Cartolina

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Mona Hatoum
Mona Hatoum, Suspended

Oggi la cartolina la spediamo a tutti i bambini traditi.

Ai bambini che non ci sono più e che non potranno festeggiare questo Natale.

A quelli che vorrebbero trovare un po’ di allegria in casa.

Ai bambini che non capiscono cosa dicono i grandi.

A quelli che nascono dovendo dimostrare chi sono.

Ai bambini sfruttati e a quelli abbandonati

E’ in arrivo un nuovo anno e potremmo immaginarci un mondo migliore .se ogni adulto potesse trasformarsi in un porto sicuro per ogni bambino, permettendo così ai più piccoli di  sperimentare e conoscere in serenità le tante cose  della vita.

La cartolina

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Oggi inviamo una cartolina da Strasburgo, città famosa per essere la sede del Parlamento europeo ma in questi giorni Capitale del Natale. Nel mese di dicembre infatti la città si veste a festa con milioni di luci e mercatini di tutti i generi. Ormai è una tradizione e tra vin brulé, cappelli natalizi e angeli, la testa non mancherà di girarvi.

Gli angeli volano luminosi nelle strade e stanno attaccati alle capanne di legno del mercato. Ma se andate, non mancate di vedere gli angeli più belli: quelli che si trovano all’interno della cattedrale (monumento iniziato nel XII secolo e terminato nel 1439). Nel transetto destro troverete il Pilastro degli angeli, un opera scultorea del 1230 che rappresenta il Giudizio Universale. L’opera ha un’iconografia molto originale e vedrete, in tre registri sovrapposti, i quattro evangelisti, gli angeli che suonano la tromba e quelli che portano gli strumenti della Passione, con infine Cristo giudice.Vicino al pilastro, rimarrete anche affascinati dall’orologio astronomico del XVI secolo. Se lo guardate potrete trovare un sacco di informazioni: l’ora, il calendario e gli astri e al suo interno ci sono dei carillon spettacolari. Queste caratteristiche della cattedrale aumentano il fascino della magia di Natale.

La cattedrale e la città vi affascineranno. Se però non fosse sufficiente, rimarrete molto soddisfatti anche della visita, sempre nel centro della città, del Museo d’arte contemporanea. Lui stesso vi chiamerà con lo sguardo, perché spicca fra tutti gli edifici a causa della  sua facciata colorata, opera dell’artista Daniel Buren.

Gli abitanti di Strasburgo curano il Natale in tutti i suoi aspetti di festa e di gioia. Non c’è da stupirsi che vi si trovino tante persone con strani copricapi in testa: alcuni indossano la cicogna, segno della regione dell’Alsazia, altri i piedi di babbo natale che esce dal cappello a forma di camino.


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Cartolina

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Don Milano a Barbiana con un gruppo di classe
Don Milano a Barbiana con un gruppo di classe

Scrivo una cartolina a Lorenzo Milani, sacerdote coraggioso, che negli anni ’50 e ’60 spese la propria vita e il proprio ministero per dare un’educazione a tanti bambini poverissimi e in condizioni di marginalità sociale.

Don Lorenzo, il Priore, come lo chiamavano i bambini di Barbiana, creò una scuola innovativa che dava dignità ai ragazzi, mettendoli in condizione di divenire adulti responsabili e autonomi. Credeva nell’educazione come principale mezzo di emancipazione e ascesa sociale. Tanto radicale e coraggioso fu nelle sue scelte, da soffrire dolorose forme di ostracismo, anche da parte della sua (sempre amata) Chiesa.

La sua opera è ammirata e studiata in tutto il mondo. E’ curioso che oggi, proprio in Italia, ci sia chi teorizza che la scuola non sia per tutti (ad esempio non per i bambini immigrati) o chi lucra sopra ai centri di accoglienza e alle loro attività, inclusa la scuola per chi non può permettersela. Ma c’è ancora bisogno di dirle certe cose?

Cartoline

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TO GO WITH AFP STORY BY KATIA DOLMADJIAN

La cartolina di oggi la dedichiamo a Brunello Cucinelli e alla sua Fondazione che hanno promosso un progetto di una poesia e di un’importanza uniche. Il nome è semplice: Progetto per la Bellezza e l’idea di fondo lo è altrettanto: “È con grande emozione e gratitudine per il nostro splendido territorio che insieme alla mia famiglia abbiamo deciso di realizzare quest’opera a supporto del valore della bellezza e della dignità della terra, immaginando di poter lasciare a chi verrà dopo di noi un territorio più bello di come lo abbiamo avuto in custodia.”

Si parla della realizzazione di tre parchi in vecchie aree industriali dismesse.

