
Mentre l’arte continua a mescolare le carte e a offrirci un ventaglio sempre più ampio di linguaggi e di sensibilità artistiche e culturali diversissime, come parte di un’unica realtà, la politica si affanna a rimarcare i confini e le appartenenze.

L’artista iraniano Farad Moshiri nato a Shiraz, in Iran, nel 1963, è uno dei tanti esempi di questa capacità dell’arte di creare ponti e non momenti di separazione. Moshiri è interessato a fondere la cultura orientale con quella occidentale . Fa uso di immagini popolari e le compone con gusto ornamentale internamente appartenente alla cultura persiana. Le immagini possono essere tessute, ricamate, ma sempre con uno sguardo al mondo contemporaneo, unendo la preziosità del lavoro manuale con paccottiglia di poco valore. Nel suo lavoro troviamo decorazioni che toccano il kitsch per affrontare e illustrare temi politici di attualità, oppure un’ironia pop che non manca di inquietarci, come l’opera presentata per la prima volta nel 2009 “Life is beautiful”: una semplice scritta tracciata sul muro con le lame di tanti coltelli diversi e colorati.
E’ un bell’esempio di come l’isolamento del paese, e tutti i problemi socio-politici ad esso connessi, non riescano a fermare l’arte ma, anzi, incontrino un grande apprezzamento nel pubblico.














Vorremmo parlare brevemente e in modo differente dal solito della guerra civile in Siria. Il grido di dolore lanciato da Papa Francesco per fermare la strage, soprattutto dei i più piccoli (finora si stimano 8000 bambini morti), sovrasta ogni nostra possibile riflessione e da’ la misura della strage che si sta compiendo in quella terra. Neppure vogliamo prendere in considerazione le ragioni di una parte o dell’altra convinti che, comunque, una guerra con il carico di orrore che si trascina dietro non è mai giustificabile.
È di questi giorni la notizia che nel centro della City di Londra in seguito ad uno scavo in un sito in cui nel 2016 sorgerà il quartier generale europeo di Bloomberg sono stati rinvenuti oltre 10000 oggetti risalenti all’epoca romana, fra i quali si contano anche utensili in legno e pelle perfettamente conservati grazie all’ «ambiente anaerobico» nel quale erano immersi, con un giusto grado di umidità e temperatura, nel letto di uno del fiumi «perduti» di Londra: il Walbrook.