5 regole d’oro

Lezione di filosofia nella scuola di Roma da un affresco del pittore fiorentino Benozzo Gozzoli (secolo xv) nella chiesa di Sant'Agostino a San Gimignano (Siena).
Q Lezione di filosofia nella scuola di Roma da un affresco del pittore fiorentino Benozzo Gozzoli (secolo xv) nella chiesa di Sant’Agostino a San Gimignano (Siena).

Assistendo ai dibattiti, agli incontri-scontri, ai monologhi-fiume, alle mezze verità, alle menzogne camuffate da sincerità che dilagano su giornali, televisioni e web, e che vengono pronunciate di volta in volta da politici senza scrupoli, giornalisti, sedicenti pensatori, opinionisti di dubbia natura e chi più ne ha più ne metta, ho pensato che per tutti costoro sarebbe necessario considerare una full immersion nella Scolastica medievale, quella forma di filosofia che si sviluppò nelle università occidentali e che per prima cosa ha consegnato ai posteri un metodo, quello appunto scolastico, riassumibile in una frase di Marie Dominique Chenu: “Pensare è un mestiere le cui leggi sono state minuziosamente fissate”.

Nel metodo scolastico la prima cosa da curare con attenzione è il vocabolario. Come affermava Le Goff, infatti, “gli intellettuali del tempo accordavano alle parole un giusto potere e si preoccupavano di definirne il contenuto”.

La seconda cosa da fare è esercitarsi nella dialettica, che, sempre citando Le Goff, è “quell’insieme di procedimenti che fanno dell’oggetto del sapere un problema, che lo espongono, lo difendono contro chi lo attacca, lo risolvono e convincono l’ascoltatore e il lettore”.

Terzo pilastro del metodo scolastico è l’”autorità” cioè il basarsi sul passato come sostegno per il futuro, per procedere nel progresso della storia e dell’intelletto.

Quarto fondamento l’affidarsi alle leggi della ragione.

Quinto, esercitarsi. Gli esercizi pratici che si eseguivano per arrivare ad un punto conclusivo, semplificando enormemente, erano la questio e la disputatio. La prima era il tema posto dal magister sul quale si doveva svolgere la disputatio, che era un puro confronto di idee, attraverso il quale si arrivava a verità certe o ritenute tali per l’epoca.

Questo per sommi capi il metodo scolastico.

Le cinque regole d’oro, nel momento storico di grande incertezza e confusione che stiamo vivendo, possono aiutarci, ci offrono una base solida dalla quale partire per una riflessione senza pregiudizi. Rinfrescare la memoria su un metodo di pensiero rigoroso, offerto come un giubbotto salvagente, può aiutare coloro che non desiderano affogare nel mare magnum mediatico del tutti contro tutti!

POP UP!

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Qualche tempo fa (14 novembre) vi abbiamo parlato di libri d’artista e in modo particolare vi abbiamo fatto vedere delle opere di due artisti, uno di questi Tauba Auerbach è presente in questo momento a Ginevra con alcuni suoi libri nella mostra POP UP! presso  la Bibliotéque d’Art et Archéologie. La mostra si occupa di presentare diverse tipologie di  libri Pop Up, è una piccola selezione della biblioteca  ma è fatta con grande cura e qualità e sarà visibile fino al 31 maggio.

Tauba Auerbach
opera di Tauba Auerbach

Oltre all’artista americana Tauba Auerbach presente con delle opere di sapore optical sarà possibile vedere anche le opere dell’artista svedese Jockum Nordstrom che da sempre usa la carta e il cartone come materiale preferito e si esprime attraverso il disegno, costruendo delle storie come piccole scene teatrali.

Non mancano i libri per l’infanzia come la bellissima collana di Gallimard Jeunesse 2 Bleu o 600 pastilles noir.

600 pastlles noir , Parigi, Gallimard Jeunesse, 2007
600 pastlles noir , Parigi, Gallimard Jeunesse, 2007

Se poi vi colpirà una grande farfalla di carta colorata al centro di un grande libro aperto per metà su due grandi fogli azzurri come il cielo,   guardate bene e scoprirete che quel libro è del famoso artista inglese Damien Hirst e ha un titolo lungo: I want to spend the rest of my life everywhere, with everyone, oneto one,alwys,forever, now edito a Londra nel 1998 Booth-Clibborn.