“Parco dell’Industria: Il giardino di Solomeo si estenderà sino alla valle, dove si sostituirà a sei stabilimenti industriali, che attualmente occupano circa 35.000 metri quadrati, per lasciare spazio ad un parco pieno di colori, di profumi, di suoni propri alla millenaria bellezza della natura.
Parco dell’Oratorio Laico: Accanto al Parco dell’Industria sorgerà il Parco dell’Oratorio Laico, con un piccolo stadio senza barriere immerso in sei ettari di boschetti e prati, dedicato all’attività sportiva di giovani ragazzi e ragazze.
Parco Agrario: Adiacente al parco dell’Oratorio Laico vi saranno coltivati circa settanta ettari di terreno destinati ad orti, vigneti, oliveti e frutteti diffusi come alberata. La terra sarà coltivata con rispetto per la natura ed i prodotti saranno destinati al consumo locale ed alle mense aziendali”

Quanti ne vorremmo di progetti di “riqualificazione” del territorio come questo, per non dover ancora una volta contare i morti delle varie “terre dei fuochi italiane”?

La cartolina

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Quanta strada nei mie sandali…quanta ne avrà fatta Bartali: la cantava quel genio di Jannacci (ed era scritta da Paolo conte). E oggi dedichiamo la cartolina al  vecchio Bartali che non cessa di trovare ammiratori. Adesso ne ha anche al di là del mediterraneo, in Israele. Ho saputo che pochi anni fa il suo nome è stato inserito nel giardino che commemora i “giusti fra le nazioni”. Sono le persone che si adoperarono per salvare gli ebrei dalla furia assassina e sterminatrice dei nazisti.

Bartali fra coloro che si opposero all’Olocausto? E come? si rese disponibile per trasportare documenti falsi, procurati dalla chiesa cattolica Toscana alle famiglie ebree nascoste nei conventi; servivano a farle ripartire verso nuove destinazioni e verso una nuova vita. Era un reato punito – durante l’occupazione nazista – con la morte. Spesso una sentenza comminata sul posto, senza passare per alcuna formalità processuale. Fucilazione immediata.

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Gianotti

La cartolina di oggi la dedico a Fabiola Gianotti per tre motivi: perché è Italiana, perché è donna, infine perché ha la mia età!

Fabiola Gianotti è diventata, a cinquantadue anni, la prima donna Direttore generale del CERN di Ginevra (e lascio “direttore” perché in 60 anni di vita questa carica è sempre e solo stata appannaggio dei colleghi maschi) e prenderà il suo nuovo posto a partire dal 2015, anno molto importante per il CERN, poiché verrà riacceso l’acceleratore di particelle Lhc attraverso il quale gli scienziati sperano di aprire una finestra su quella che, dopo la scoperta del Bosone di Higgs, viene definita la “nuova fisica”.

Romana di nascita, la Gianotti ha studiato a Milano ed è la terza italiana che ottiene questa eminente carica dopo il Nobel Carlo Rubbia, direttore italiano del Cern, dal 1989 al 1994, e Luciano Maiani, direttore generale dal 1999 al 2003.

“il Cern ha sempre celebrato la diversità, di età, sesso, tradizioni culturali. È una delle sue caratteristiche. Per questo continueremo a incoraggiare le giovani scienziate a impegnarsi nella ricerca fondamentale, e vigileremo perché abbiano sempre le stesse opportunità dei loro colleghi maschi”.

Complimenti Direttrice e buon lavoro!

 

Cartolina

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Ieri, il 30 ottobre 1821 nasceva a mosca Fëdor Michajlovic Dostoevskij . Pietra miliare della letteratura occidentale, oggi Dostoevskij non è più di “moda” (e per questo vorrei dedicargli la cartolina di questa settimana), non viene più letto con piacere, soprattutto dalle nuove generazioni che, erroneamente, si considerano lontane anni luce da lui. Erroneamente ho detto perché i protagonisti dei suoi romanzi imprevedibili e maniacali, mossi dal desiderio di redenzione e assetati di vita sono quasi tutti giovani. “Vite di giovani che si perdono per folli sogni di giustizia, per improvvisi e violenti gesti di santità, per fascinazioni ideologiche, per semplice autodistruzione vista come una febbricitante, esaltata redenzione… È come se una linea divisoria si fosse scavata tra una gioventù che cavalcò i secoli sul filo degli ideali, una gioventù gettata prevalentemente sul parapetto del futuro… nutrita di sacri fuochi, talvolta colorati di politica, spesso utopici, sempre carichi di sogni; e una gioventù perlopiù placata, impegnata a immaginare il futuro in termini di programmazione, amministrazione, pianificazione” (Luca Doninelli, Introduzione, in Romanzi di Dostoevskij, vol. I, Milano 2005). Il mio augurio è che oggi si ricomincino ad apprezzare gli eroi (e gli antieroi) nati dalla penna di Dostoevskij, che si ricomincino a leggere e ad apprezzare i suoi romanzi senza dubbio capaci di dare una scossa a tutti coloro in debito di ossigeno vitale. Che quella letteratura che è stata alla base del pensiero filosofico, religioso, culturale dell’Occidente non venga dimenticata e disprezzata, ma che continui ad essere maestra di vita e di pensiero.

