Altri indizi: vento di scirocco, che secca la gola e strappa i vestiti, profumo di peperoni arrostiti sul fuoco. È ora di tornare, fra un po’ ci incamminiamo verso il porto, ora si puó dire arrivederci Sardegna.
Perché mettere questo post nella rubrica Côté Suisse, perché qui la crisi morde ancora con cattiveria e la situazione è così pesante che un gruppo di Sardi doc ha pensato alla Sardegna come 27esimo cantone svizzero: il Canton Marittimo. “Non si tratta di una provocazione nè di una boutade.
Si tratta di un progetto, di un’idea che scaturisce dall’attuale contingenza che vede l’Italia intrappolata in un vortice di crisi politica e amministrativa apparentemente senza via d’uscita, che sembra ci sia scarsa volontà di risolvere.” Si legge nel sito (cantonmarittimo.com) e ancora: “La Sardegna, eterna colonia, ex granaio, ex legnaia, ex rifugium peccatoribus di un paese (l’Italia) col quale si identifica pigramente, se non in occasioni calcistiche o sportive in genere, acquisirebbe quell’indipendenza agognata da tanti e, mantenendo piena sovranità sulle proprie istituzioni e sulla propria cultura, entrerebbe a far parte di una nazione federale (la Svizzera) moderna, evoluta, con uno straordinario rispetto per le risorse naturali ed ecologiche e che rappresenta un modello universalmente riconosciuto di rispetto e salvaguardia delle autonomie territoriali identitarie”.
Non so se sarebbe giusto e non voglio entrare nel merito dell’argomento, troppe sono le cose che non so di questa terra meravigliosa. Tuttavia l’impressione di essere ai “confini dell’impero” non ti abbandona. Chissà se non sarebbe meglio leggere su una cartina geografica Canton Marittimo, Svizzera, piuttosto che HIC SUNT LEONES?