A me  ha colpito moltissimo anche il lavoro di Francesca Gabbiani, un’ artista che dal nome pensavo italiana invece è canadese, in mostra presenta un libro pop up tutto bianco costruito come degli origami d’architetture che ti sorprendono per la loro ricchezza di particolari e accuratezza.

Francesca Gabbiani, White Book, 2005
Francesca Gabbiani, White Book, 2005

Il libro d’artista è un campo di lavoro che si rinnova ogni volta,  nella guida alla mostra si legge che i libri pop up esistevano già nel XVII secolo ma è nel XIX che il genere si sviluppa con la nascita dei libri per l’infanzia. Nel XX secolo  il pop up  si afferma e viene usato come campo di sperimentazione dagli artisti che con editori coraggiosi realizzano delle vere e proprie sculture fantastiche.

Nei mesi della mostra, la biblioteca ha organizzato degli atelier per la costruzione di libri pou up  e una serie di conferenze il calendario lo potete trovare sul blog www.mahgeneve,ch

Le parole sono importanti!

Bruce Naumann: The true artist helps the world by revealing mystic truths
Bruce Naumann: The true artist helps the world by revealing mystic truths

Un’amica olandese mi diceva che mi avrebbe ascoltato parlare in italiano anche per un giorno intero, perché l’italiano “è una lingua che canta”.

Melodiosa e dolce, la lingua italiana è priva di quelle asprezze che a volte propone lo spagnolo ed ugualmente priva del ritmo ridondante del francese, anche se la matrice latina è la medesima. Non ho le competenze filologiche per affrontare l’argomento in modo scientifico, più che filologa nell’accezione specialistica del termine mi sento piuttosto φίλος λόγοι (filos logoi) amante della parola, perché quando si parla o si scrive bene il risultato è una specie di melodia, che, credo, tutti possono intendere. Quando riesco ad ottenere questa specie di musica (il che non è semplice) mi sento bene, soddisfatta. Lo scorrere esatto delle parole, in modo che non tradiscano il significato che voglio loro attribuire, mi rassicura e mi rallegra. Ma non sempre c’è il tempo di scrivere e riscrivere finché il risultato sia consono ai canoni che ci si impone…

L’italiano ci offre una straordinaria ricchezza di parole che pronunciate o scritte sono di una bellezza ineguagliabile. Intrinsecamente belle, belle per come suonano e per il ritmo e il colore che sono capaci di dare al nostro dialogare. Aggettivi come ferale, ubertoso, segaligno, desueto, poco utilizzati nel linguaggio comune, o termini come lungimiranza, oblio, cagione, scartafaccio, pescati a caso dal vocabolario, concorrono tutti a dare alla nostra espressione inusuali sfumature.

Il mio appello per l’inizio dell’anno nuovo è usiamo le larghe possibilità che ci offre l’italiano (e mi rivolgo in particolar modo ai giovani, compresi i miei figli, che stando all’estero sempre meno riescono a cogliere quella segreta melodia di cui si parlava), non facciamoci condizionare dalla televisione o dai giornali che propongono, per esigenze di tempo, una lingua rarefatta e arida. Ricerchiamo il piacere antico del “parlar bene”, dell’esattezza delle espressioni, sono sicura che ognuno di noi proverà, nel fare ciò, una profonda soddisfazione e ci sembrerà, in questo modo, di dare lustro alla nostra italianità, oggi più che mai appannata per altre ragioni.

Appuntamenti fissi

Arte Fiera Bologna
Arte Fiera Bologna

Ci sono degli appuntamenti fissi in Italia per l’arte.

Uno tra questi è l’edizione di gennaio del Giornale dell’arte. Qui ogni anno si pubblica l’opinione di una serie di esperti d’arte (critici, direttori, collezionisti, storici dell’arte)  di ciò che è stato il meglio e il peggio espresso dalla cultura nell’anno appena passato. Molti vi diranno che non lo leggono  (non è vero)  vi assicuro che è divertente e può essere istruttivo per capire i rapporti di amicizia e di attrito tra i competenti dell’arte.

