Buchi nella sabbia

Ci sono degli scrittori che per te sono come degli amici. Non li conosci, ma quando esce un loro libro sai già che lo comprerai e poi sceglierai il momento migliore per leggerlo. Tra questi scrittori io ho Marco Malvaldi.  Di lui ho letto tutto e i suoi libri ormai sono un appuntamento fisso. A dicembre avevo  comprato la sua ultima fatica Buchi nella sabbia. La scorsa settimana l’ho preso dalla mia libreria perché era arrivato il momento giusto per godermelo. Avrei infatti dovuto prendere l’aeroplano, che mi terrorizza, e ho scelto lui come miglior compagno di viaggio. E ho scelto bene: benché terrorizzata del distacco dell’aereo da terra, sono stata subito catturata dalla storia e mi sono catapultata a Pisa, nel 1901 a seguire la preparazione di una rappresentazione dell’opera di Giacomo Puccini presso il  Teatro Nuovo.  Come sempre mi sono divertita . Da buon toscano Marco Malvaldi mi ha strappato più di una risata.  Anche questa volta la storia gira attorno ad un giallo, l’omicidio del tenore; ma tutta la trama non vi piacerà tanto per l’arguzia del giallista ma per l’abilità dello scrittore come ritrattista.www.mondadoristore

Aleggia nella storia il maestro Giacomo Puccini  ma vedrete in azione una serie di  attori cantanti, tenenti, scalpellini anarchici di Carrara  e uno spigliato quanto mai decadente  giornalista Ernesto Ragazzoni “poeta, filosofo, scrittore”.

Il libro l’ho letto tutto in un fiato e per il viaggio è stata un’ottima compagnia.

La sala di lettura

Attenzione: oggi lanciamo il secondo libro che commenteremo assieme l’11 dicembre prossimo.Il libro scelto questo mese è Il giuoco delle perle di vetro di Hermann Hesse.

Roberto Barni
Roberto Barni

Più voci sono meglio di una. E quindi quando in rete nasce un nuovo sito che si occupa di libri è ben accetto.

Il blog si chiama www.illibraio.it e anche se chi lo promuove è il Gruppo editoriale GeMs il loro intento è quello di guardare anche oltre le proprie proposte editoriali e offrire una panoramica a noi lettori delle novità. Nel sito poi offrono anche delle proposte legate ad un tema specifico come la sezione: I libri che parlano di libri, oppure i The best di avventura per l’Indiana Jones che c’è in te e naturalmente Libri per chi ama viaggiare.

Ricordo i discorsi degli adulti e delle maestre, quando ero bambina, in materia di libri e di rendimento scolastico. Dicevano sempre: ah, quella ragazza scrive bene perché legge molto! Oppure: chi legge va avanti più velocemente degli altri. Io la ritenevo cosa naturale, la passione per la lettura, e mi stupivo che dovesse essere promossa sottolineandone i vantaggi: leggere è bello, che bisogno c’è di dire che è anche utile?

Poi da grande mi sono resa conto che è giusto promuovere la lettura, perché così facendo si promuove anche una crescita culturale collettiva. Vivendo fuori dall’Italia mi sono anche resa conto che ci sono paesi dove si legge di più che da noi. A Ginevra, ad esempio, se qualcuno visita la libreria Payot rimarrà colpito di quanti giovani sono seduti per terra a leggere. Dunque, ben venga questa nuova iniziativa. Onore a chi l’ha lanciata. Seguiamola e stiamo a vedere cosa ci proporrà.

Chiacchiere del lunedì

Delphine Boël, The Golden Rule blabla
Delphine Boël, The Golden Rule blabla

Vorrei proprio commentare, oggi, due articoli di questa settimana che mi hanno lasciato un po’ perplessa (forse perché mi hanno colpito sul vivo). Sono stati pubblicati da Il Fatto Quotidiano e firmati rispettivamente da Elisabetta Ambrosi e d Marco Filoni (Giovedì 10 ottobre p.18).  La pagina aveva  questo titolo “Leggere è passato di moda. Meglio recensire”. Gli articoli stigmatizzavano il fatto che oggi molte persone, attraverso il web, si gettano nell’arena delle recensioni, esprimendo opinioni non sempre da esperti di letteratura. Nel primo articolo questo fenomeno veniva definito “la voglia di palcoscenico di chiunque passi in rete”. Vi si trattava del fatto che le case editrici, proprio contando su questa voglia, attuano politiche di marketing basate sul far recensire i libri agli utenti, che poi ricevono un buono da spendere, appunto, in libri dell’editore in questione.  Nel secondo articolo si metteva in luce il paradosso italiano, dovuto all’esistenza pochi lettori ma di molti nuovi recensori dilettanti. I due se la ridevano, commentando con sarcasmo alcune recensioni, secondo loro dai toni piuttosto infantili e ridicoli.

Ora sarà perché italianintranstio ama dire cosa pensa di un libro che ha letto o di una mostra che ha visto, ma ci sentiamo di dover esprimere un’opinione su questo atteggiamento della critica “ufficiale”. Lo facciamo partendo dalle motivazioni che ci portano a  parlare di un libro. Sono legate al nostro ego? Alla nostra vanità? Non lo so, può darsi che vi siano anche queste componenti. Ma  trovo sempre odioso questo modo di tagliare le gambe di chi, candidamente e in certi casi anche con ingenuità, desidera esprimere un giudizio su ciò che legge, sapendo benissimo di non essere un critico letterario, ma semplicemente per dialogare coi propri amici o lettori (la rete oggi è una grande piazza dove si dialoga un po’ su tutto).

Io vedo, in questo genere di stroncature, l’atteggiamento spesso un po’ sprezzante della nostra classe intellettuale, o che si crede tale. Tra l’altro, è un atteggiamento che va contro ogni logica democratica. Come sappiamo, democrazia è partecipazione, è spendersi in un dibattito pubblico e continuo, manifestando senza timore le proprie opinioni. Persone che leggono e parlano di cultura, pur nei loro limiti, sono sempre impegnate ad allargare il numero di coloro che si avvicinano a questa sfera, così importante, della vita comune.

Se non sbaglio, fu proprio Karl Popper a mettere tra i nemici della società aperta quel filosofo, Platone, che vedeva come forma di governo ideale, proprio il governo dei sapienti. La vita democratica ha bisogno di una vita pubblica che sappia accettare non solo i sapienti ma anche le opinioni di chi non ha paura di partecipare, pur essendo cosciente dei propri limiti.