E’ una magia la notte dei musei

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Sicuramente Ginevra, ma anche Parigi, Roma, Firenze e molte altre città di Europa questo sabato lo dedicano ai Musei. Si, il 21 maggio è la Nuit de Musées qui a Ginevra e chi, come me, di queste istituzioni è un fanatico, ogni anno colleziona il biglietto collettivo, che poi è un oggetto qui  a Ginevra: una volta è un braccialetto  colorato, un’altra un portachiavi; questo anno è un piccolo foulard di colore blu per gli adulti giallo per i bambini. Un simbolo per sostenere i musei e per partecipare alla voglia di trascorrere un notte diversa. Non so come la cosa si svolga nelle altre città, ma Ginevra è davvero ben organizzata ed è divertente parteciparvi, anche perché la città mette a disposizione una navetta, che porta a tutti i musei. I quali sono aperti, con al loro interno una serie di iniziative per bambini e adulti. Poi vi sono guide che vi spiegano le opere e che vi incoraggiano a prendere familiarità con le collezioni del museo. Questa volta, il tema scelto per questa nottata speciale è: la magia.imgres-1

La serata vorrei farla cominciare al Mamco, il Museo d’arte contemporanea, perché alle 19 è possibile ascoltarvi l’artista italiano Gianni Motti che presenta la sua opera Big Crunch Clock. Si tratta di un orologio digitale, di venti cifre, in grado di contare alla rovescia gli anni, i mesi, i giorni , le ore i minuti che mancano che restano al sole prima della sua esplosione, calcolata dagli scienziati in 5 miliardi di anni.

L’orologio è stato messo in funzione dal 1999 è alimentato dalla luce solare la stessa, che lo distruggerà.

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Gianni Motti, Big Crunch Clock,1999

Dopodiché, vorrei andare a visitare l’eccezionale Fondazione Martin  Bodmer, dedicata al libro e alla letteratura, una delle istituzioni, di questo genere, più importanti al mondo. Per l’occasione è stata organizzata una mostra  dedicata a “Frankenstein creato dalle tenebre”, pensata per celebrare il romanzo di Mary Shelley ( scritto a Ginevra nel 1818) e con esso l’inizio della letteratura fantastica. Se aspetteremo le dieci di sera, verremo dotati anche di una pila per andare a cercare al buio i fantasmi che vivono nel museo.    imgres-2

Sarà un sabato diverso e divertente. Certo la scelta tra i vari musei è sempre difficile; l’importante però è partecipare. Chi volesse saperne di più, può consultare il sito www.nuitdesmusees-geneve.ch

Marnie Weber al Mamco di Ginevra

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Marnie Weber

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Ho visitato un mondo fatto di mostri: ecco come mi sono sentita visitando l’esposizione da poco aperta al Mamco, dedicata a Marnie Weber. C’era da aspettarselo, dal momento che si intitola “Once Upon a Time in Forevermore” (c’era una volta per sempre). Tutto un piano del museo è dedicato a questa artista americana che non conoscevo. Vive a Los Angeles. Il suo lavoro spazia dalla performance, al video, all’installazione,  al collage e alla scultura. In verità, qui al Mamco mi sono trovata di fronte a delle figure mascherate, ad altezza naturale, che ricordano quelle che si vedono in giro la notte di Halloween. L’impressione è di essere entrata in un incubo. Poi, sull’opuscolo di presentazione, leggo “Come Alice scende  nel paese delle meraviglie oppure Dorothy vola verso il paese di Oz, noi entriamo in una sorte di paese parallelo dove tutto è dominato dalla stravaganza e incoscienza”.

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Marnie Weber

L’industria del divertimento ha un posto molto importante nel nostro quotidiano e anche gli artisti non ne sono esclusi. Anzi, riflettono molto attorno a questo tema. Le opere di Marnie Weber mi  rimandano alle origini della Commedia dell’arte (che nasce all’incirca nei primi decenni del Cinquecento), ancor prima di Goldoni, quando veniva respinta dagli uomini di cultura perché accusata di essere animata da “profani comici che pervertono l’arte antica introducendo nelle commedie disonestà solamente a cose scandalose”.

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Marnie Weber

In verità portava già in sé il nuovo nel mondo del teatro. Gli spettacoli della commedia dell’arte proponevano un rovesciamento dell’ordine sociale,  i comici recitavano dietro a  delle maschere, accentuavano i personaggi e non seguivano un copione: tutto era improntato all’improvvisazione. In questi spettacoli, come nelle opere di Marnie Weber, non si separa il dramma dal riso; tutto si fonde e lo spettacolo diventa una caricatura dell’umanità.

A pensarci bene, nel giorno in cui ci sono andata io, ho trovato molti ragazzi a visitare la mostra: si fotografavano vicini ai personaggi e ridevano di gusto di quelle opere d’arte. Non so come l’avessero presa e cosa avessero colto, ma mi rendo conto che le  maschere sanno ancora  rompere il mondo elitario della cultura e avvicinare le persone all’arte.

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Marnie Weber

 

Un italiano nel mondo dell’arte di Ginevra

E’ arrivato a Ginevra il nuovo direttore del  Centro d’arte contemporanea.  Una bella notizia per noi :  è un giovane ed  è italiano, si chiama Andrea Bellini.

Andrea Bellini ha nel suo curriculum studi di filosofia e di storia dell’arte e ha lavorato a New York  come redattore capo della rivista Flash. Ha poi diretto per tre anni (2007-2009) la fiera dell’arte di Torino Artissima. Sempre in Torino ha diretto il Castello di Rivoli assieme a Beatrice Merz.

Artissima, grazie al suo lavoro, è diventata un’occasione culturale di rilievo, una manifestazione  dove, oltre all’incontro con le gallerie, si sono organizzati avvenimenti di musica, video, teatro e fumetto. A Rivoli ha presentato tra gli altri gli artisti Jhon Mc Cracken, Thomas Schutte.

Quando ho visitato la prima volta il Centro d’arte contemporanea di Ginevra ho provato un senso di confusione: non ci capivo niente.  Ho realizzato solo più tardi che il Centro è collocato nello stesso edificio di un altro museo il Mamco (Museo d’arte contemporanea di Ginevra), Ciò nonostante, i due luoghi non dialogano tra loro. Sono sotto lo stesso tetto, ma rimangono molto distanti.  Il Centro che Andrea Bellini andrà a dirigere è una specie di Kunstalle; è per sua natura uno spazio aperto, meno museo più luogo di sperimentazione. Si tratta insomma di un luogo di incontro per artisti, che così possono far conoscere il proprio lavoro e incrociare aspetti diversi.

Sul supplemento della Tribune de Geneve, la Tribune des arts , il giornalista Michel Bonel ha fatto un’intervista a Andrea Bellini e gli ha chiesto se lui percepisce una evoluzione nel campo dell’arte contemporanea. Bellini ha risposto così: “ oggi l‘arte parte da tutti i sensi. Non esistono più linguaggi poetici dominanti” sempre continuando ha poi affermato “(l’arte) tende a conservare il suo vecchio paradosso. È completamente inutile nella misura in cui non ha nessun tipo di funzionalità e, allo stesso tempo, è assolutamente indispensabile alla nostra specie”.

Quest’ultima affermazione mi trova completamente d’accordo.

Benvenuto ad un nuovo  italiano in transito.