8 marzo

Donne:ne abbiamo fatta di strada.

Come regina della casa

Johannes_Vermeer_-_The_lacemaker_(c.1669-1671)
Jan Veermer, La merlettaia, 1669-1671

voluttoso desiderio

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Correggio, Io,1530

 

abbiamo imparato a raccontarci

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Gina Pane, Azione Sentimentale, 1973

a domandarci chi siamo veramente

You_Are_Not_Yourself
Barbara Kruger,Senza titolo, 1982

a lottare per i nostri diritti

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Guerrilla Girls, 2014

a raccontare una storia diversa nella società

Mary Sibande's Queen Sophie
Mary Sibande, Apartheid, A Lady and to Tell, 2009

E oggi 8 marzo 2017 cosa sappiamo di noi?

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Jenny Holzer (avec Tibor Kalman) Lustmord, 1993-94

Dedico questa giornata alle belle ragazze giovani rapite da Boko Haram . Considerate ormai donne reiette che nessuno più vuole nel seno della loro società: in realtà sono le nostre compagne.

All you need is love

Orimoto Tatsumi, Art-Mama+son, 2008
Orimoto Tatsumi, Art-Mama+son, 2008

Il prossimo week end si potrebbe tutti andare al festival della filosofia, che si svolgerà a Modena, Carpi e Sassuolo. Ci saranno tanti appuntamenti tenuti da filosofi, psicologi e scrittori che dibatteranno sul significato e sulle conseguenze del verbo “amare” .

Niente di più calzante per me: sono giusto reduce dal bel matrimonio di due giovani che, sulle note di un flauto traverso, si sono giurati amore davanti ad una moltitudine di amici pronti a far festa in piena allegria.  Un’allegria e  un ottimismo  davvero contagiosi al punto tale da farmi pensare che, molto spesso, la gioventù sia meglio di noi persone di mezza età.

Gohar Dashti,Today's life and War, 2008
Gohar Dashti,Today’s life and War, 2008

L’età adulta, appunto, è il momento giusto per cominciare a stare in silenzio. A tale proposito,  mi è ritornato in mente un libro che scrisse Carlo Maria Martini, dal titolo Le età della vita; vi si diceva che sta all’adulto il sapere riconoscere i suoi limiti e fare un passo indietro. E’ vero, dice Martini, l’adulto ha una visione complessiva di come vanno le cose del mondo, ma ciò può essere un tranello e può limitare i giovani nei i loro ideali, nella loro carica positiva. E io aggiungo: ciò limita anche la voglia di sperimentare l’amore eterno.

In un intervento sul Corriere della sera di domenica scorsa, la psicologa Silvia Vegetti Finzi, che sarà presente al festival di Modena,  ha  rivisto la celebre frase di Cartesio  “cogito ergo sum” con l’espressione “amo ergo sum”. Ricordo come Robert Indiana, negli anni Sessanta, abbia fatto delle quattro lettere LOVE un’icona della pop arte americana. E che dire dell’artista Barbara Kruger che ha realizzato un’installazione fatta di lettere cubitali recanti la scritta “LOVE IS SOMETHING YOU FALL INTO” .

Robert Indiana, Love, 1966
Robert Indiana, Love, 1966

Tanto interesse per un sentimento inventato e inutile? Non credo.

Al festival della filosofia ci saranno molti appuntamenti gratuiti chi fosse interessato alla rassegna vada sulla pagina web del festival della filosofia

Elogio del coraggio e della partecipazione

Barbara Krugher
Barbara Kruger

Ieri leggevo su La repubblica un articolo che mi ha molto colpito di Salman Rushdie dal titolo “Elogio del coraggio da Gandhi alla Pussy Riot”. Rushdie metteva in luce come il coraggio del pensiero oggi sia molto meno apprezzato della prodezza fisica. Attraverso molti esempi dimostrava come tutti noi siamo molto più diffidenti verso coloro che reagiscono e prendono posizione contro le ingiustizie. L’ articolo era centrato su tutti gli intellettuali che si schierano contro l’ortodossia, gli abusi di potere concludendo che tutti coloro che lottano per un mondo diverso e migliore e sono perseguitati e oppressi non devono essere lasciati soli ma hanno bisogno del nostro sostegno e della nostra partecipazione.

La partecipazione e il sostegno è necessario in tutti i campi e vorrei segnalare un’iniziativa organizzata all’Aquila che si terrà il 5 maggio prossimo. In quel giorno infatti sono invitati tutti gli storici dell’arte del mondo che vorranno andare a visitare la città per affermare con forza e intensità che è giunto il momento di ricostruire e restaurare il centro della città devastato dal terremoto del 2009. L’evento, dal titolo Storici dell’arte e ricostruzione civile vuole dimostrare come restituire il centro dell’Aquila voglia dire salvare l’intero tessuto civile della nazione.

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Chi parteciperà visiterà la città facendo un corteo nei luoghi simbolo del patrimonio culturale della città colpiti dal sisma e poi nel pomeriggio potrà intervenire ad un’assemblea condotta da Tommaso Mantanari, ideatore di questo incontro che si concluderà con un intervento di Salvatore Settis.

Ecco io credo che tutti gli storici dell’arte che vi parteciperanno, dimostreranno di sostenere la battaglia per la ricostruzione e come ha scritto molto bene Rushdie “dichiarando pubblicamente la nostra posizione. Ogni frammento è importante”.

Chi volesse leggere in dettaglio il programma del 5 maggio può andare http://www.laquila5maggio.wordpress.com