Cartolina

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paceInvio una cartolina piena di saluti affettuosi a tutti coloro che parteciperanno alla marcia per la Pace, tra Assisi e Perugia, domenica prossima. Amiche e amici, quante cose condividiamo! Chi ha a cuore la Pace vede il mondo e la vita nella stessa maniera. La marcia, poi, fu inaugurata da Aldo Capitini. Proprio lui, il primo convinto pacifista dell’Italia unitaria, filosofo e pedagogista. Fu chiamato il Gandhi italiano. Si rifiutò di aderire all’ignominia del fascismo e venne licenziato (fu Giovanni Gentile in persona, a farlo) dalla Normale di Pisa, dove lavorava. Visse coerentemente con i suoi ideali. Un suo discepolo, Pietro Pinna, fu il primo obiettore di coscienza dell’Italia repubblicana. Capitini: è lui che fece cucire una bandiera di strisce colorate, facendone la bandiera della Pace che tutti conosciamo. Era il 1961, con quella bandiera aprì la prima marcia Perugia Assisi. Domenica cammina con voi.

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retro-della-cartolina1BzgBF2QCEAAETplLa cartolina di oggi non poteva essere dedicata che a Patrick Modiano, 107° vincitore del premio Nobel per la Letteratura 2014. In Italia, non molto conosciuto, dei suoi romanzi sono stati tradotti questi titoli: Sconosciute (Einaudi, 2000), Dora Bruder (Guanda, 2004), Bijou (Einaudi, 2005), Pedigree (Einaudi, 2006), Nel caffè della giovinezza perduta (Einaudi, 2010), Riduzione di pena (Lantana Editore, 2011), Fiori di rovina (Lantana Editore, 2012), L’Orizzonte (Einaudi, 2012) e Caterina Certezza (Donzelli, 2014).

Amico di Raymond Queneau, che lo introdusse negli ani ’60 presso la casa editrice Gallimard di Parigi, Modiano, (ebreo di origini italiane) è quasi sconosciuto al grande pubblico non francese.

Le motivazioni che gli hanno valso il Nobel sono state dichiarate dal segretario permanente dell’Accademia Svedese Peter Englund, il quale, definendolo il Marcel Proust della letteratura contemporanea, ha affermato che egli ha conquistato il premio grazie “all’arte della memoria con la quale egli ha evocato i più sfuggevoli destini umani e svelato il mondo dell’Occupazione”. I temi ricorrenti nelle sue opere sono la memoria, l’identità e il tempo ed egli scrive i suoi romanzi come altrettante variazioni di questi argomenti.

Dunque congratulazioni Patrick Modiano.

Sicuramente vale la pena di dare un’occhiata alle sue opere.

 

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La cartolina di oggi la vogliamo spedire a tutti coloro che pensano che una donna che subisce violenza (di qualsiasi natura essa sia) in fondo se l’è un po’ cercata, in fondo ha dato al suo aggressore segnali contrastanti che l’hanno messa nella condizione di “meritare” in qualche modo questa punizione.

Aldilà dei tecnicismi, aldilà delle sentenze e dei fiumi di parole che si scrivono in questi casi, noi vorremmo solo affermare con forza che la violenza sulle donne, di qualsiasi natura sia, non può avere attenuanti.

Un “no” è un “no” a prescindere da chi lo pronunci e in quale situazione.

Ci piacerebbe che il messaggio arrivasse forte e chiaro e per farlo usiamo le parole del Parlamento Europeo:

Con l’espressione “violenza nei confronti delle donne” si intende designare una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata;

l’espressione “violenza domestica” designa tutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima;

con il termine “genere” ci si riferisce a ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti che una determinata società considera appropriati per donne e uomini;

 l’espressione “violenza contro le donne basata sul genere” designa qualsiasi violenza diretta contro una donna in quanto tale, o che colpisce le donne in modo sproporzionato;

 per “vittima” si intende qualsiasi persona fisica che subisce gli atti o i comportamenti di cui ai precedenti commi;

 con il termine “donne” sono da intendersi anche le ragazze di meno di 18 anni.