Rom, genti libere

Pregiudizi, esclusione sociale e  cattiva predisposizione per quelli considerati “diversi” da noi ci hanno convinto a  tenere lontano  il popolo Rom, nonché a costruire su di esso le congetture più fantasiose e inverosimili. Un popolo millenario che ha dato un grande contributo culturale alla cultura europea, ad esempio nel campo della musica anche se non solo in quello.

Chi avesse la curiosità e il desiderio di abbattere un fila di luoghi comuni e di atteggiamenti xenofobi e razzisti, dovrebbe leggere il libro appena uscito, scritto da Santino Spinelli: Rom, Genti libere (Dalai editore).

Santino Spinelli è un rom italiano, musicista, compositore, poeta attore e saggista. “L’opera di Spinelli – scrive Moni Ovadia nella sua introduzione – è un viaggio appassionante e sconvolgente in una vicenda umana fra le più mirabili che l’umanità abbia conosciuto nella sua variegata esistenza”.

Assolutamente consigliato da Italianintrasito, perché chi è sempre in movimento non può esimersi dal conoscere coloro che – attraversando l’intero pianeta – hanno costruito la propria identità sul binomio pace e libertà.

Lingua è potere!

Un paio di anni fa Limes, la rivista di geopolitica, aveva dedicato un quaderno alla lingua che s’intitolava Lingua è potere (periodico annuale, Anno 2 n.3). In uno dei saggi iniziali si metteva in risalto che la lingua non “è mai innocente” e può essere usata anche per stabilire una vera e propria egemonia.

Affinché sia adottata da un paese, non importa che ne sia anche la lingua ufficiale: è sufficiente che il paese vi ritrovi una forma di attrazione per i modelli culturali da essa ispirati (basti pensare all’inglese).

Nel saggio di Roberto Molinacci si finiva con il sottolineare come oggi il cinese, lingua ostica e difficile, sia diventato un idioma “desiderabile”. Il paese di mezzo, Zhong-Guo (centro del mondo)  – come i cinesi definiscono la Cina – grazie al suo sviluppo economico e alla sua imponente presenza all’estero ha trasformato il cinese in “una delle lingue più insegnate negli Stati Uniti”. L’autore dell’articolo si domanda: non è che, grazie al boom economico di un altro colosso come il Brasile, “portoghese e cinese saranno le lingue del XXI secolo?”

Per chi si sentisse come noi spacciato per le lingue, ma costretto a stare “in transito”, abbiamo trovato una succosa notizia che ci fa sperare per il futuro. Infatti il Sole 24 ore del 5 febbraio scorso ha pubblicato una breve articolo dal titolo Impara le lingue chattando.

Infatti é partito Verbling, un sito cui si potrà accedere per parlare con speaker madrelingua. Per ora, però, in linea si trovano solo spagnoli e inglesi.

E se anche questo non ci aiuterà, non ci resta che rimanere muti e, come l’attore Jean Dujardin nel bellissimo film The Artist, imparare a ballare il tip tap.

Social shopping: attrazione fatale?

Siamo “shopaholic” e affetti da un bisogno compulsivo di fare acquisti? Non riusciamo a trattenerci neanche davanti al computer? La nostra carta di credito scotta?

In quanti ci siamo iscritti a gruppi d’acquisto via Internet? E in quanti abbiamo creduto di poter concludere realmente buoni affari, pagando una cena, un trattamento estetico, un soggiorno termale o una messa in piega il 60/70 % in meno rispetto al valore di mercato (soprattutto qui in Svizzera romanda)?

Innanzitutto per chi non sa di cosa stiamo parlando ecco brevemente di che si tratta.

Esistono siti web che vendono coupons online a prezzi strepitosi. Veri e propri “gruppi di acquisto”, essi si basano su un semplicissimo principio: più gente compra un bene o un servizio, meno questo bene o servizio viene a costare.

Le offerte sono divise per città e, affinché esse possano “realizzarsi”, devono essere sottoscritte da un numero minimo di persone, se tale condizione non si realizza, i responsabili dei siti si impegnano, con varie modalità, a restituire le somme versate.

Il giro é miliardario, e apparentemente tutti ne traggono profitto: gli utenti, che beneficiano di sconti inimmaginabili; le ditte che offrono i coupons che godono di una enorme visibilità e possono farsi notevole pubblicità; i network, che, naturalmente, si occupano di vendere i coupons, guadagnando in percentuale.

Da qualche tempo però i siti di “social shopping” subiscono pressioni e proteste da parte di utenti scontenti e delusi.

Su Facebook nascono sempre più di frequente gruppi che raccolgono testimonianze e lagnanze. La lista dei disservizi più frequenti è lunga: rimborsi difficili, ritardi nella fornitura, scarsa assistenza alla clientela, mancanza di qualità di chi offre i servizi o ancora peggio, per i possessori di coupons, trattamenti con standard inferiori rispetto ai clienti paganti.

