Il libro è come la bicicletta?

Anselm Kiefer, Naglfar,1998
Anselm Kiefer, Naglfar,1998

Ho visitato il salone del libro di Torino e quello di Ginevra. Il primo più grande e vitale del secondo. Ho visto tanta gente attorno a tavoli allestiti con libri di tutti i tipi, tra best seller, grandi classici, manuali di tutto e guide per andare ovunque.

Mi chiedo: siamo davvero così sicuri che il libro sarà presto un oggetto raro?.

Se osservo le mie figlie, noto che per ora mantengono le due cose contemporaneamente: scaricano e-book con grande facilità ma poi tornano al libro con eguale facilità.

Eppure la mia generazione ha visto scomparire la macchina da scrivere. I quarantenni ricordano? Scomparve tutta d’un colpo, dopo di che nessun giovane la usò più. Ricordo mio padre che la osannava, ma dopo poco è rimasta nel suo ufficio a prendere polvere: Ora che mio padre ha 83 anni scrive benissimo sul computer, manda e riceve e-mail e da poco è passato all’Iphone. Quell’uomo mi sorprende ogni volta e sono fiera di lui e di come sia riuscito a restare al passo con i tempi.

Parlando con i librai, in occasione della mia visita alle fiere menzionate sopra, ho saputo che (in Europa) l’e-book va forte in Inghilterra, ma trova ostacoli in paesi come Francia e Germania. Mi spiegavano anche che l’uso dell’e-book è in ascesa, ma non va però così veloce e anzi con il tempo si è assestato attorno ad un 25% .

Sentite quali sono le mie previsioni: il libro avrà un compagno nella storia degli oggetti. Infatti  c’è un altro oggetto che ha resistito alle mode, alla tecnologia e alla comodità e, anche se si è fatto affiancare da oggetti più moderni, rimarrà per sempre se stesso: la bicicletta.

Arman, Accomulation
Arman, Accomulation

Pensateci, dopo aver trascorso più di un secolo in cui tutti devono e amano andare di corsa con il motorino, la macchina o l’aeroplano, il veicolo a due ruote, che per azionare il quale occorre far spinta sui pedali, è sempre lì al suo posto. Certo la bicicletta è meno comoda, si arriva sempre dopo, ma tutti ne posseggono una. Quindi la mia previsione è che l’e-book sicuramente sarà sempre più diffuso, ma il libro non passerà mai.

Il libro sarà un oggetto da regalare ai bambini, come la prima bicicletta: quel veicolo magico a due ruote che –  ho scoperto di recente – in francese ha un nome particolare pieno di fascino e degno di una fiaba: la Petite reine.

 

Chiacchiere del lunedì

Delphine Boël, The Golden Rule blabla
Delphine Boël, The Golden Rule blabla

In casa mia la scorsa settimana è entrato per la prima volta il braccialetto per restare in forma. L’oggetto, tenuto per sempre al polso, mi dà indicazioni utili alla mia vita: mi dice se ho mangiato in modo moderato, come sta il cuore, se devo fare più attività sportiva e infine se le ore concesse al sonno ristoratore sono state sufficienti. Me lo metto al polso e mentre lo faccio mi domando se quel laccio è più simile a una manetta o a uno spirito guida che mi porterà alla salvezza.

images (2)Sul venerdì di Repubblica leggo che in Giappone finalmente sarà messo in vendita il reggiseno che si slaccerà solo quando la donna che lo veste sarà veramente innamorata (Silvio Piersanti, “Il reggiseno giapponese che scatta solo se c’è l’amore vero” Il venerdì de La Repubblica), di cui abbiamo parlato qualche settimana fa. Diabolico: ci metteranno dei sensori nella coppe che saranno in grado di individuare i cambiamenti dei ritmi cardiaci. Ma, sentite bene, il sensore è così intelligente che saprà distinguere se questi cambiamenti del cuore sono causati da sforzi, da sport o dall’incontro con il vero amore.

L’attacco al corpo e alla mente dell’essere umano è stato sferrato. Il computer saprà di noi più di quanto noi siamo in grado di percepire. Prevedo che accadrà cosa mi è successo con il navigatore della macchina: ora non posso più farne a meno dal momento che mi ha reso la vita più semplice, inoltre arrivo prima ovunque e più velocemente. E poi è inutile negarlo: usandolo ho perso il mio sesto senso, la capacità di orientarmi e un po’ di memoria. Come potrei adesso tenere a mente tutte le indicazioni chieste a passanti? O ancora, ditemi quanti di voi ricordano a memoria i numeri di telefono o le dosi per i dolci?

Il computer sempre di più diventerà la mia sfera di cristallo, e presto con un semplice clic saprò un sacco di cose su di me. Ma in cambio cosa cederò e cosa riceverò?

