La sala di lettura

Roberto Barni
Roberto Barni

Ci sono momenti nei quali ci piacerebbe invocarli; in altri ci sembra di averli percepiti. Nei racconti che ci hanno tramandato, da sempre vengono rappresentati per intervenire nei destini degli esseri umani: sono gli angeli.

Gesù separa le pecore dalla Capre, Ravenna Sant'Apollinare Nuovo
Gesù separa le pecore dalla Capre, Ravenna Sant’Apollinare Nuovo

Nella Bibbia li troviamo dalla Genesi all’Apocalisse, messaggeri e intermediari tra cielo e terra oppure intenti a popolare i cieli, tanto che un qualche autore medievale – conosciuto come pseudo Dionigi Areopagita (pseudo perché usato come pseudonimo da un autore vissuto più tardi del giudice dell’Areopago convertito da san Paolo, cui il nome apparterrebbe) – aveva addirittura scritto un intero libro sulla “gerarchia celeste”, partendo da Angeli e Arcangeli, per arrivare sino a Cherubini, Troni e Dominazioni (se ci si reca a visitare il Battistero di Firenze li si vedono tutti quanti, raffigurati in alto, in un mosaico bellissimo). E tra tutte queste presenze celesti, gli angeli e gli arcangeli sono quelli che ci hanno sempre accompagnato invitandoci a vedere oltre la realtà di questo mondo: non a caso Angelos significa messaggero.

Sono raffigurati nelle chiese e nelle opere d’arte, sono menzionati nella letteratura: conoscerli, significa avere interesse alla nostra cultura. Se, quindi, volete saperne di più, sugli angeli,vi suggerisco un libro dove troverete la storia di come sono stati concepiti attraverso i secoli. Si intitola Angeli ed è scritto da Heinrich Krauss, pubblicato da Einaudi.cop

Se poi, in questa Settimana Santa, avete voglia di fermarvi a riflettere sulla figura dell’angelo nell’arte, allora vi consiglio un altro libro sempre intitolato Angeli, ma questa volta composto come un repertorio di immagini nella storia dell’arte. E’ scritto (per le edizioni Mondadori) da Marco Bussagli. E qui partirete davvero per un lungo viaggio di forme, colori e significati, dai mosaici della Creazione (XII sec ) nella Basilica di San Marco a Venezia fino all’Angelo ritto sul sole di William Turner. Ogni opera riprodotta riporta anche la storia biblica, così possiamo ricordare l’episodio a cui si riferisce.

Cristo in gloria fra i cherubini, altare di Ratchis,Cividale del Friuli
Cristo in gloria fra i cherubini, altare di Ratchis,Cividale del Friuli

E oggi gli angeli esistono? Per Marco Vitale sì e ce lo racconta in un libro molto commovente, dal titolo Gli angeli nella città. Niente di magico o esoterico: gli angeli descritti sono persone vere, gente comune che hai incontrato nella vita e che “agiscono non con i miracoli, ma nella concretezza delle relazioni umane, nella realtà dei loro rapporti d’amore” . Tra essi un capitolo è dedicato a Giorgio Ambrosoli, onesto galantuomo, eroe borghese (come fu definito in un bel film) e martire d’un’Italia scellerata, definito dall’autore l’angelo della sofferenza.

Fiori dipinti fiori in giardino

Di fronte a un dipinto di un artista cinquescentesco cosa guardate?

Un suggerimento ci viene della storica Francesca Ciaravino, che ci invita a non trascurare i fiori.

I fiori  nei quadri ci sono spesso e, come ci spiega la studiosa, non vengono inseriti solo come elementi decorativi, ma  assumono spesso il valore di “codici simbolici utilizzati per sottolineare e rafforzare il significato di un’opera d’arte”.

La studiosa ha condotto una ricerca su quattro tele presenti nel Museo dell’Accademi di Firenze. Tre sono di Alessandro Allori (1535-1607) e una del pittore Giuliano Bugiardini (1475-1555). Vi confesso che mi sono divertita a vedere in modo diverso queste tele. Prendiamo, per esempio, l’Incoronazione della Vergine, (1593) di Alessandro Allori: qui si vede la Vergine in ginocchio nell’atto di baciare la mano del Figlio, mentre più in alto a sinistra si scorge Dio con la mano destra alzata nell’atto di benedirla. Tutto attorno a loro sono fiori e  angeli. La prima cosa che ci viene fatta notare è il modo in cui il pittore ha dipinto i fiori: se guardate bene sono tutti realistici, rappresentati con un’esattezza quasi scientifica. Nel dipinto ogni fiore scelto, come ci dice Ciaravino, descrive ed “esalta le virtu’ della Vergine”.

Allora, cominciamo con i fiori simili alle margherite : i fiori detti Aster sp. o il Bellis Perennis. Nel dipinto, sono in mano agli angeli e sono il simbolo del Paradiso, che poi è il luogo dove si svolge l’episodio.

Altri fiori nel dipinto sono la Calendula officinalis e il Gelsomino  (nome scientifico Jasminum nudiflorum L.)ambedue simbolo della Madonna, perché fioriscono nel mese di maggio, a lei dedicato (chiamato, appunto, il mese mariano).

 Il Gelsomino, inoltre, per la sua forma a stella e per il gradevole profumo è simbolo di virtù come grazia, eleganza e divino amore. Il trionfo del divino amore, il sacrificio e la vita eterna sulla morte sull’egoismo e sul peccato sono, nel rinascimento, indicati anche per mezzo di un altro fiore: il Narcissus poeticus. Anche questo è presente nella nostra tela, sempre tenuto in mano dagli angeli.

In primo piano, poi, in basso, si nota un vaso di fiori al cui centro primeggia la Citrus Medica, che qui indica la grandezza, la divinità e la bellezza. Sempre nel vaso, si riconoscono il mughetto, di nuovo il gelsomino e le rose: tutte alludenti alle virtu’ di Maria. E cosi’ la ricerca continua, con ancora altri fiori e altre opere: è affascinante scoprire quelli che, ormai, sono i segreti dei quadri del passato. Al giorno d’oggi, certi codici sono così difficili da individuare e da capire! Consiglio di andare al museo per vedere le opere, dopo aver letto questo studio, cosi’ da poterle guardare e cercare la simbologia dei fiori. Avrete anche la sorpresa di scoprire che il museo, dopo questa ricerca, ha creato una piccola piantagione proprio di questi fiori: così, nella corte vicino al bookshop, potrete vederli tutti dal vero.  Il libro di Francesca Ciaravino si intitola: Fiori dipinti Fiori in Giardino, Sillabe edizioni .