In Italia dove, non è una novità, i problemi sono sempre un po’ più gravi, addirittura gruppi di consumatori hanno dato vita a “class actions” che a gran voce chiedono “vendetta”. La notizia recente, è che per evitare il peggio, si sta procedendo velocemente verso la firma di un codice etico con regole chiare che metta al riparo i consumatori dalle cosiddette “fregature”.

Anche qui in Romandia esiste un mondo sommerso di scontenti…

Se sei un “social shopping dipendente” condividi con noi la tua esperienza (positiva o negativa) per aiutarci a capire se… ne vale davvero la pena!

Plainpalais: due occhi ci guardano, delle parole ci giudicano

Una passeggiata a Ginevra nella grande piazza del Plainpalais, magari di sabato mattina durante il curioso mercato delle cose vecchie, potrebbe essere una buona idea per scoprire le due installazioni d’arte contemporanea  piazzate sui tetti delle case, opere di Sislej Xhafa e Sylvie Fleury.

Sislej Xhafa ha realizzato due grandi occhi in neon che ci guardano dall’alto; l’opera realizzata nel 2009 si intitola Axis of Silence.

Axis of silence, Sislej Xhafa, © picture: Serge Fruehauf, 2009

 Xhafa nasce in Kosovo e, dopo aver vissuto per un periodo in Italia, si trasferisce negli Stati Uniti dove ora vive e lavora. Le sue opere sono molto spesso provocatorie e sovversive: lavora con la performance, con la scultura, con i video e con le installazioni. Un esempio delle sue provocazioni rimane, per noi italiani, la mostra 2705 baci, tenutasi in Svezia alla galleria Roda Sten di Gotenborg, dove ha presentato il  busto – alto cinque metri e largo otto – di Silvio Berlusconi, nelle sembianze di una divinità dal corpo di sabbia.

La svizzera ginevrina Sylvie Fleury, invece, ha installato sui tetti una scritta a neon Oui a tout, Yes to all. Sì a tutto, sembra essere la risposta che ci diamo ogni giorno immersi nella superficiale società dei consumi. In quelle parole, riflettendoci,  sembra essere nascosto il tarlo che ammala la nostra epoca.

Il "si a tutto" della Fleury a Plainpalais

I consumi, il desiderio di possesso e l’oggetto di lusso sono da sempre i temi preferiti dall’artista, fin dal 1992 quando si presentò per la prima volta al pubblico con l’installazione realizzata da una serie di Shopping bags di esclusive firme dell’abbigliamento e della cosmesi: oggetti del desiderio che presentò con il titolo Poison.

E così mentre due occhi ci guardano e alcune parole ci giudicano dai tetti del Plainpalais, possiamo scoprire un lato di questa città fuori dagli schemi e bello: il non aver paura di investire in un’arte nuova, capace di avvicinare ambiti diversi come quello sociale, economico e politico.

 Buona visita a tutti!

Cane o gatto?

Coloro che non posseggono un animale domestico non capiranno il perché di questo post… per tutti gli altri possiamo affermare che il mondo si divide i cinofili e gattofili (forse il termine non é corretto, ma rende perfettamente l’idea).

Il cane pensa che tu sia dio dal momento che gli dai da mangiare, lo accudisci e gli apri la porta la mattina presto per farlo uscire… comportamento gregario, che indubbiamente accresce l’autostima.

Il gatto, al contrario, pensa di essere dio perché gli dai da mangiare, lo accudisci e gli apri la porta alla mattina presto per farlo uscire… è un ottimo “compagno” di vita, autonomo e riservato.

È una questione di punti di vista!

Cosa porta dunque una persona sana di mente ad adottare un cane o un gatto? Molti risponderanno che, essendo cani e gatti animali da compagnia, si tratta proprio di questo, o meglio della mancanza di compagnia, la temuta solitudine.

Altri, quelli che stanno sempre “dalla parte dell’animale”, parleranno di egocentrismo umano e esercizio di potere; altri ancora di masochismo allo stato puro (si sa, soprattutto per noi nomadi gli animali sono un peso).

Ma allora cosa spinge a sacrificare tempo, denaro, affetto per quello che per 15 giorni sarà un delizioso batuffolo peloso, ma che nel giro di qualche tempo, non solo avrà demolito a pezzi la vostra casa, ma si prenderà anche la parte migliore del vostro divano?

Lo sanno i padroni di lungo corso… uno sguardo cisposo carico di amore allo stato puro o una zampatina discreta quando è l’ora di pranzo… tutto qui, a ricordarti che, comunque sia andata la giornata, qualunque cosa sia successa, a casa c’è qualcuno che fedelmente ti aspetta e che senza di te sarebbe perso e ciò lenisce le nostre insicurezze e  i dolori (la pet therapy lo insegna)

Buona giornata!

Il Tempo, il Transito e ciò che ne consegue

Ponete il caso, che siate una di quelle persone che per quanto amino il rigore, il metodo e la concretezza, non disdegnino  l’attimo di follia. Quello che  permette di fare il salto, con l’allegra e meravigliosa consapevolezza  che “si, ce la faccio”, e ti rendi conto, che in fondo,  era proprio così.

