Chiacchiere del lunedì

Delphine Boël, The Golden Rule blabla
Delphine Boël, The Golden Rule blabla

Riflettete prima di consumare!

C’è un vita oltre il formaggio. Go Vegan!

Ormai siamo entrati nell’era dello slogan per tutto. Lo sanno bene le mie figlie che cercano tra le magliette quelle con la scritta che più si associa al loro modo di pensare.

Slogan è una parola inglese (in realtà di origine scozzese) che si dovrebbe tradurre in “grido di guerra”.

Grido di guerra dunque, usato da secoli per la propaganda, poi preso in prestito dalla pubblicità; per convincere i consumatori; ora nel nuovo millennio lingua comune dei giovani.

Non so se vi è capitato di vedere l’ultimo film della saga degli Hunger Games la giovane protagonista Katniss in un momento di ira dice: “If we burn you burn down with us” ( se noi bruciamo tu brucerai con noi). La frase esprime in modo così sintetico ed efficace la rabbia e la determinazione alla rivolta contro il potere, che subito è comparsa in molti graffiti tracciati sui muri di Ferguson, negli Stati Uniti, in seguito agli scontri di questi giorni.

Dunque frasi sintetiche pronte a sfondare, che corrono veloci e coprono l’intero pianeta. In questo fatto vedo tutta l’imprevedibilità, di ciò che potrebbe diventare nel bene e nel male la nostra comunicazione.

Comunque è bene adeguarsi ai tempi e , se permettete, vorrei cominciare la settimana scrivendo il mio slogan, con riferimento ai fatti accaduti qualche giorno fa a Torrevecchia nella periferia di Roma: Chi impedisce ad un bambino rom di andare a scuola è un asino e un vigliacco!.

Buon lunedì

Chiacchiere del Lunedì

Delphine Boël, The Golden Rule blabla
Delphine Boël, The Golden Rule blabla

Nella marea di notizie che ci travolgono, a volte è difficile individuare qualcosa che valga la pena di approfondire. Inoltre se scartiamo le notizie “brutte”, quelle che non vorremmo mai sentire, ma di cui sono piene le testate giornalistiche, e le notizie di  politica, nelle quali ci si potrebbe avvitare a spirale, che rimane? Oltre alle lunghe liste di amenità varie che sembrano caratterizzare i giornali o line in questo periodo (la 16 bibite più sane, le 25 invenzioni dell’anno, gli hotel più belli da vedere ecc ecc) ho rintracciato due belle notizie, di quelle che vorremmo leggere tutti i giorni.

La prima naturalmente si riferisce alla nostra Samantha Cristoforetti, prima astronauta donna lanciata sulla Soyuz TMA 15M ieri nello spazio dove vivrà per 6 mesi sulla stazione spaziale internazionale a 400 km di distanza dalla terra. Samantha sarà in prima persona coinvolta in 10 esperimenti  elaborati dalle maggiori università italiane, dal Consiglio nazionale delle ricerche, dalla Fondazione don Carlo Gnocchi e da alcune società private. Si indagherà sui ritmi del sonno e sulle eventuali anomalie, sulla circolazione sanguigna nel cervello, sul metabolismo osseo e muscolare degli astronauti.

La seconda notizia, molto meno importante, è l’operazione Teddy rescue che la compagnia ferroviaria First Great Western inglese ha deciso di intraprendere. La compagnia infatti metterà on line le “foto segnaletiche” di tutti i peluches abbandonati o dimenticati nei treni in attesa che si faccia avanti il  proprietario. Sul sito della compagnia nella sezione dedicata al Teddy rescue leggiamo, questi amici pelosi “hanno viaggiato per molto tempo, e alla fine hanno trovato accoglienza nel Lost and Found nel deposito della Bristol Temple Meads Station, dove sono stati sfamati e custoditi. Ora però sentono la mancanza della loro famiglia”.

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“I am lost. I have been on a little adventure and met some great friends on the way, but I don’t know how to get home. You know we miss our families. We are all wanted.” Anonymous Bear, Lost property, Bristol Temple Meads, 21 Nov 2014.

Tipicamente inglese!

 

 

Chiacchiere del lunedì

Delphine Boël, The Golden Rule blabla
Delphine Boël, The Golden Rule blabla

Se Dio vuole, i diritti umani sono popolari con tanta gente. La moglie, invidiatissima, di George Clooney è una avvocatessa specializzata proprio in questo campo. Una persona così interessante da essersi accaparrata lo scapolo d’oro del nostro tempo. Le star del cinema, poi, si fanno in quattro per proteggere i diritti e le vite di comunità marginalizzate ai quattro angoli del pianeta. Compreso il bel George, col suo impegno in Sudan.

Organizzazioni come Human Rights Watch non sono mai state così autorevoli col pubblico. Proprio quest’ultima ha celebrato con la sua cena annuale di autofinanziamento, pochi giorni fa a Londra, la meravigliosa figura di un sacerdote cristiano, padre Kinvi, che ha salvato moltissimi musulmani dalla vendetta delle milizie cristiane in Repubblica Centrafricana, mettendo continuamente a rischio la propria vita. Alla cena, che si è tenuta nel Victoria and Albert Museum, sono state battute in asta opere di Damien Hirst e di Jeff Koons. Arte e mondanità unite per i diritti umani. Tutto serve per promuovere l’unico vero baluardo a ogni forma di barbarie.