Guardo meglio quel braccialetto: un aggeggio tecnologico, un attentato alle mie capacità. Così decido di rimandare: lo indosserò il prossimo lunedì

Per ora, buona settimana

Aguzziamo l’ingegno: idee per la primavera

images Siamo entrati in una nuova era fatta di diavolerie tecnologiche. Pensate agli smartphone, che arricchiamo in continuazione con nuove app promettenti vita migliore e soprattutto più facile. Le nuove generazioni, ossia  i cosiddetti nativi digitali, sembrano essere molto in gamba fin da giovanissimi con il computer e con la tecnologia della comunicazione, ma completamente disadatti in materia di abilità pratiche, anche le più elementari, come allacciarsi le stringhe delle scarpe. E pensare che un po’ di praticità e di manualità possono salvarti da mille impicci! imgresOgni giorno la vita ci presenta qualche problema da risolvere, in relazione a problemi domestici, o alla manutenzione dell’ auto, oppure sul lavoro e chi più ne ha più ne metta. Come ha scritto una guida che ho ritrovato in casa di mia madre, venduta negli anni Ottanta con il settimanale Grazia, i problemi domestici quotidiani possono andare dalla macchia sul tavolo al soufflé che si smonta . Ma la guida ci rassicura: chi conosce i piccoli e grandi trucchi del fare, riuscirà a risparmiare tempo, denaro e guai. Tre cose che anche con il nuovo millennio non sono da sottovalutare.

Leggendo la guida qua e là mi sono  divertita e ho trovato alcuni suggerimenti curiosi che vale la pena riportare, anche solamente per continuare a trasmettere certe conoscenze, anche un po’ assurde, sviluppate attraverso esperienza di vita casalinga. State a sentire.

– Siete stati presi di mira dalle formiche? Altolà! Non usate veleni, ma chiudete i buchi da dove entrano con fiori di garofano . Oppure tirate una linea col gesso: le formiche non la supereranno mai; provate e rimarrete stupiti. Infine, sappiate che vengono respinte anche da fondi di caffè asciutti, cosparsi strategicamente all’esterno delle porte.

– Volete fare le pulizie di primavera ma non avete molto tempo. In particolare siete preoccupati perché vorreste pulire i cassetti senza rimuoverne il contenuto. Semplice e geniale suggerimento: prendete la bocchetta dell’aspirapolvere e chiudetela con un collant fissato con l’elastico, così aspirerete via la polvere lasciando il contenuto dei cassetti dove si trova.

– Volete togliere una macchia di biro? Passateci sopra una spugnetta imbevuta di latte.

Potrei continuare all’infinito, ma  termino con un suggerimento che mi ha fatto un po’ ridere e un po’ allarmare: invece di buttare nel lavandino la Coca Cola vecchia e priva di anidride carbonica, versatela nella tazza del water e state a vedere. Dopo un po’ la tazza sarà pulitissima. Una bevanda che sfonda tutto; pensando al nostro apparato digerente, mi vien da dire: poveri noi!

 

24 ore offline!

Internet addictionPer un problema tecnico, uno di quelli tanto incomprensibili quanto irrisolvibili (router, modem, adsl…?) siamo rimasti tagliati fuori dal mondo. Il collegamento Internet infatti è collassato e abbiamo passato le ultime ventiquattro ore “offline”.

Prontamente contattato il costumer service della società telefonica, il brillante individuo dall’altra parte della cornetta, dopo aver eseguito la sequenza standard di scongiuri, pronunciato antiche parole magiche di protocollo e indossato il copricapo da stregone non ha potuto fare altro che constatare che la nostra connessione internet era foutue. Ma va’? Niente panico però, nel giro di due o tre giorni tutto tornerà nella norma… AAAARGH! Come due tre giorni? Come si fa?

Dopo questa notizia, le delugeAdolescenti e “donne sull’orlo di una crisi di nervi”. Allertati parenti, amici e soprattutto il figlio lontano (che “no, purtroppo non torneremo online fino a venerdì almeno… non ti preoccupare.”) abbiamo predisposto (chi più chi meno) gli animi ad una angosciante attesa.

In casa si è scatenata la “sindrome da abbandono”. La figlia adolescente dopo aver passato mezzora a braccia conserte in stato semi catatonico, si produce in un bizzarro balletto con numero di “hackeraggio” (non vogliatemene, so che le parole sono importanti, ma non saprei proprio quale altro termine usare) aggirandosi per casa cercando di agganciare la rete di qualche ignaro vicino.

Il figlio di mezzo dopo il primo momento di sgomento arguisce i vantaggi di una momentanea sospensione della comunicazione con la scuola e si adatta sornione (tanto può connettersi con il telefono…).

Quanto a me sono stretta immediatamente dal senso di disorientamento e mi sale l’angoscia per la repentina “dipartita” dal mondo virtuale (come farò con il blog, le mail, i contatti  ecc ecc).

La disavventura di ventiquattro ore mi ha dato l’occasione di pensare a quanto, tutti o quasi, siamo diventati dipendenti dalla rete, tanto che non ci ricordiamo neanche più come facevamo a vivere prima di prendere l’abitudine di controllare la nostra vita e quella degli altri “on line”. Risulta inconcepibile come potessimo restare “non connessi” e vivere senza attingere continuamente a questo serbatoio senza fondo di nefandezze e ben di dio insieme. Le potenzialità delle rete ci sovrastano, l’amiamo e la odiamo insieme, essa ha il potere di farci sentire onnipotenti e allo stesso tempo insignificanti formiche.

… e allora? Allora ho cucinato senza il tutor on line, non ho letto le ultime angoscianti notizie dal mondo prima di coricarmi,  mi sono goduta un film interessante parlandone con la mia famiglia, non ho controllato che tempo ci sarebbe stato oggi.

Insomma in una sola parola sono sopravvissuta!