In tempi in cui cerchiamo di rivedere il nostro stile di vita, per piacere o necessità, vorrei parlare del piacere provato, da noi che viviamo all’estero, al momento di trascorrere un po’ di vacanze con le persone care, che ci vengono a trovare dall’Italia.
L’incontro è ogni volta una festa e questo perché è come rientrare nella cornice che abbiamo lasciato al momento di lasciare il nostro paese. Parlo di cornice, perché uscire da essa vuol dire uscire dal quadro in cui, per nascita per relazioni e stato di cose, sei stato abituato a vivere. Quando cambi e lasci il tuo paese devi riscrivere un po’ tutta la tua storia. Faccio un esempio: andandosene si incontrano nuovi amici e si hanno nuove relazioni, ma le tue parole non sono sufficienti a spiegare loro chi sei stato fino a quel momento e a cosa appartieni. E così che, presto, rinunci a dare delle spiegazioni, cominci una nuova vita e resti sempre più fuori dalla vecchia cornice. Ecco perché quando qualcuno della tua famiglia o fra i tuoi amici ti viene a trovare è come un piccolo terremoto affettivo e relazionale, che ti fa sentire come sospeso a metà strada tra due realtà: collegato a ciò che eri, ma anche cosciente di quello che ormai sei divenuto.
Cerco un modo per visualizzare tutto questo e, facendo un accostamento azzardato, ho pensato a quanti artisti hanno cercato con il loro lavoro di uscire dalla cornice. Allora mi sono venuti in mente i tagli di Fontana, la sua ricerca di nuove spazialità: i suoi tagli o buchi erano un po’ come il mio emigrare, una fuga,in quel caso da ciò che l’arte era stata fino a quel momento; era l’esplorazione di nuovi campi.
E poi vi sono il contatto con il passato e il ritorno: su questo ho pensato all’energia che può generare l’incontro tra ciò che sta dietro di noi e la nostra vita attuale e mi è venuto in mente il lavoro di Gilberto Zorio, esponente dell’arte povera. Con le sue forme ormai fuori dal quadro ma collegati alla parete, crea un corto circuito che mette in circolo nuova energia .
Anche per noi è così: quando ci venite a trovare, cari amici e cari parenti, è come se riuscissimo a creare nuova energia, rigenerare cose diverse e dunque ben vengano le partenze e gli allegri ricongiungimenti.








Quante volte ci è capitato di dire che una certa canzone, un certa melodia ci “ha toccato”? Se riflettiamo su quest’affermazione ci rendiamo immediatamente conto che non si tratta di una metafora, ma veramente la musica è così potente che il suono penetra effettivamente nel nostro corpo, sotto la nostra pelle provocandoci vere e proprie sensazioni fisiche.