Chiacchiere del Lunedì

Delphine Boël, The Golden Rule blabla
Delphine Boël, The Golden Rule blabla

Ieri, 25 anni dalla caduta del muro di Berlino. Nella capitale tedesca si sono susseguite manifestazioni per l’intera giornata. Dal lancio di palloncini alle visite e ai discorsi ufficiali, ma niente di sfarzoso, di eccessivo. La festa l’ha fatta il popolo, allora come ieri. Soprattutto erano presenti le giovani generazioni, i ragazzi, arrivati da tutta Europa, a festeggiare gomito a gomito, facendo eco alle parole della cancelliera tedesca  “Noi abbiamo oggi la forza di creare il nostro futuro, noi possiamo volgere la realtà al meglio, ecco il messaggio che la caduta del Muro ci tramanda”. E la realtà è proprio questa.

La mia generazione, nata insieme al muro di Berlino, cresciuta durante la guerra fredda e le crisi militari e politiche ha visto nella caduta del Muro, simbolo della mancanza di libertà, la possibilità di riscatto della democrazia e con essa la concreta possibilità di un nuovo tipo di libertà che avrebbe assicurato il benessere.

Anche questo pensiero si è rivelato un’utopia, ai blocchi politici si è sostituito un mondo globalizzato, come alcuni storici sostengono, privo di “alternative”, in cui il clima politico e morale è decisamente decaduto.

Ma io ci voglio credere, e voglio credere soprattutto nelle nuove generazioni e nella loro prodigiosa capacità di cambiare il corso della storia proprio come è accaduto il 9 novembre 1989. Evviva la festa, dunque, evviva la commemorazione, affinché la storia continui ad essere “magistra vitae”… per non dimenticare.

Chiacchiere del Lunedì

Delphine Boël, The Golden Rule blabla
Delphine Boël, The Golden Rule blabla

Vorremmo oggi parlare solo di belle notizie, vorremmo raccontarvi di come il museo Picasso di Parigi abbia finalmente riaperto i battenti dopo cinque anni di restauro. Vorremmo parlarvi di come J.K. Rowlings, la mamma del maghetto Potter, abbia in mente di scrivere una nuova puntata breve della saga più amata del mondo. Vorremmo raccontarvi di come un distinto signore direttore di un’area di Google si sia lanciato da un’altezza impossibile e sia entrato nel Guinness dei primati. Insomma in questo lunedì di fine ottobre vorremmo strapparvi un sorriso.

Ma poi leggiamo dell’impiccagione di Reyhaneh in Iran e della spettacolarizzazione del suicidio annunciato di Brittany a New York, di nuovi femminicidi e questo grigio che ci avvolge, riesce ad avvolgere anche la nostra anima.

Coraggio domani è un altro giorno!

chiacchiere del lunedi

Delphine Boël, The Golden Rule blabla
Delphine Boël, The Golden Rule blabla

Mentre la sfiducia e il disincanto sembrano i tratti principali delle persone della mia generazione, tanti giovani in questo momento mostrano fortissima passione civile, impegnandosi con responsabilità e determinazione per migliorare il mondo in cui viviamo.

Penso a Malala, la ragazza pakistana che lotta per la libertà delle donne e per il diritto all’istruzione, e che ha ricevuto il premio Nobel per la pace, divenendo il simbolo di coloro che credono in un futuro fondato sulla giustizia e non sulla prevaricazione. Penso ai giovani studenti di Hong Kong che manifestano pacificamente e in maniera ordinata per ottenere elezioni libere, cioè l’abc della democrazia. E infine penso ai giovani volontari italiani, gli angeli del fango accorsi a Genova per spalare i detriti e aiutare chi è stato colpito dall’ennesima alluvione.

Questi esempi luminosi, ne potrei citare tanti altri, mi fanno pensare due cose: che è sbagliato vedere nero, perché c’è chi crede nel cambiare le cose, e che certi ideali di dialogo, eguaglianza e giustizia non appartengono a una sola tradizione culturale, ma sono patrimonio di un’umanità in cammino e desiderosa di difendere il proprio diritto a un futuro di pace.

chiacchiere del lunedì

Delphine Boël, The Golden Rule blabla
Delphine Boël, The Golden Rule blabla

C’era una volta una donna, un’amica che viveva un’esistenza normale, lavoro, casa, figli, marito. Un giorno, dopo un controllo al seno, le è stato annunciato che qualcosa non andava, era apparso un tumore, occorreva operarsi. Non posso descrivere cosa ha passato perché non l’ho vissuto personalmente, ma cosa conta l’ho visto con i miei occhi: le è occorso molto coraggio, l’affetto della famiglia e, attorno a sé, la presenza e la solidarietà vera da parte di tanti amici che hanno creato un’invisibile rete di sostegno per fare in modo che restasse sempre ottimista.