Quest’anno leggendo appunto il gossip dell’arte ho trovato più di una volta un giudizio negativo per  il crescente numero di fiere dell’arte in Italia definite modeste. Fiere modeste, ho pensato,  che vorrebbero imitare la più antica e per tanto tempo sola (da poco messa in concorrenza da Artissima di Torino): l’arte Fiera di Bologna, l’eccellenza per il mercato dell’arte moderna e contemporanea italiana.

Giorgio Verzotti e Claudio Spadoni
Giorgio Verzotti e Claudio Spadoni

La fiera di Bologna aprirà tra pochi giorni dal 25 al 28 gennaio. Quest’anno è giunta  alla trentasettesima edizione e come vuole la tradizione sarà possibile vedere tra le più significative gallerie italiane e non solo. Quest’anno l’edizione è curata dai critici Claudio Spadoni e Giorgio Verzotti. L’appuntamento, chi c’è stato lo sa, non si limita al mercato dell’arte ma è ricco anche di eventi collaterali come conferenze e mostre organizzate per l’occasione. Tra le mostre di quest’anno vi segnaliamo Storie italiane a cura di Laura Cherubini e Lea Mattarella. La mostra sarà dentro la fiera stessa e le opere sono state selezionate dalle gallerie presenti.

In questi giorni di festa sarà possibile anche visitare il museo MAMbo ovvero  la galleria d’arte moderna di Bologna che presenta la mostra Art City.  Il suo direttore Gianfranco Marianello ha parlato per questa mostra di “incursioni d’arte”ovvero un percorso  in più punti della città dove   poter scoprire tesori d’arte come i De Chirico nella sala dello Stabat mater dell’Archiginnasio messi vicino a preziosi libri antichi,oppure le sculture di Marino Marini collocate dentro il Museo archeologico.

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Museo Morandi, temporaneamente ospitato nella sede del MAMbo, Bologna

Un programma fitto dunque per chi non si stanca mai di scoprire opere nuove  o ritrovare quelle già conosciute in contesti diversi . Si sa, gli appuntamenti d’arte contemporanea sono spesso delle maratone che ci lasciano i piedi gonfi e gli occhi pieni di immagini.

Uno stordimento appassionante da non perdere.

 

Chiacchiere del Lunedì

++ E' MORTA MARIANGELA MELATO ++Vogliamo oggi ricordare due figure del mondo dell’arte e della cultura che la settimana scorsa ci hanno lasciato.

Ci sembra doveroso infatti spendere qualche parola su Mariangela Melato e su Claude Nobs.

La prima splendida e bravissima attrice italiana, il secondo il “maitre” di musica più famoso al mondo, fondatore del Montreux Jazz Festival

Mariangela Melato la vogliamo ricordare per la sua bravura sì ma anche per la sua bellezza particolare, per la sua voce roca e i suoi profondi occhi chiari. Lavorò con i più grandi registi del cinema italiano, la vollero infatti De Sica, Steno, Corbucci, Bevilacqua, i Comencini (padre e figlia), Avati, ma lavorò anche con gli stranieri quali Chabrol, Hodges, Arrabal. Ma il suo grande amore fu e restò sempre il palcoscenico, che calcò da prima donna condotta da registi quali Fo, Ronconi, Visconti…

Noi la vogliamo ricordare  in tre pellicole di Lina Wertmüller che la resero famosa sul grande schermo e che concorsero a cambiare i costumi di un’Italia borghese e ben pensante: Mimi metallurgico ferito nell’onore, Film d’amore e d’anarchia, Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto.

claude nobsAltra storia per Nobs, lui preferiva restare dietro al palcoscenico e far esibire i più grandi nomi del jazz mondiale a Montreux. Ne aveva fatta di strada questo cuoco di Territet, la cui più grande qualità era l’ospitalità con la quale incantava anche le stars più riottose del firmamento musicale. Unica concessione che si prendeva era quella di comparire con la sua armonica per qualche momento sui palchi della rassegna, accompagnando le leggende del jazz (e non solo) e presentandosi al pubblico con il suo cane San Bernardo. Uomo geniale e tenace per 46 anni è stato il patron del Festival. Il “Funke Claude” che i Deep Purple citano in Smoke on the water era proprio lui, in quella canzone scritta per ricordare l’incendio del palco di Montreux Festival durante il concerto di Frank Zappa del 1971.