Ponete il caso, che per motivi magari non proprio totalmente  dipendenti  da voi, siate costretti a cambiare il ritmo del vostro tempo, e a ritrovarvi di colpo ad avere un po’ più di tempo, o semplicemente a poterlo ripartire in modo diverso.

Tempo – tic, tac –   non piu’ il tempo regalato al tram, al semaforo, alle code, alle mense, ma il tempo salvato per regalare alla mente lo spazio per fare collegamenti, bilanci e riflessioni.

Questi sono alcuni degli ingredienti che combinati, amalgamati e mescolati nelle giuste dosi, sono la migliore preparazione di base per chi è “in transito”.

E a proposito di collegamenti e riflessioni, così ad esempio, il giovane giallista e chimico Marco Malvaldi ci lascia una sua bellissima riflessione sull’analogia tra letteratura e chimica, tra il mestiere di scrittore e quello di chimico. Forse potevamo averla già dedotta dall’insigne esempio di  Primo Levi, ma sicuramente con questa sua  riflessione, Malvaldi ci fa venire voglia di leggere i suoi gialli.

Ci si rende conto, che per quanto dei mondi possano sembrare lontani, transitare dall’uno all’altro puo’ essere un attimo; e soprattutto, si rimane ammirati da come,  in quello spazio che ci porta da un approdo ad un altro, saperi ed emozioni si possano combinare tanto inaspettatamente quanto pregevolmente.

Continuando a riflettere sulle combinazioni, dall’approdo della chimica-fisica  si transita verso quello della gastronomia,  per arrivare alla formulazione di quella Gastronomia Molecolare –  solo apparentemente bizzarra combinazione –  che tanto ha acchiappato  scienziati e chef,  da farne addirittura una disciplina.

E così, combinazioni felici possono essere il risultato di transiti arditi ma talvolta necessari, e  che siano tra terre o tra saperi, poco importa. È certo, che  essi sono compiuti da chi, per natura o per contingenza, accetta di guardare ad approdi diversi, permettendo al tempo di cambiare il suo ritmo e ciò che ne consegue.

Jean-Jacques Rousseau e Ginevra

 

 

Per tutto il 2012 Ginevra celebra il trecentesimo anniversario della nascita di  Jean-Jacques Rousseau (Ginevra 1712- Ermenonville, presso Senlis 1778). Il celebre filosofo pedagogista (di cui si ricorda tra gli altri suoi libri il Contratto sociale e il trattato di pedagogia Emilio o dell’educazione) .

Verranno organizzati per l’occasione, passeggiate letterarie in città, dibattiti politici, una festa in costume dell’epoca di Rousseau, uno spettacolo multimediale intitolato L’Ombre des Lumieres, opere liriche e teatrali di grande suggestione tra cui uno spettacolo sulla sua vita che il Grand Theatre de Geneva presenterà il prossimo settembre.

Per l’occasione la città di Ginevra restaurerà anche la statua del filosofo creata nel 1835 dallo scultore neoclassico James Pradier collocata sulla piccola isola di Rousseau sul fiume Rodano.

Per saperne di più  Un anno con Jean Jacques Rousseau

Do you speak italian?

Un pensiero sulla lingua, dolore e tormento per noi italiani all’estero. Non parliamo certo per tutti, ma il pensiero è rivolto a chi la lingua straniera a scuola l’ha studiata più come letteratura, che come occasione di scambio e di parlata e ora prova l’affanno di vivere all’estero.

“Una lingua riflette sempre la cultura del popolo che la parla, il suo modo di leggere il mondo” sostiene Paolo Albani che, insieme a Berlighiero Buonarroti, ha scritto e ristampato nel 2011 il dizionario delle lingue immaginarie Zanichelli,  intitolato  Aga Magéra Difura (il titolo ripreso da  una poesia scritta in una lingua inventata da Tommaso Landolfi nel 1935) . Un dizionario di parole inventate dedicato a chi sa immaginarsi una lingua tutta nuova, la più famosa in questo campo rimane l’esperanto.

In Svizzera romanda la lingua è il francese, ma chi vive tra Ginevra e Losanna rimarrà sorpreso di come ormai la vita è fatta di un miscuglio di lingue da tutto il mondo. La prima cosa da imparare appena si arriva è che per iniziare qualsiasi discorso occorra sempre partire dalla parola “bounjour”, sarà inutile qualsiasi altro surrogato come “Salve” o il più timido “Mi scusi”, perché non sarà visto di buon occhio, o sarebbe meglio dire non viene sentito di buon orecchio.

Intanto per chi non ha ancora inventato una nuova lingua e fa fatica con quella del posto abbiamo deciso di aderire  alla bella proposta  dell’Istituto Dante Alighieri,  invitando tutti gli italiani a pensare e salvare alcune parole in disuso della nostra lingua.

Abbiamo trovato che personaggi come Dario Fo (con GIBIGIANNA), Matteo Renzi (con PROPINARE), Giuliano Pisapia (con DIRIMERE) hanno già dato il loro contributo alla salvezza di parole italiane in disuso.

La nostra parola da salvare è COMPAGNONE: di colui che mangia lo stesso pane.