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Anche grazie a tutte queste cose oggi la mia amica ha vinto la sua battaglia.

Da non dimenticare che ottobre è il mese dedicato alla prevenzione contro il tumore al seno: l’autopalpazione e la mammografia possono realmente salvarci la vita, permettendo una diagnosi precoce. Il tumore al seno fa paura ma si può sconfiggere.

Teniamoci caro il nastro rosa da appuntarci sul vestito per sottolineare uno slancio di solidarietà verso la ricerca medica, perché un paese che svolge ricerca in maniera continua sulle malattie, in ogni loro forma, è un paese civile che desidera per tutti un’esistenza normale.

Chiacchiere del lunedì

Delphine Boël, The Golden Rule blabla
Delphine Boël, The Golden Rule blabla

Perché mai approfitto di ogni occasione per sentirmi colpevole? Siete così anche voi? Siete di quelle persone che si scusano per un niente? Facciamo un test: camminate per strada e qualcuno vi urta; d’istinto vi sentite colui che ha urtato e quindi chiedete scusa, oppure vi sentite colui che è stato urtato e dunque guardate male l’altra persona?

Se avete risposto colui che urta e chiede scusa, allora sappiate che secondo Milan Kundera fate parte “dell’esecito dei chiediscusa”, cosi chiamati nel suo ultimo libro L’insignificanza. Anch’io mi sento di quella schiera, anzi addirittura sono del tipo che entra in un negozio e invece di dire buongiorno dice: scusi, posso farle una domanda?

Kundera, inoltre, fa dire al suo personaggio che chiedere scusa non è solo “uno stupido riflesso” ma addirittura uno strumento per mettere a prova la forza tra due persone. Mi spiego meglio, egli sostiene che “la vita è una lotta contro tutti” e oggi nel mondo civile, non potendo scagliarci gli uni contro gli altri, non ci rimane altro strumento che “l’ignominia del senso di colpa da scaricare sull’altro. E continua: Vincerà chi riuscirà a fare dell’altro un colpevole. Perderà chi ammetterà di avere torto”. I chiediscusa pensano di ammansire le persone chiedendo loro scusa, in verità si mettono in una posizione di debolezza e alla fine saranno dei perdenti.

Il secondo personaggio del romanzo di Kundera, che è affetto dal male del chiediscusa, risponde a queste affermazioni dicendo: “ e’ vero non ci si deve scusare. Eppure, preferirei un mondo in cui tutti si scusassero, senza eccezione, inutilmente, esageratemente, per niente, in cui si profondessero in scuse...(p. 54) ”. A pensarci bene è proprio il mondo che piacerebbe anche a me: non è che, forse, le cose andrebbero meglio, se tutti si comportassero così?

Scusate, ma voi che ne pensate?

Buona settimana

Chiacchiere del Lunedì

 

Delphine Boël, The Golden Rule blabla
Delphine Boël, The Golden Rule blabla

Julien Ries nella prefazione al suo Trattato di antropologia del sacro affermava: “Nel corso di ogni tappa della sua storia l’uomo religioso è creatore di cultura, ma in cambio la sua esistenza porta anche l’impronta della cultura nel cui ambito si svolge” (J. Ries, TAS, p.1, Jaca Book, Milano 1991). Quale migliore frase per commentare un articolo di A. Di Costanzo e A. Roncato apparso su Repubblica online e intitolato Sacro web, internet è un luogo di culto: santi e patroni diventano social!

Gli autori compiono un’analisi abbastanza dettagliata del boom religioso sul web: “Dirette streaming, app dedicate e webcam al servizio della fede. Per raggiungere i devoti in ogni angolo del pianeta, i grandi santuari e le piccole diocesi usano la Rete. Il mezzo che più di tutti abbatte le barriere di spazio e tempo”. Insomma lo spazio sacro che un tempo era legato ad un luogo ben definito (il luogo del culto) si allarga oggi a dismisura per dare la possibilità a tutti i credenti di accedervi comodamente seduti da casa. Prova ne sono il portale creato per i Miracolo di San Gennaro, che in breve tempo ha contato oltre i due milioni di contatti, o il sito della Basilica di Assisi che dà l’opportunità di visitare la tomba del Santo attraverso una web cam. Senza parlare dei 9 account ufficiali del Papa su Twitter (divisi per lingua), che contano oltre 15 milioni di followers/fedeli. Si calcola che ogni piccolo post in lingua spagnola di Papa Francesco viene ritwittato ben 11mila volte, per darvi una misura quelli di Obama in media sono ritwittati “solo” 1400 volte.

Dunque lo spazio sacro si allarga a dismisura al punto di contenere virtualmente tutta la comunità religiosa… ma, mi chiedo, il pericolo non è quello di diventare spettatori passivi come avviene per un evento sportivo? E che valore ha la presenza “virtuale” del fedele che non presuppone nessuna difficoltà se non quella di collegarsi via web, magari con una bibita in mano? Dove va a finire il retaggio di secoli fatto di preghiera in comune, di presenza, di commozione davanti ad un rito religioso?

Ma i tempi cambiano, no?