In Svizzera crescono gli spazi per l’arte

Kunsthaus , Zurigo
Kunsthaus , Zurigo

È stato approvato  a Zurigo il progetto  per l’espansione del Museo di Belle arti. La Kunsthaus diverrà così il più grande museo della Svizzera. L’inaugurazione è prevista per il 2017 e il nuovo edificio sarà costruito davanti al vecchio Museo, avrà una forma cubica e sarà collegato all’edificio principale con un passaggio sotterraneo. Il nuovo edificio è progettato dall’architetto inglese  David Chipperfield.

Nuovo progetto, Kunsthaus, Zurigo
Nuovo progetto, Kunsthaus, Zurigo

Non è il primo museo realizzato da lui e dal suo studio. Ricordo qui, fra gli altri, il Neues Museum di Berlino, creato in un edificio che fu danneggiato durante la seconda guerra mondiale e che l’architetto inglese ha restaurato e ripensato (riaperto al pubblico nel 2009).

Neues Museum Berlino
Neues Museum Berlino

Chipperfield è stato scelto l’anno passato come Direttore della Biennale di architettura di Venezia.

Il nuovo Museo accoglierà anche la collezione  di Emil George Buhrle, mercante d’armi che ha raccolto un’importante fondo di opere  impressioniste e dell’avanguardia francese del ‘900.

 L'abri, Ginevra
L’abri, Ginevra

Invece a Ginevra, con un progetto più piccolo, ma non meno interessante, si è approvato nella Vieille Ville uno spazio culturale dedicato ai giovani artisti locali . Si chiama L’abri, uno spazio polivalente situato sotto la terrazza Agrippa d’Aubigné. Uno spazio che avrà anche un piccolo teatro. Il luogo è pensato per i giovani che lì potranno presentare le loro creazioni e farsi conoscere. In questo luogo ci sarà un ambiente per mostre, concerti, performances artistiche e laboratori di fotografia.

 

Primarie della cultura, provare non costa nulla!

primarie della culturaLa decisione è dunque presa… cestiniamo questo governo e mandiamo a casa questo parlamento e come al solito, con la santa pazienza che ci caratterizza da qualche anno, ci riproviamo.

Di qualunque colore voi siate, per qualunque partito abbiate deciso di votare, ciò che vi chiediamo è dare un’occhiata alle Primarie della cultura organizzate dal FAI.

Con lo slogan “se non puoi scegliere il candidato scegli le sue idee” un gruppo di giovani, al quale il Fondo Ambiente Italiano ha deciso di dare visibilità e voce, ci invita ad esprimerci per suggerire ai nuovi governanti le idee che l’Italia ha riguardo a cultura e ambiente, linee guida che essi non potranno ignorare.

“Per la prima volta in Italia viene indetta una grande consultazione popolare con lo scopo di promuovere e valorizzare soluzioni concrete nell’ambito della cultura, del paesaggio, dell’ambiente”. “A disposizione dei votanti ci sono 15 temi selezionati, lunghi lo spazio di un tweet”. Sul sito potrete registrarvi e votare per l’argomento che più gradite o al quale vi sentite più legati o che pensiate esprima bisogno di incremento o protezione.

La lista è lunga ed articolata, ce n’è per tutti i gusti: dalla tutela del territorio a quella delle opere d’arte e dei centri storici, a quella delle start up per i giovani, al sostegno di progetti speciali.

A noi sono sembrate tutte fondamentali e non vi nascondiamo che la scelta è stata ardua.

Non perdiamo l’occasione di far sentire la nostra voce riguardo alla cultura e all’ambiente, votiamo! C’è tutto il tempo di farlo comodamente da casa nostra nelle prossime settimane.

Sentiamo già le voci degli scettici che dicono che non servirà a niente… Probabile, ma provare non costa nulla!

