Come vi scrivevo un paio di giorni fa, qui si è avuto un colpo di stato, scatenato dagli eventi nel nord del paese ma con radici piu’ profonde.
Per capire il tutto bisogna andare con ordine. Cosa è accaduto, innanzitutto : nel nord si ha da tanto tempo una situazione di conflitto tra popolazioni nomadi del deserto, i Touareg, e popolazioni stanziali : i pastori e gli agricoltori. Un conflitto antico, che andava e veniva, e che si era di nuovo manifestato con violenza nei primi anni novanta. Un conflitto regionale, inoltre, dato che investiva la fascia del Sahel e quindi anche altri paesi come Niger, Libia, Algeria. Si era cercato di venirne a capo con trattative e investimenti e il Mali, che aveva tutto il suo nord, quasi due terzi del suo territorio, interessato dalla situazione, si era reso disponible come capofila dell’iniziativa. Sembrava si fosse arrivati a una soluzione, ma poi la mancanza di mezzi adeguati, l’incapacità di gestire gli aiuti che c’erano, aveva portato a nuovi scontri.
Nel frattempo, pero’, era nata anche la « legione straniera » di Gheddafi. Il dittatore, di madre touareg, aveva cominciato a reclutare questi guerrieri nomadi per farne una sua guardia personale armata sino ai denti. Sino a che il dittatore di Tripoli è stato in vita, essi sono rimasti in Libia, poi – dopo i bombardamenti Nato e il crollo del regime – sono tornati verso casa, cioè a scorrazzare nel deserto che unisce i paesi di cui parlavo sopra. E naturalmente sono arrivati in Mali, dove il « loro » territorio si estende su una superficie larghissima e poco popolata. Hanno chiesto al governo di questo paese di integrarli nell’esercito, di dar loro un ruolo. Figurarsi, mettersi un’armata nell’esercito: non si poteva fare. Cosi’ si è tergiversato e loro hanno cominciato ad attaccare villaggi, massacrando la gente. E qui arriva lo snodo della crisi di oggi.
Il Mali ha inviato l’esercito, che è composto da una élite, legata al potere, e da una massa di poveracci affamati. La elite legata al potere ha assunto i gradi piu’ alti, i privilegi e vive bene ; la massa dei poveracci riceve stipendi da fame. L’élite al potere non è andata a combattere nel Nord, ci ha mandato la massa dei poveracci e ce li ha mandati senza mezzi a sufficienza. I touareg li hanno massacrati. Niente sarebbe accaduto, pero’, se non ci fosse internet : qualcuno lassu’ ha filmato i corpi dei commilitoni sgozzati e li ha messi su You Tube. Tutti li hanno visti. Il velo è caduto : nel Nord vanno a morire i disgraziati ; i privilegiati se ne stanno a Bamako.
Cosi’ è scaturita la rivolta : un capitano ha messo insieme la sua truppa e in breve ha trovato man forte in moltissimi altri reparti . Ne è nato il colpo. Hanno subito arrestato i gradi alti dell’esercito e i ministri (tutti appartengno alla medesima elite al potere). Il presidente (un ex miltare che distribuiva i gradi piu’ alti ai suoi sostenitori) è scomparso, alcuni dicono con gli ultimi lealisti (i corpi di elite, i berretti rossi) pronto a dare battaglia, altri invece dicono che sia in un’ambasciata. Ora, pero’, c’è anche un’altra cosa da tenere in considerazione. I touareg si alleavano, al Nord, con AQMI, Al Qaeda au Maghreb Islamique. Assieme parlavano di mettere in piedi un loro stato. La lotta nel Nord quindi va proseguita, tant’è che il capitano Sandogo, che ha guidato la rivolta, ha dichiarato come priorità il riporate l’ordine e il continuare la guerra al Nord, ma con mezzi migliori e in maniera piu’ efficace. E questo fa venire in mente che magari ci potrebbe essere anche qualche altro soggetto, nella comunità internazionale, ad avere interesse a combattere in maniera piu’ efficace l’unione Al Qaeda/Touareg. Ma questa è soltanto una speculazione al momento.
In verità, la comunità internazionale ha condannato apertamente il colpo di stato, chiedendo di mantenere la data delle elezioni (che si sarebbero tenute a breve), anche se nessuno ha menzionato i veri problemi sul tappeto : il prolema del Nord e il fatto che qui la miseria ha raggiunto livelli tali da rendere i meccanismi della democrazia rappresentativa quasi privi di sostanza. Non è retorica terzomondialista : qui un numero enorme di diseredati si aggira per il paese. Gente che non ha niente, gente che non ha accesso nemmeno ai servizi di base dello stato. Si muore per una malattia semplice e curabilissima. Una campagna elettorale in queste condizioni è niente di piu’ che promettere cibo a qualcuno e favori a qualcun altro. Per presentarsi alle elezioni ci vuole la firma di 10 deputati, che vogliono essere pagati. Se non hai soldi non corri. Se non corri non puoi distribuire risorse ai tuoi sostenitori. E poi ci sono coloro che sono esclusi da tutto, in collegi lontani, dove non si ha alcuna idea di quello che accade fuori dal proprio villaggio o dalla propria città.
Senza una società civile vera, con corpi intermedi e con un dibattito politico aperto, senza una eguaglianza di base almeno nei servizi essenziali, le elezioni divengono una scatola svuotata di sostanza. Certo è una scatola importante, un passaggio fondamentale per la selezione della classe politica ma – ripeto – senza tutto cio’ che ci sta dietro sono un paravento per tranquillizzare le coscienze dei donatori. Credo che ci si debba concentrare di piu’ sui problemi che hanno portato a tutto questo.