Populismi e democrazia

 

0-18829

In Europa tendiamo a dare per scontata la stabilità delle istituzioni democratiche. Certo, nel corso della nostra vita abbiamo visto democrazie finire male, ma si trattava di paesi molto lontani, anche per storia, e ultima da noi. Eppure abbiamo torto: le democrazie cominciano ad essere a rischio. E non per l’emergere di tendenze rivoluzionarie, quanto per un insidioso fenomeno chiamato populismo.

Il pericolo – io trovo – viene soprattutto da una nuova classe politica, eletta democraticamente, normalmente sull’onda di un’ondata di indignazione contro i partiti tradizionali e la corruzione, che sostiene agende populiste e attraverso esse compie impercettibili, ma continui, passi verso ciò che un tempo si chiamava autoritarismo. La stampa viene sbeffeggiata, gli avversari delegittimati con campagne di fango, il diverso demonizzato e via e via, sin quasi a dimenticare che i diritti umani – fondamento della civiltà e della cultura democratiche – sono universali, ossia riguardano tutti.download-1

Bene ha fatto Kenneth Roth, direttore di Human Rights Watch nel rapporto annuale della prestigiosa organizzazione, a scrivere un’introduzione proprio su questo tema: The Pushback against the Populist Challenge. Vi si sostiene che questo serpente del populismo fa tanti danni, ma che si può e si deve combattere. Non importa essere grandi e potenti per farlo, dice Roth, citando esempi di piccoli stati o di organizzazioni della società civile che hanno vinto importanti battaglie  contro di esso. Curiosamente, alcuni fra i migliori esempi vengono dall’Africa, dove la società civile ha saputo bloccare il progetto scellerato di diversi governi che volevano abbandonare in massa la corte penale internazionale. Chissà, magari i medesimi africani adesso guardano con pietà a noi Europei, apparentemente incapaci di bloccare la crescita dei populismi e dicono: “ poveretti, dobbiamo aiutarli a casa loro”.

 

 

Chiacchiere del lunedì

Delphine Boël, The Golden Rule blabla
Delphine Boël, The Golden Rule blabla

Se Dio vuole, i diritti umani sono popolari con tanta gente. La moglie, invidiatissima, di George Clooney è una avvocatessa specializzata proprio in questo campo. Una persona così interessante da essersi accaparrata lo scapolo d’oro del nostro tempo. Le star del cinema, poi, si fanno in quattro per proteggere i diritti e le vite di comunità marginalizzate ai quattro angoli del pianeta. Compreso il bel George, col suo impegno in Sudan.

Organizzazioni come Human Rights Watch non sono mai state così autorevoli col pubblico. Proprio quest’ultima ha celebrato con la sua cena annuale di autofinanziamento, pochi giorni fa a Londra, la meravigliosa figura di un sacerdote cristiano, padre Kinvi, che ha salvato moltissimi musulmani dalla vendetta delle milizie cristiane in Repubblica Centrafricana, mettendo continuamente a rischio la propria vita. Alla cena, che si è tenuta nel Victoria and Albert Museum, sono state battute in asta opere di Damien Hirst e di Jeff Koons. Arte e mondanità unite per i diritti umani. Tutto serve per promuovere l’unico vero baluardo a ogni forma di barbarie.

Non ci piace

disegno di Chiara Guidi

Non si può sopportare la notizia che i ribelli armati del Mali del Nord commettono ogni giorno stupri di donne e ragazzine, distruggono villaggi e rapiscono i bambini per renderli soldato.

Queste notizie sono state date dal direttore esecutivo dell’Unicef Anthony Lake che ha reso pubblico l’appello straziante dell’organizzazione non governativa internazionale Human Rights Watch.

Come italianintransito ricordiamo il movimento da noi sostenuto contro JOSEPH KONI, il comandante  ugandese della LRA che rapisce i bambini per farne soldato.