
italiani bravi nel soft power



Buone notizie. Ho letto qualcosa sulle tendenze moda per il nuovo anno, che mi ha confermato cosa avevo già cominciato a vedere: il tempo delle taglie minime è finito. Ormai sono anni che tutti i vestiti, le maglie i cappotti che ci vengono proposti sono super avvitati, attillati, così stretti che non mancavo mai di uscire dal negozio con un senso di frustrazione. E non solo perché non ho una taglia piccola; il fatto è che, anche quando trovavo la mia taglia, dovevo accettare che il vestito aderisse al corpo e lasciasse intravedere tutte quelle linee che normalmente dovrebbero essere visibili solo a me. Coraggio, stiamo per vedere un’inversione di tendenza: rinascono le taglie over-size. Ho letto su La Repubblica, questo sabato, che la nuova moda guarderà all’extralarge con questo obiettivo: esaltare il corpo (e in casi come il mio si tratta di una gran bella sfida ), enfatizzandolo (che fatica, ma si deve proprio?), però senza farlo sparire o ingolfarlo ( staremo a vedere).
Una cosa è certa con vestiti un po’ meno asfissianti saremo finalmente più libere, più comode e troveremo di nuovo degli abiti portabili, che si adatteranno un po’ meglio a qualunque tipo di fisico. Sembra un sogno democratico, vero?
Buona settimana
È il desiderio di provocare qualche reazione, di innescare un processo di critica sociale o semplicemente di generare fastidio nei “benpensanti” che spinge Yolanda Dominguez, giovane artista Spagnola, a ideare e sviluppare progetti artistici in cui lo spettatore è libero di mostrare che posizione adottare rispetto all’opera.
Le tematiche che l’artista affronta, che siano esse espresse in filmati, fotografie o installazioni, sono quelle “calde” della società contemporanea sarcasticamente e ironicamente distorte per il gusto di suscitare un dibattito e un confronto.
Nelle sue performance protagonista assoluto diventa il pubblico al quale la Dominguez strappa di volta in volta un sorriso, un moto di stizza, un commento indignato.
Particolarmente interessante fra le opere di questa singolare artista è il filmato Poses in cui con gusto e ironia affronta l’ossessione esercitata sull’universo femminile dalla bellezza, dall’apparenza e da tutto ciò che si sacrifica in nome di un ideale irraggiungibile, ossessione promossa da brand che propongono una nuova personalità “su misura” a chi personalità non ha.
La Dominguez vuole dimostrare che quella “bellezza” artefatta di cui si riempiono le pagine patinate delle riviste di moda è un “valore femminile” distorto, che troppo spesso viene posto in primo piano rispetto ai veri valori di cui siamo portatrici. Ecco allora che in Poses donne normalissime si sostituiscono alle modelle filiformi assumendone le pose fotografiche, rifiutando la visione di una donna “spalmata, sottomessa, ritorta, inferma, anoressica” (come la stessa autrice ha affermato) e creando un’esilarante carrellata di personaggi reali che scimmiottano le beauty fashion quasi a voler affermare: io sono molto più del paio di scarpe che indosso o della borsa che porto!
Una mostra personale sarà a Milano fino al 15 di novembre al Rojo Artspace http://www.kalpany.com
Da quando dal Giappone mi è giunto in dono un fantastico libro intitolato semplicemente Sushi, che non solo ne narra la storia, ma anche la tecnica e i segreti (e credetemi fare un buon risotto alla milanese è decisamente più difficile, sebbene meno esotico), sono diventata una fan sfegatata di questo paese e delle sue stranezze.

Che il Sol Levante sia ormai il “nuovo mondo” è assodato. E molte delle nuove mode e tendenze che spopolano anche in Occidente, le più bizzarre e improbabili, arrivano proprio dal Far Far East! Questo è un argomento che solo in apparenza sembra frivolo, ma che nasconde tuttavia i segni del profondo malessere di un’intera società, basata sull’obbedienza, la disciplina, l’adesione a rigidissime regole comportamentali che annullano l’individuo per conseguire una presunta e forse impossibile armonia universale.
Senza volermi ulteriormente addentrare in questo spinosissimo argomento, voglio solo parlare di alcune tendenze dei giovani giapponesi che sottolineano la volontà delle nuove generazioni di spezzare un sistema percepito come troppo stretto e soffocante.
Sono certa che pochi di voi hanno sentito parlare di Harajuku o Agejo Girls o di Maid o Cat Cafe.
Ebbene sono solo alcune delle innumerevoli new waves seguite dal pubblico giapponese.
Le ragazze Harajuku formano una vera e propria tribù metropolitana. Per dare sfogo alla propria creatività sono alla ricerca di uno stile assolutamente personale, che sfocia inevitabilmente nella stravaganza e nella trasgressione a tutti i costi. Matrice comune è il pervicace rifiuto della moda corrente.
Le ragazze Agejo sono giovani donne che sfoggiano pelle bianchissima, occhi enormi, esaltati dal trucco e dalle ciglia finte, capigliature curatissime con capelli lunghi e boccoli, spesso biondi (???), vere e proprie bamboline di porcellana.
Ma quello che mi ha fatto impazzire veramente, mentre sul web ero alla ricerca di qualche altra gustosa chicca nipponica, sono due tipi di locali veramente trendy in questo periodo! I Maid e i Cat Cafe. Locali a tema in cui il giapponese “tipo” si rifugia per una pausa.
I primi sono locali che erano stati immaginati per gli Otaku dei fumetti (gli otaku noi li chiameremmo i malati di manga, quelli ossessionati dalle strisce) in cui la prerogativa è essere accolti da cameriere con divise che ricordano la foggia vittoriana,
ricche di pizzi e col grembiulino bianco e la crestina, ma che sono terribilmente corte. Le cameriere, addestrate a parlare e ad agire come cartoons, per metterti a tuo (dis)agio accolgono il cliente con la frase “ben tornato a casa, onorato padrone”. E basta questo, pare, per mandare in visibilio il popolo maschile giapponese, ma non temete donne, esiste il corrispettivo femminile: i Butler’s cafe (che orrore!).
Ebbene il pezzo da novanta per me sono i Cat cafe, e mi commuovo pensandoci, non certo per l’amabilità dei quieti gattoni che vi circolano, quanto piuttosto al pensiero di quanto possano sentirsi soli e disperati i frequentatori di tali locali, forzati a non poter neanche possedere in casa propria un animale assolutamente non invasivo come il gatto. Infatti si tratta di luoghi in cui bere, comodamente seduti, un caffè, godendo del privilegio di coccolare un gatto!