sparse per tutta la città (Bologna). Questo particolare approccio, come ribadito più volte, si pone come ideale stimolo per sfruttare da una parte tutta la potenzialità comunicativa di questi spazi pubblicitari, sviluppando un dialogo forte e sfaccettato con i passanti, dall’altra stimola la rinascita visiva di superfici altrimenti abbandonate al loro destino che tornano quindi, attraverso il lavoro di artisti di spessore, a nuova vita”