Cura d’arte

Bora Bora, Vaulot &Dyevre, 2011
Bora Bora, Vaulot &Dyevre, 2011

La creatività non ha limiti; così i due designer francesi Vaulot e Dyevre hanno inventato un integratore che combatterà la depressione e la fiacchezza. Si tratta di un integratore in forma di false pillole, create nell’inventato laboratorio Sunset , che in verità sono piccole luci con la funzione di scaldare e rafforzare le difese immunitarie: pillole di luce contro i malanni dell’inverno e della psiche. Sono state presentate a Lione durante la mostra “Minilux”, organizzata nell’ambito della manifestazione Fete  des lumières.

Le pillole di luce  promettono di curarvi e di condurvi verso le destinazioni spirituali sognate.

Vaulot& Dyevre,Bora Bora,2011
Vaulot& Dyevre,Bora Bora,
2011

Per sicurezza, però, non essendo ancora l’arte-terapia una scienza esatta, è meglio non abusare di queste pillole ed è bene leggere attentamente il foglietto illustrativo.

Riciclare, che passione!

clam shell
Una delle opere di Tom Deininger realizzata con i mozziconi di sigaretta

Sapete quanto tempo ci vuole perché il filtro di una sigaretta si degradi? Da 2 a 5 anni…

Sapete sulle spiagge italiane l’incidenza di  mozziconi di sigaretta per metro quadrato qual è? Da 2 a 12…

Basterebbero queste cifre a convincerci che sarebbe cosa buona e giusta smettere di fumare, ma, si sa, non tutti hanno a cuore il bene del pianeta… o il proprio!

Oggi tuttavia c’é una soluzione almeno per bonificare il pianeta dai mozziconi di sigaretta (non per smettere di fumare) e ce la offre Tom Szaky inventore di TerraCycle l’organizzazione che con l’intento di cambiare l’idea stessa del rifiuto (tutto può essere riciclato) si è di volta in volta dedicata alla raccolta di scodelline di yogurt, incarti di caramelle, ciabattine infradito, confezioni e imballaggi di ogni tipo e che nel 2012 ha lanciato il primo programma di riciclaggio al mondo dei filtri usati di sigaretta, che sono uno degli elementi più comunemente disseminati sul pianeta. Dopo il lancio in Canada nel mese di maggio, il programma si è  rapidamente allargato a Stati Uniti e  Spagna con l’aiuto (cosa si farebbe per tacitare la coscienza!) del Santa Fe Natural Tobacco e British American Tobacco. I mozziconi raccolti vengono trasformati in posacenere (!) e panchine!

Dettaglio dei mozziconi utilizzati dall'artista
Dettaglio dei mozziconi utilizzati dall’artista

TerraCycle si avvale dell’aiuto (stipendiato) di milioni di “raccoglitori” sparsi un po’ in tutto il mondo (ahimè non in Italia) che collezionano i rifiuti che poi vengono spediti alle varie sedi della compagnia. La cosa furba è il farsi sponsorizzare le varie campagne di raccolta da quelle compagnie che con le loro produzioni inquinano il pianeta (Nespresso e le sue capsule, Colgate e i suoi tubetti di dentifricio, solo per citarne alcuni).

Anche artisti e creatori di moda si sono mobilitati per pensare al riutilizzo dei filtri di sigarette usati, ricordiamo Tom Deininger, artista statunitense, con le sue opere visive composte da mozziconi, o la stilista cilena Alexandra Guerrero che per la realizzazione delle fibre tessili da lei utilizzate nella realizzazione di poncho e cappelli ha personalmente raccolto e ripulito centinaia di migliaia di mozziconi,  che dopo aver subito un processo di purificazione sono stati tinti e filati insieme ad altre fibre.

Vi invitiamo a dare un’occhiata al sito di TerraCycle che oltre a liberare un po’ il mondo dalla sporcizia impiega parte dei profitti non solo per avviare nuove campagne, ma anche per finanziare scuole e altre attività benefiche.

Dunque fumatori siate almeno virtuosi e raccogliete i vostri mozziconi e sperate che in breve tempo anche in Italia TerraCycle o organizzazioni similari ne possano coordinare la raccolta e il riciclaggio!