Che settimana ci aspetta!

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Ecco una settimana che ci ricorda quanto sia bella la vita.

-Oggi si festeggia il Nowruz il capodanno afgano, iraniano e persiano.

-Domani avremo il primo giorno di primavera e la giornata mondiale dedicata alla  poesia, entrambi il 21 marzo.

-Il 22 marzo è la giornata mondiale dell’acqua.

-Nel fine settimana tornano le mie due figlie dal paese dove studiano.

Per la festa del Nowruz è tradizione apparecchiare una tavola con 7 elementi che simboleggiano: l’alba, la rinascita, amore, salute, bellezza, abbondanza e pazienza. Si mangia il buonissimo Qabili Palau un riso con carote,agnello e uvetta.

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Tavola per il Nowruz

Sul primo giorno di primavera dirò solo che in Svizzera, in questo periodo, spuntano spontanei nei prati dei piccoli fiori gialli. Ogni anno li vedo, ogni anno mi sorprendo di queste piccole isole di colore, dopo il grigio dell’inverno.

Per la poesia scelgo questo verso  della poetessa e artista Sabrina Foschini:

Impietrisce come un orto /la lingua d’amore che ha già detto tutto

Invece in occasione della giornata mondiale dell’acqua, vi segnalo una bella mostra che si aprirà a Ginevra proprio il 22 marzo , dal titolo Aqua- Les artistes contemporains e l’enjeu de l’eau. Un mostra a cura di Adelina von Furstenberg dove più di trenta artisti da tutte le parti del mondo ci racconteranno l’acqua dal loro punto di vista.5ad8ca_7c593ce768cd4331a2f184a2d1ff5e33-mv2

Per le due belle figlie che aspetto a casa: lenzuoli alle finestre , attacco alla polvere e camere tirate a lustro.   

Buon lunedì

Visto e mangiato

Ynka Shonibare, 2013
Ynka Shonibare, 2013

Gustavo Zagrebelsky  ha anticipato ieri su Repubblica la sua riflessione preparata per la terza Biennale Democrazia che si tiene in questi giorni a Torino. Nell’articolo ha affontato il tema della riflessione legato alla felicità. Non ci sono beni che conducono alla felicità e che vanno bene per tutti. La felicità è legata alla natura degli esseri umani. La persona sensuale ad esempio è colei che trova il bene attraverso i sensi e tra i sensi l’articolo elencava anche il gusto. L’articolo era assai più ampio e l’obiettivo alla fine era quello di rimarcare come le idee producono la felicità. (Gustavo Sagrebelski, Il mondo delle idee, La Repubblica, 10 aprile)

Noi invece torniamo al gusto e di conseguenza al cibo e al vino.  Quante cose oggi girano attorno al cibo, mai è stato così tanto rappresentato e pubblicizzato.  Impossibile evitarlo alla televisione o alla radio, sui giornali o nelle immagini per la strada, i volti degli chef sono più famosi  di quelli degli attori e in ogni città  si moltiplicano i luoghi più inimmaginabili dove si possono fare esperienze culinarie di tutti i tipi (ricordo il ristorante  Zurigo dove si può mangiare al buio).

Claes Oldenburg,
Claes Oldenburg,

Il cibo e il vino sono da sempre stati temi privilegiati nell’arte del passato e ancora nell’arte contemporanea (si è da poco conclusa una mostra interessante a Ginevra dal titolo Food a cura di Adelina von Furstenberg presso il Museo Ariana dove si poteva vedere l’opera di molti artisti internazionali legati all’idea dell’alimentazione).

Liliana Moro, Dumme Gans, 2002, struttura in legno biscotto e caramelle esposta alla mostra Food, Ginevra
Liliana Moro, Dumme Gans, 2002, struttura in legno, biscotto e caramelle esposta alla mostra Food, Ginevra,2013

Il cibo infatti non rimane sempre lo stesso, cambia con i costumi della società e mentre da Sinagapore stiamo imparando a coltivare gli orti in verticale gli  Skygreen, grattaceli verdi dove vedremo crescere  l’insalata, c’è chi, come l’ambientalista indiana Vandana Shiva, parte dal cibo per portare avanti la sua lotta contro i mali della globalizzazione, svelando “il business del cibo cattivo” che crea sempre più una popolazione malata malnutrita e obesa.

Skygreen, Singapore
Skygreen, Singapore

Tornando a Zagrebelsky e alla felicità io mi riconosco tra coloro che provano nel cibo un bel divertimento, però sono anche  assolutamente d’accordo con Peppe Severgnini quando scrive che si sente braccato e annoiato da un branco di “enogastromaniaci” (persone soprattutto della nostra età) che trasformano  ciò che è piacevole e divertente  in un ossessione! (da Beppe Severgnini, Italiani di domani, Rizzoli).