Quando lavoravo in casa editrice due erano i grandi eventi che rendevano frizzante l’aria altrimenti rarefatta delle redazioni. Il primo era la Buchmesse di Francoforte in autunno, l’altro era il Salone Internazionale del Libro di Torino in primavera.
La settimana scorsa, da cortesi ospiti, abbiamo parlato del Salone del Libro di Ginevra. È dunque necessario spendere qualche parola sul Salone Internazionale del Libro di Torino, che apre i battenti questa mattina per chiuderli lunedì prossimo.
Una riflessione sul titolo della manifestazione di quest’anno: Bene in vista, sì perché quest’anno, come recita il sito, “è il Bene il motivo conduttore del Salone ”. Infatti “Di fronte a una crisi globale che è anzitutto morale e culturale, diventa urgente la necessità di ridefinire le regole del gioco, di provare a disegnare un catalogo di valori, esperienze, sensibilità di segno positivo, da cui provare a ripartire. Non discorsi astratti, ma un’agenda di cose da fare. E da fare bene, al meglio possibile”. Necessità del Bene, mappa dei tanti usi che facciamo, magari inconsapevolmente, della parola «Bene», riflessioni filosofiche, bene come ininterrotta ricerca di verità, bene comune, beni culturali, lavoro fatto bene, la parola viene declinata decine di volte e per ognuno dei suoi possibili significati sono aperti dibattiti, lectio magistralis, appuntamenti con gli autori. Un programma goloso tutto da godere.
Quest’anno ospite d’onore del Salone sarà la Santa Sede, presente con uno stand faraonico al Padiglione 3, in cui è riprodotta piazza San Pietro e la Cupola del Bramante. Gli altri Paesi rappresentati al Salone sono Albania, Arabia Saudita, Brasile, Francia, Israele, Perù, Polonia, Romania.
Paese Ospite d’onore è la Germania, Regione Ospite d’onore il Veneto. Progetti seciali che accompagnano il Salone sono “Casa CookBook, l’area nel Padiglione 2 interamente dedicata alle pubblicazioni enogastronomiche e di cucina, che quest’anno amplia l’offerta con un’area workshop dedicata al coinvolgimento diretto del pubblico. Book to the future (Padiglione 2) ospita le 10 startup migliori selezionate attraverso un bando per progetti di editoria digitale. L’Incubatore (Padiglione 1), che dà spazio alle case editrici indipendenti con meno di 24 mesi di vita, e AdaptLab, il programma di adattamento dei libri allo schermo cinematografico”. E ancora l’area business del Salone, l’International Book Forum, dedicata allo scambio dei diritti editoriali per la traduzione e il Bookstock Village per i giovani lettori da 0 a 20 anni. Decine di ospiti illustri della cultura internazionale (per citarne alcuni Federico Vercellone, Giuliano Ferrara, Claudio Magris, Cracco e Barbieri, Massimo Gramellini, Angela Terzani, Aldo Cazzullo, Gian Antonio Stella, Sergio Rizzo, Ferzan Ozpetek, Luciana Littizzetto, Francesco Guccini, Michele Serra e decine di altri), spettacoli teatrali letterari, tavole rotonde e incontri
Accanto al Salone tradizionale nella sede del Lingotto, quast’anno è tutta Torino e i comuni della sua cintura a festeggiare con il Salone Off, che prevede 500 eventi e 250 locations.
Insomma una festa come solo noi italiani sappiamo organizzare.