Guardiamo le cose in positivo

 

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Andrew Ondrejcak

Tutto quello che ci circonda sembra in movimento, anche in maniera positiva; in questi mesi in Burkina Faso, in Mali, in Afghanistan, a Haiti, si è lavorato sodo per fare qualcosa di bello. Un autore teatrale e coreografo americano, Andrew Ondrejcak,  ha lavorato con designer e con artigiani di questi paesi, grazie al programma di moda etica di un’agenzia delle Nazioni Unite (l’ITC), per realizzare una performance tra teatro e moda che si terrà il 4 giugno a Bozar, il centro per le arti di Bruxelles.

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Zolaykha Sherzad designer afgana con un modello per lo spettacolo

Con tante artigiane ha realizzato tessuti e materiali splendidi, poi messi assieme da altri altri artigiani e da stiliste che si impegnano a portare lavoro in queste realtà, sconvolte dal conflitto o dal dramma della povertà.

Si chiama Figure Studies e verrà messa in scena nel grande salone di entrata di questo edificio liberty, Bozar, nato per ospitare tutte le arti. I 12 ballerini e le ballerine che indosseranno gli abiti di scena accoglieranno i visitatori su altrettanti piedistalli, da dove cominceranno la loro performance.image001 (4)

Alle 20:15. Per registrarsi basta andare sul sito web di Bozar oppure registrarsi a questo indirizzo https://bit.ly/2Lj53bU

 

 

Europe Europe

 

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Jona Nemes, Ponytail, 2009

Vi sentite più o meno europei dopo tutti gli alti e bassi di questi ultimi anni? E’ passato diverso tempo da quando si sono costituite prima la Comunità e poi l’Unione Europea. Non senza contraddizioni e battute d’arresto, sono stati fatti grandi passi avanti nel processo di integrazione tra stati. Oggi mia figlia non sente la Francia, la Germania, la Spagna così lontane come potevamo sentirle noi.Viaggia, risiede o lavora senza problemi in un paese o nell’altro.

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Nathalie Cohen, Christine Denamur

Dal 2014 anche l’arte contemporanea ha dato il suo contributo al processo di integrazione.In quell’anno, infatti, è nata Europe, una manifestazione itinerante che ogni anno esplora, in una capitale diversa, la scena dell’arte europea.  Questa mostra è stata pensata e voluta dal direttore Gunner B. Karan, del Astrup Fearnley  Museer di Oslo, insieme ai critici Hans Ulrich Obrist e Thomas Boutoux.  Partita da Oslo la mostra è stata poi organizzata in molte città europee (Londra, Lione , Zagabria, Lodz, Roma) . Il 20 giugno ci sarà una nuova tappa che si apre al Bozar, il museo d’arte di Bruxelles. Il titolo dato alla mostra sarà Somewhere in Between ed è dedicata ai diversi punti di contatto, ma anche alle diverse identità artistiche e culturali, esistenti tra Europa occidentale e Europa orientale. 

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EIise Van Mourik, How to Built Care Intimacy

Questa nuova tappa è importante anche a causa del clima difficile che stiamo vivendo in questi ultimi anni, per quanto attiene il destino dell’Europa.  

Un momento di riflessione in più, per pensare come poter costruire – e non distruggere  – un futuro migliore per tutti noi.

La mostra si aprirà il 20 giugno e resterà aperta fino al 19 agosto per tutte le informazioni http://www.bozar.be